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Dalla vita ho imparato che...

Ultimo Aggiornamento: 30/03/2010 16:06
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22/02/2010 19:26

Scrivete le vostre conoscenze che nessuno può sapere oltre a voi,o semplicemente informazioni rare!
Oggi ho imparato a scuola che:
Stefano Cucchi è stato arrestato dai Carabinieri il 15 ottobre scorso. Trascorre la notte in caserma e l'indomani, con un processo per direttissima, il giudice dispone l'arresto in carcere in attesa dell'udienza successiva. Mentre sono ancora in attesa di vedere il figlio, una settimana fa i familiari ricevono dai carabinieri la notifica del decreto col quale il pm autorizzava l'autopsia sul corpo di Stefano. E' così che i genitori e la sorella vengono a conoscenza della morte di Stefano. Un'altra morte di carcere.
Adesso vi spiego bene...
-In poche parole se una persona viene uccisa da un ufficiale di polizia,carabiniere,militare ecc...lo stato fa denuncia presso un giudice militare,il giudice emana la pena per i colpevoli,ecc...A questo punto mi pongo una domanda : Perchè lo stato si dovrebbe auto denunciare? E poi se lo facesse cosa penserebbe l'opinione pubblica?Ci sarebbe una perdita di credibilità nei confronti delle forze dell'ordine?Dei giudici?Dello stato?Ecc...
-Vi lascio un pezzo di intervista:
"Ci devono spiegare anche perché abbiamo consegnato mio fratello allo Stato, alle istituzioni in una certa condizione di salute ottima e perché ce l’hanno restituito morto. Stefano era un normalissimo ragazzo di 31 anni, lavorava, lavoravamo insieme, lui era un geometra, anche mio padre è geometra e lavoriamo insieme nella stessa struttura. Mio fratello aveva un trascorso in una comunità di recupero per tossicodipendenti, dalla quale era uscito completamente riabilitato, tant’è che lavorava e stava bene, mio fratello stava bene, aveva tanta voglia di vivere e lo posso documentare con le sue lettere, con i suoi messaggi, mio fratello aveva voglia di vivere. In questo momento non sono in grado di accusare nessuno, e il problema è proprio questo, perché non so come sono andate le cose."
Parole chiave:
-Pm:Il pubblico ministero (detto anche pubblica accusa) è l'organo dello Stato o, in certi ordinamenti, di altri enti pubblici la cui funzione principale è l'esercizio dell'azione penale. A rigore il termine designa solo l'organo e non anche i funzionari che lo compongono, sicché un'espressione come "i pubblici ministeri di Milano" è impropria, seppur molto diffusa nel linguaggio corrente.

-Giudice militare:L'Ordinamento giudiziario militare è il complesso di organi attraverso i quali la Giustizia militare esercita la giurisdizione per i reati militari commessi da appartenenti alle Forze armate ed ai Corpi armati dello Stato ad ordinamento militare.

Queste riflessioni dopo due ore di assemblea con un giudice...
[Modificato da VictorPhilippe 22/02/2010 19:29]
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22/02/2010 22:26

Intervista:
[Modificato da VictorPhilippe 22/02/2010 22:58]
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23/02/2010 16:37

Quello che e' successo a Stefano Cucchi e' un qualcosa di gravissimo; in un paese come l'Italia certi avvenimenti non dovrebbero essere nemmeno immaginabili. E la cosa ancora piu' grave e disgustosa e' il modo in cui i media abbiano trattato la notizia. Ma ci rendiamo conto di cosa e' successo?? E nessuno dice o fa nulla??? Ma siamo impazziti o ci stiamo dirigendo davvero verso una nuova dittatura????
[Modificato da cuix 23/02/2010 16:37]
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24/02/2010 18:19

Prima:

Il giorno dell'udienza:


La visita dei parenti:





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24/02/2010 19:07

Voi credete ancora di vivere in una democrazia?... chiedetevelo seriamente...
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24/02/2010 19:33

Una finta e triste democrazia...
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24/02/2010 23:57

Vedere queste foto mi fa davvero male. Un male non descrivibile a parole. Non ho parole. Davvero.
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26/02/2010 23:00

Mi dispiace molto,un ragazzo ucciso,che disdegno verso lo stato!
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10/03/2010 13:59

Rosa Rossa
Molti delitti vengono commessi da persone in momenti di raptus omicidi,pochi sono quelli premeditati,molto meno sono quelli sotto commissione...Bisogna stare attenti a ciò che si vede e si sente in Tv,la televisione è un importante mezzo di comunicazione di massa sia per il cittadino che per altre persone che grazie a questo mezzo svolgono il loro "lavoro"...non tutti conoscono i messaggi in codice che la televisione ci trasmette.
L'altro giorno stavo guardando un servizio speciale sul caso di Elena Romani,una donna che è stata assolta dall'accusa di aver ucciso la figlia a calci.Durante l'intervista Elena è seduta vicino ad un tavolo con sopra delle rose rosse,queste rose non dicono niente a nessuno,almeno che qualcuno di noi sia un partecipante della Rosa Rossa,mi spiego,la Rosa Rossa,come ho già scritto in una altra discussione, è una setta di mattacchioni di sinistra che fanno dei riti e altre cose del genere,sono tanti e molto potenti,hanno avuto dei legami con altri delitti come quello del "Mostro di Firenze" del quale Benigni ci da dei messaggi nel film "Il mostro",anche l'omicidio a Cogne...
Ritorno al caso,la donna è stata accusata dell'omicidio di sua figlia, poi grazie alle prove contraddittorie è stata assolta,anche il marito è stato assolto,quindi questa bambina si è uccisa da sola...certo che no.
Le prove sono state perse,cambiate,nascoste e le versioni vengono cambiate ad ogni intervista...
Qui entra in gioco la Rosa Rossa,i partecipanti della rosa Rossa non si riuniscono mai,ma si trasmettono messaggi attraverso i mezzi di comunicazione di massa,quel mazzo di fiori sul tavolo vuol dire che le prove devono essere manomesse,le interviste cancellate,i fatti e e le vicende confuse,perchè quel delitto è collegato alla Rosa Rossa in qualche modo...
La “Rosa Rossa” è una realtà, ma grazie a Dio non è la protagonista del libero arbitrio dell’uomo, e quando attiva meccanismi come il plagio, il controllo mentale a distanza, è pur vero che se riesce nei propri intenti è perché trova un terreno già fertile, manipolabile, suggestionabile, infarcito di filosofie che spesso tendono a dissociare il pensiero dall’anima fino a perdere il controllo della propria mente, dei riflessi attentivi e cadere in quella cultura del sospetto che ci fa vedere ovunque mostri e rose rosse…questo è ciò che vogliono o è psicologia inversa... [SM=g1336764]
[Modificato da VictorPhilippe 10/03/2010 14:12]
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30/03/2010 16:06

Gli ultimi giorni di Stefano Cucchi "Ma non mi uccise la morte"


ROMA - Storia di Stefano Cucchi. Entrato in carcere da vivo e uscito cadavere. Una storia che ha scosso l'opinione pubblica, inchiodata dalle pubblicazione delle foto di quel ragazzo, senza più vita, con il corpo pieno di lividi e il volto magrissimo. Esce in libreria Non mi uccise la morte (Castelvecchi, 113 pagine). Storia a fumetti, o graphic novel, come si dice oggi. Nasce dalla penna di Luca Moretti e Toni Bruno. E' storia "che riguarda tutti". La storia "di un abbraccio che è stato negato".

Sono tavole in bianco e nero. E di nero, di oscuro, c'è molto in questa vicenda. Dall'arresto di Stefano al suo arrivo in carcere, alla sua morte in ospedale. Nel mezzo lo stupore, l'incredulità dei genitori e della sorella che, a poco a poco, diventa sgomento. Loro, che sapranno della morte del figlio da una fredda comunicazione burocratica. C'è il calvario di Stefano e quelle celle dove è rinchiuso. Le percosse, i silenzi. Il buio della giustizia. E pagina dopo pagina, tavola dopo tavola, Stefano cambia. Il volto si scava sempre di più, gli occhi si riempiono di dolore. Fino a quelle piaghe sul corpo diventate pubbliche dopo la scelta della famiglia di pubblicare le foto sui giornali. C'è l'angoscia, crescente, della madre, del padre e della sorella, che si scontrano contro l'impossibilità di avere notizie del figlio ormai morente e ricoverato in ospedale. E quando l'autorizzazione per vederlo arriva è troppo tardi. Stefano non c'è più. Si è spento per "sopraggiunta morte naturale". Poteva finire così questa storia. Ma non è finita così.

La famiglia non si è arresa. E la storia di Stefano da privata è diventata pubblica. E come tale esposta ad ogni affondo. Ed allora a pagina 77 ecco i volti dei ministri Alfano e Giovanardi che liquidano così la vicenda: "Si tratta di una caduta accidentale dalle scale. Cucchi è morto perché anoressico, drogato e sieropositivo". Altri volti, soffenti ma decisi. Sono quelli dei genitori e della sorella che chiedono giustizia.

"Abbiamo deciso di pubblicare questo libro per due motivi - dice Cristiano Armati, direttore editoriale di Castelvecchi - perché siamo una casa editrice romana e questa storia ci ha toccato da vicino e perché vogliamo valorizzare la narrativa che viene dalla strada e storie come quella di Stefano Cucchi sono l'esempio di una poetica a cui ci ispiriamo".

I fumetti, di solito, raccontano storia iperboliche, inverosimili, esagerate. A volte dure e violente. Ma è solo finzione. Chiuso il libro, la storia finisce. Non stavolta, Non questa storia.

repubblica.it
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