Religione? Tutta 'na farsa?

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nufula
00mercoledì 29 ottobre 2008 23:40









nufula
00mercoledì 29 ottobre 2008 23:40
Cosa ne pensate?
albyestop
00sabato 1 novembre 2008 11:56
Non conosco la storia delle credenze religiose antiche, ma di un'autorità intellettuale come Thomas Paine credo di potermi fidare... d'altronde sono anni che vado dicendo che da sempre le religioni sono semplicemente un modo dell'uomo di spiegare l'irrazionale! non sarei così sicuro sull'esistena o meno di un personaggio di nome gesù che sarebbe vissuto in palestina in quegli anni: ne so poco, ma mi hanno sempre detto che risultava probabile... ripeto, ne so veramente poco!
nufula
00martedì 16 dicembre 2008 03:56
Ma allora nella mia capannina del presepe chi c'è?... [SM=g1336763]
albyestop
00mercoledì 17 dicembre 2008 11:12
come insegna Mezcal c'è il Che...
Mezcal82
00mercoledì 17 dicembre 2008 20:44
Il prete è passato a benedire... Ma quest'anno io ero a Parigi per lavoro... 1400Km da casa... mi spiace!
nufula
00mercoledì 17 dicembre 2008 22:35
Altro che benedizione qui ci vuole un vero e proprio miracolo ...un' immersione totale nell'acqua santa...
glu glu glu glu [SM=g1336782]
albyestop
00venerdì 19 dicembre 2008 15:42
da noi non è passato il prete, ha delegato a un inquilino del palazzo... secondo me non ha molto valore fatta così, comunque non è che mi interessi granchè
nufula
00venerdì 19 dicembre 2008 18:10
Io e il mio adorabile convivente quest'anno ci vestiamo io da suora e lui da chirichetto(Prendendo spunto x una recitazione ben riuscita dall'irreprensibile Duilio..Hi Hi Hi Hi)e passiamo a benedire tutti i palazzi dela zona...così da passare anche noi un felice e sereno Natale... [SM=g1336783]
albyestop
00venerdì 19 dicembre 2008 18:13
se vi do l'idea di passare con la cesta per le offerte poi posso avere un 20%?
domo93
00sabato 20 dicembre 2008 13:28
E Io che mi dispero quando qualcuno bestemmia! [SM=g1336761]

(REBUS:3;4)
nufula
00domenica 21 dicembre 2008 00:21
Re:
albyestop, 19/12/2008 18.13:

se vi do l'idea di passare con la cesta per le offerte poi posso avere un 20%?



La cesta è già pronta... [SM=g1336787]


Mezcal82
00lunedì 22 dicembre 2008 21:04
Re:
domo93, 20/12/2008 13.28:

E Io che mi dispero quando qualcuno bestemmia! [SM=g1336761]

(REBUS:3;4)




A me sembra un OCA... quindi DI...OCA...NE aaaah!!!

domo93
00lunedì 22 dicembre 2008 23:10
Re: Re:
Mezcal82, 22/12/2008 21.04:




A me sembra un OCA... quindi DI...OCA...NE aaaah!!!


Noooooo adesso Cuix ci cancella tutto.... [SM=g1336780] [SM=g1336764]



nufula
00lunedì 22 dicembre 2008 23:51
heyyyyyyyyy...che si fa? [SM=g1336790]

domo93
00martedì 23 dicembre 2008 12:11
Re:
nufula, 22/12/2008 23.51:

heyyyyyyyyy...che si fa? [SM=g1336790]


[SM=g1336772]



albyestop
00martedì 30 dicembre 2008 14:33
questa discussione diventa ogni giorno più blasfema... ottimo! [SM=g1336783]
nufula
00martedì 30 dicembre 2008 19:34
Re:
albyestop, 30/12/2008 14.33:

questa discussione diventa ogni giorno più blasfema... ottimo! [SM=g1336783]







cuix
00lunedì 12 gennaio 2009 15:26
Beati voi poveri, perche' vostro e' il regno di dio? What!?!
cuix
00martedì 20 gennaio 2009 01:00
Le istruzioni dei vescovi nell'era 2.0 "Il fedele sia riconoscibile in Rete"

CITTA' DEL VATICANO - "In che modo è possibile avere in Rete una fisionomia riconoscibile senza per questo assumere linguaggi scontati o peggio indecifrabili?". A porsi questa domanda è il direttore dell'Ufficio nazionale delle Comunicazioni sociali e portavoce della Cei, don Domenico Pompili, che ha aperto oggi a Roma il convegno nazionale "Chiesa in rete 2.0" promosso insieme al Servizio Informatico della Chiesa Italiana. Un modo per invitare i cattolici a rendersi riconoscibili sul web in un momento in cui Google, e a breve anche YouTube, iniziano una stretta collaborazione con la Chiesa.

"Non vi è dubbio - rileva don Pompili - che è cresciuto il rapporto con la Rete, ma la domanda resta: come dobbiamo essere noi stessi, fino in fondo, senza per questo assumere uno stile linguistico desueto, quando non tautologico, cioè ripetitivo?". Per don Pompili, i responsabili dei siti internet delle diocesi e delle altre realtà cattoliche debbono prosi anche altre domande: "E' giusto continuare a contrapporre il virtuale al reale? E, d'altra parte, in che modo le due esperienze, obiettivamente diverse, possono integrarsi?".

"Ci sono in giro difensori entusiasti del virtuale che tendono a minimizzare il suo impatto - sottolinea il l'esponente vaticano - così come vi sono ostinati detrattori del virtuale che vorrebbero descriverlo necessariamente come antitesi all'umano". Un altro interrogativo riguarda il "nuovo individualismo che cresce": "In che modo questo individualismo interconnesso ridisegna il territorio umano e, dunque, la dinamica relazionale?". Ma la questione centrale "è quella che si muove tra identità e linguaggi".

In questi anni, ricorda il sacerdote, "non sono mancati pertinenti pronunciamenti da parte del Magistero. Ultimo in ordine di tempo, l'annunciato messaggio per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia) che lascia chiaramente immaginare - e in modo dichiaratamente pro-positivo - che in questo ambito si gioca una partita importante dell'umano".

"Siamo ormai al tempo del Web 2.0", ha spiegato ancora il direttore dell'Ufficio Comunicazioni Sociali della Cei. Ossia "siamo giunti alla realizzazione di un 'reale universo virtuale', non necessariamente alternativo al mondo fisico reale. Era dunque tempo di rivedersi, anche se solo dopo pochi anni, ma quasi un'era geologica in questo ambito".

"Noi non siamo dei "digital native", come tutti i bambini che sono nati dopo la diffusione di internet, in pratica i nostri teenager. Noi siamo probabilmente le ultime generazioni dell'era Gutemberg, appunto degli "immigranti digitali", perché non siamo nati in una società multischermo e non siamo cresciuti, alimentandoci a questa nuova modalità di "fare esperienza", che plasma l'intelligenza e orienta la stessa dinamica affettivo-relazionale". Questa, ha chiarito don Pompili, la "consapevolezza" con cui "faremo il punto" sul "web 2.0".

Ai partecipanti al convegno "Chiesa in rete 2.0", il direttore dell'Ufficio Cei ricorda infine che ciò che "potrebbe essere uno svantaggio - e in parte tale rimane - potrebbe però rivelarsi, a ben guardare, un vantaggio per entrare in maniera più critica e avvertita dentro un mondo decisivo". Secondo Pompili, "proprio la condizione di immigranti digitali aiuterà a valutare meglio questa nuova condizione", confermando che "essere davvero contemporanei richiede una sorta di distanza dall'oggetto, senza lasciarci appiattire su di esso".

In questi giorni è stato anche inaugurato Cathoogle, un motore di ricerca tutto dedicato ai cattolici. E importanti novità riguardano anche YouTube: grazie a un accordo con la Santa Sede, il più popolare sito di video sharing ospiterà discorsi, omelie e interventi del Papa. L'iniziativa, promossa dal Centro televisivo vaticano e dalla Radio Vaticana, sarà annunciata venerdì prossimo, in occasione della presentazione del messaggio del Papa per la 43esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.




[SM=g1336872] [SM=g1336772] [SM=g1336872]
cuix
00venerdì 23 gennaio 2009 14:15
Il Papa: «Internet, dono per l'umanità»

CITTÀ DEL VATICANO - Internet è un «vero dono per l'umanità» e deve essere accessibile a tutti. Parola di Benedetto XVI che nella 43esima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, è tornato su un argomento negli ultimi tempi caro alla Chiesa, quello delle tecnologie digitali e del loro (corretto) utilizzo. Sarebbe «un grave danno» se non fossero accessibili a tutti, e specialmente ai più poveri e agli emarginati, ha sottolineato il Papa, ed «è gratificante vedere l'emergere di nuove reti digitali che cercano di promuovere la solidarietà umana, la pace e la giustizia, i diritti umani e il rispetto per la vita e il bene della creazione. Queste reti possono facilitare forme di cooperazione tra popoli di diversi contesti geografici e culturali».

RISPETTO DELLA DIGNITÀ - Un altro rischio di Internet è la circolazione di contenuti che promuovono «odio e intolleranza», che sfruttano «i deboli e gli indifesi» o di natura pornografica. «Coloro che operano nel settore della produzione e della diffusione di contenuti dei nuovi media - scrive Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali - non possono non sentirsi impegnati al rispetto della dignità e del valore della persona umana. Se le nuove tecnologie devono servire al bene dei singoli e della società, quanti ne usano devono evitare la condivisione di parole e immagini degradanti per l’essere umano, ed escludere quindi ciò che alimenta l’odio e l’intolleranza, svilisce la bellezza e l’intimità della sessualità umana, sfrutta i deboli e gli indifesi».

BANALIZZARE L'AMICIZIA - Il Papa mette in guardia dal rischio di banalizzare il concetto di amicizia nelle reti sociali digitali, come Facebook o MySpace. «Il concetto di amicizia ha goduto di un rinnovato rilancio nel vocabolario delle reti sociali digitali emerse negli ultimi anni - scrive Benedetto XVI -. Tale concetto è una delle più nobili conquiste della cultura umana. Per questo motivo occorre essere attenti a non banalizzare il concetto e l'esperienza dell'amicizia. Sarebbe triste se il nostro desiderio di sostenere e sviluppare online le amicizie si realizzasse a spese della disponibilità per la famiglia, per i vicini e per coloro che si incontrano nella realtà di ogni giorno, sul posto di lavoro, a scuola, nel tempo libero. Quando, infatti, il desiderio di connessione virtuale diventa ossessivo, la conseguenza è che la persona si isola, interrompendo la reale interazione sociale». In conclusione ai giovani cattolici il Papa affida il compito di evangelizzare il «continente digitale», diffondendo la Buona Novella tra i loro coetanei, alla pari degli apostoli tra i popoli pagani del mondo greco-romano: «Sentitevi impegnati a introdurre nella cultura di questo nuovo ambiente comunicativo e informativo i valori su cui poggia la vostra vita».

CANALE SU YOUTUBE - L'approccio del Vaticano alle tecnologie non è solo teorico: la Santa Sede ha aperto e presentato oggi un canale dedicato su YouTube, it.youtube.com/vaticanit, che offre una copertura informativa delle principali attività di Benedetto XVI e degli avvenimenti vaticani più rilevanti. Le immagini sono prodotte dal Centro Televisivo Vaticano (Ctv), i testi sono redatti dalla Radio Vaticana e dallo stesso Ctv. Audio e testo dei videoclip - l’ultimo è il suo messaggio per la pace in Medio Oriente - sono in inglese, spagnolo, tedesco e italiano. Presentando l'iniziativa padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, ha spiegato: «Siamo convinti che dappertutto ci siano persone attente e sensibili, interessate ai messaggi, alle proposte, alle posizioni sui grandi problemi del mondo d'oggi di una autorità morale di alto livello come il Papa, e in generale la Chiesa cattolica. Perciò la scelta di YouTube come piattaforma adatta per diventare presenti sulla Rete, in modo da poter offrire una fonte di riferimento attendibile e continua, aldilà dei moltissimi frammenti di informazione su Papa e Vaticano presenti sulla Rete in modo piuttosto casuale o disperso».
corriere.it
cuix
00lunedì 26 gennaio 2009 17:53
Lefebvriani, bufera dopo il "perdono" - Il rabbino al Papa: relazioni a rischio
CITTÀ DEL VATICANO - Adesso è ufficiale: Benedetto XVI ha revocato la scomunica ai quattro vescovi ultratradizionalisti ordinati illegittimamente da Marcel Lefebvre il 30 giugno 1988. L'atto del «perdono» pontificio è stato pubblicato sabato mattina dalla Sala Stampa Vaticana. E dalla Santa Sede arrivano immediati i chiarimenti a proposito delle polemiche già scatenate nel mondo ebraico e internazionale dalle dichiarazioni revisioniste e negazioniste sull'olocausto ebraico del vescovo lefebvriano Richard Williamson, uno dei quattro vescovi la cui scomunica è stata revocata. Il Vaticano, spiega padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, non condivide in nessun modo le dichiarazioni revisioniste del presule britannico, ma la «revoca della scomunica non c'entra assolutamente nulla» e non significa «sposare le sue idee e le sue dichiarazioni, che vanno giudicate in sé».

IL RABBINO: RELAZIONI A RISCHIO - «Le rassicurazioni di Lombardi però non mettono a tacere le polemiche. La critica più dura alla scelta del Vaticano arriva dal rabbino capo David Rosen, presidente dell’International Jewish Committee for Inter-religious Consultations (Ijcic) e direttore internazionale per gli affari interreligiosi dell’American Jewish Committee (Ajc): con la revoca della scomunica ai lefebvriani - tra di essi il vescovo Richard Williamson - il Vaticano «minaccia il futuro della storica riconciliazione tra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico». «Giovanni Paolo II - afferma Rosen interpellato in Israele per un commento - ha definito l’antisemitismo un peccato contro Dio. La negazione della traboccante documentazione circostanziata della Shoah è antisemitismo nel modo più sfacciato. Nell’accogliere un negazionista nella Chiesa cattolica senza alcuna ritrattazione da parte sua, il Vaticano si è fatto beffa del ripudio e della condanna commovente e impressionante dell’antisemitismo fatta da Giovanni Paolo II. Spero ardentemente - conclude - che il Vaticano affronterà con urgenza questa materia, nel momento in cui minaccia il futuro della storica riconciliazione tra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico».

«DONO DI PACE» - Il decreto di revoca di scomunica è stato firmato il 21 gennaio 2009. Nel comunicato diramato dal Vaticano (leggi), si spiega che il Papa ha accolto la lettera di richiesta di riammissione nella comunità cattolica, inviatagli da Bernard Fellay, superiore dei lefebvriani, lo scorso 15 dicembre 2008. Nelle intenzioni del Pontefice, «questo dono di pace, al termine delle celebrazioni natalizie, vuol essere anche un segno per promuovere l'unità nella carità della Chiesa universale e arrivare a togliere lo scandalo della divisione». «Il santo Padre - recita la nota della Santa Sede - è stato ispirato in questa decisione dall'auspicio che si giunga al più presto alla completa riconciliazione e alla piena comunione».

LE DICHIARAZIONI DI WILLIAMSON - La scomunica era stata inflitta da Giovanni Paolo II al vescovo anti-conciliare Marcel Lefebvre (già sospeso "a divinis" da Paolo VI nel 1976) il 30 giugno 1988, quando il presule ribelle aveva ordinato quattro nuovi vescovi, nella sua roccaforte svizzera di Econe, per preservare, a suo dire, la tradizione autentica cattolica contro la «sovversione e la rivoluzione» introdotte dal Concilio Vaticano II. Lefebvre morì nel 1991. I vescovi riabilitati sono : Bernard Fellay (superiore dei lefebvriani della 'Fraternità di San Pio X), Alfonso de Gallareta, Tissier de Mallerais e Richard Williamson. Quest' ultimo, in un'intervista alla televisione svedese, rilasciata nello scorso novembre ma mandata in onda tre giorni fa, ha affermato di non credere all'esistenza delle camere a gas naziste. Il superiore lefebvriano Fellay ha commentato che si tratta di affermazioni personali, usate strumentalmente per screditare la «Fraternità di San Pio X».

IRRITAZIONE DELLA COMUNITA' EBRAICA - Prima che la scomunica fosse ufficialmente annullata, i leader della comunità ebraica, tra cui gruppi di sopravvissuti all'Olocausto, avevano detto che una simile iniziativa sarebbe stato un pericolo colpo a mezzo secolo di dialogo interreligioso. Il rabbino capo di Roma ha detto che la riabilitazione di Williamson aprirà «una ferita profonda». Il Crif, il cartello delle organizzazioni ebraiche francesi, ha definito il presule britannico «uno spregevole bugiardo il cui solo obiettivo è quello di far rivivere l'odio secolare contro gli ebrei».

«VERSO LA PIENA COMUNIONE» - La revoca della scomunica, spiega padre Lombardi, è un «passo importante sulla via della piena comunione» tra Chiesa cattolica e ultratradizionalisti lefebvriani. «C'è una situazione da definire per l'esercizio del ministero - ha specificato il portavoce della Santa Sede -. E quindi si auspica una piena soluzione della situazione». In merito alla possibilità dei vescovi di restare tali dopo il rientro della Fraternità nella Chiesa Cattolica che sembra ormai vicino, Lombardi ha ricordato che «la loro ordinazione è valida anche se illecita. Così come sono validamente ordinati i sacerdoti della Fraternità». Da parte loro, monsignor Fellay, in una lettera indirizzata ai fedeli lefebvriani, spiega che la revoca della scomunica del Papa ma ribadisce le «riserve» dei tradizionalisti sul Concilio Vaticano II.

corriere.it
cuix
00mercoledì 18 marzo 2009 00:56
"Aids non si cura con preservativi"
Il Papa è giunto in Camerun

L'epidemia di Aids "non si può superare con la distribuzione dei preservativi che, anzi, aumentano i problemi": è quanto ha dichiarato Benedetto XVI, durante il suo viaggio verso l'Africa. Il Papa ha indicato come unica strada efficace contro la patologia particolarmente diffusa nel continente quella di un rinnovo spirituale e umano nella sessualità. Giunto a Yaoundé, in Camerun, il Papa ha tenuto un discorso ai fedeli.



"Tragedia Aids non si supera con i soldi"
Prima dell'arrivo in Africa, il Papa ha ricordato che la Chiesa cattolica fa tanto in Africa contro l'Aids. "E' una tragedia che non si può superare solo con i soldi, non si può superare con la distribuzione di preservativi, che anzi aumentano i problemi". Serve invece, ha proseguito, un comportamento umano morale e corretto ed una grande attenzione verso i malati: "Soffrire con i sofferenti". Il pontefice, conversando con i giornalisti a bordo dell'aereo papale, un Boeing 777 dell'Alitalia, ha poi parlato di crisi economica e del ruolo della chiesa in Africa, lanciando un appello alla comunità internazionale, perché non lasci sprofondare il continente sotto il peso della crisi economica e ha anche ribadito che il mondo della finanza e dell'economia devono ritrovare la centralità dell'etica. Benedetto XVI ha annunciato che di questo parlerà nella sua prossima enciclica: "Era quasi pronta - ha rivelato - ma poi è intervenuta la recessione globale e abbiamo dovuto rilavorarci proprio per offrire un messaggio all'umanità in questa congiuntura". La chiesa - ha poi affermato cambiando argomento - è vicina ai poveri e ai sofferenti, ma non è esente da peccati e deve purificarsi. Rispondendo a chi gli chiedeva se oltre alla quantità sia necessaria anche la qualità nella presenza cattolica nel continente nero, il Papa ha osservato che anche la chiesa non è "una società perfetta". Piuttosto che la purificazione delle strutture - ha indicato - occorre però "una purificazione dei cuori". Il Papa ha anche parlato dell'aggressività dei nuovi movimenti religiosi: "E' vero - ha ammesso - in Africa ci sono problemi con le sette. Noi non annunciamo miracoli o prosperità, al contrario di loro". Tuttavia, ha spiegato, queste nuove chiese sono "molto instabili" e il cattolicesimo può fronteggiarle grazie alla sua struttura e alla sua unità. Poco dopo il decollo, il Papa aveva anche fatto battute sulla sua presunta "solitudine" letta da alcuni commentatori nella sua lettera sulla revoca della scomunica ai lefebvriani. "A dire la verità - ha osservato Ratzinger - devo ridere di fronte a questo mito della solitudine. In nessun modo - ha aggiunto - mi sento solo; ogni giorno vedo i miei collaboratori i capi dicastero, i vescovi".

Il discorso pronunciato a Yaoundé
Appena atterrato sul territorio africano, Bendetto XVI è stato accolto dalle autorità del Camerun, civili, militari e religiose, e da tanti bambini con le bandierine giallo-rosso-verdi. Nel discorso pronunciato a Yaoundé subito dopo il suo arrivo il Pontefice ha dichiarato: "Il messaggio salvifico del Vangelo esige di essere proclamato con forza e chiarezza, cosi' che la luce di Cristo possa brillare nel buio della vita delle persone". "Qui, in Africa, come pure in tante altre parti del mondo, innumerevoli uomini e donne - ha aggiunto il Papa - anelano ad udire una parola di speranza e di conforto. Conflitti locali lasciano migliaia di senza tetto e di bisognosi, di orfani e di vedove. In un Continente che, nel passato, ha visto tanti suoi abitanti crudelmente rapiti e portati oltremare a lavorare come schiavi, il traffico di esseri umani, specialmente di inermi donne e bambini, è diventato una moderna forma di schiavitù"

tgcom.it

[SM=g1336760]
cuix
00mercoledì 18 marzo 2009 20:06
Papa su Aids, "Francia preoccupata"
Kouchner critica parola anti condom

"Grandissima preoccupazione". E' questa la posizione espressa dal ministero degli Esteri francese, Bernard Kouchner, per "le conseguenze" sulla lotta contro l'Aids delle parole di Benedetto XVI sull'uso del preservativo. Preoccupata si è detta anche la Germania. Immediata la replica della Santa Sede attraverso padre Lombardi: "Educazione alla responsabilità, ricerca e assistenza umana, queste le direzioni indicate dal Papa".

"La Francia esprime viva preoccupazione per le conseguenze delle dichiarazioni di Benedetto XVI - ha detto alla stampa il portavoce del ministero degli Esteri, Eric Chevallier - se non ci spetta esprimere un giudizio sulla dottrina della Chiesa, riteniamo che tali dichiarazioni mettano in pericolo le politiche sanitarie pubbliche e gli imperativi di tutela della vita umana".

Le parole del Papa criticate anche dalla Germania
Anche il governo tedesco ha criticato le parole di Benedetto XVI sull'Aids. In un comunicato stampa congiunto le ministre della Salute, Ulla Schmidt, e della Cooperazione economica e dello sviluppo, Heidemarie Wieczorek-Zeul, hanno spiegato che "i preservativi giocano un ruolo decisivo" nella lotta all'Aids. "I preservativi salvano la vita, tanto in Europa quanto in altri continenti", precisa il testo. "Una moderna cooperazione allo sviluppo deve dare ai poveri l'accesso ai mezzi di pianificazione familiare e tra questi rientra in particolare anche l'impiego dei preservativi; tutto il resto sarebbe irresponsabile", conclude il comunicato.



Osservatore Romano: polemica creata dai media
I media hanno sì "percepito" l'importanza del viaggio di papa Benedetto XVI in Africa ma l'hanno ridotto "a un solo aspetto, per di più stravolto in chiave polemica, e cioè quello dei metodi percontrastare la diffusione dell'Aids". Lo afferma il direttore dell'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, nell'editoriale dell'edizione odierna del quotidiano pontificio.

"L'importanza del viaggio ha diversi aspetti - scrive Vian - : la visita (la terza di un Papa in poco più di un ventennio) a due grandi Paesi quali il Camerun, presentato non a torto come un'Africa in miniatura, e l'Angola; la vicinanza che anche in questo modo il vescovo di Roma vuole dimostrare a tutto il continente africano, dove il cattolicesimo è giovane e in vigorosa crescita, su radici antiche e con realizzazioni rilevanti; la dimensione collegiale, che è ancora più accentuata di quanto non sia solitamente nelle visite papali internazionali".

Commissione Ue: "Uso preservativo essenziale"
Il preservativo "è uno degli elementi essenziali nella lotta contro l'Aids e la Commissione Ue ne sostiene la diffusione e l'uso corretto". Lo afferma il portavoce del commissario Ue agli aiuti umanitari Louis Michel, interpellato dall'Ansa a proposito delle parole del Papa.

cuix
00giovedì 19 marzo 2009 19:37
Il Papa: «Aids, efficace lotta della Chiesa»
YAOUNDÈ - Dal Camerun Benedetto XVI è tornato a parlare delle epidemie che affliggono l'Africa, l'Aids, la malaria, la tubercolosi, senza alcun riferimento alle polemiche sull'uso del preservativo e esortando la Chiesa cattolica ad una lotta efficace contro le malattie. Nella capitale, Yaoundè, Ratzinger ha visitato un centro per minori con disabilità fisiche e mentali fondato dal defunto cardinale canadese Paul Leger e ora gestito dallo Stato.

APPELLO AI MEDICI - «Da questo centro - ha detto Benedetto XVI -, che porta il nome del cardinale Leger che venne tra voi per curare i corpi e le anime, non dimentico coloro che, nelle loro case, negli ospedali, negli ambienti specializzati o nei dispensari, sono portatori di un handicap, sia motorio che mentale, né coloro che nella loro carne portano i segni delle violenze e delle guerre. So bene come presso di voi la Chiesa cattolica sia fortemente impegnata in una lotta efficace contro questi terribili flagelli e la incoraggio a proseguire con determinazione questa opera urgente». Il Papa si è poi rivolto ai medici impegnati nel continente africano: «A loro spetta mettere in opera tutto quello che è legittimo per sollevare il dolore e difendere la vita umana dal suo concepimento fino alla sua fine naturale».

BERLUSCONI: «SUO RUOLO» - Il premier Silvio Berlusconi, lasciando il vertice del Ppe a Bruxelles, ha rilasciato ai cronisti un lapidario commento sulle nuove dichiarazioni del Pontefice all'indomani delle polemiche sulle parole circa l'inutilità dei preservativi nella lotta all'Aids: «Ciascuno svolge la sua missione ed è coerente con il suo ruolo». Lancia invece un affondo il leader del Pd Dario Franceschini: «Penso che il profilattico sia indispensabile e da diffondere per combattere l’Aids, la disperazione e la morte in Africa e nei Paesi più poveri del mondo». Si dice contrario alla posizione del Pontefice anche il leader della Lega Umberto Bossi: «L’Aids è molto diffuso, il preservativo aiuta. Forse il Papa non tiene conto della realtà locale. Dice "astenetevi dal peccato", ma il preservativo può aiutare a limitare l’Aids. Se tutti facessero come me che si tengono la propria moglie e stop, non si porrebbe il problema».

L'AFRICA MINACCIATA - Durante la messa celebrata in mattinata allo stadio di Yaoundè davanti a 60mila persone, il Papa ha affrontato un altro argomento indicando la minaccia più pericolosa che insidia il continente africano: la perdita dell'identità, del senso della famiglia, della ricchezza interiore di fronte alle «false glorie» ai «falsi ideali», portati ancora una volta da stranieri, anche se il Pontefice non fa nomi, limitandosi a parlare di «tante persone senza scrupoli». Al termine della messa è stato presentato e consegnato ai vescovi del Camerun il documento Instrumentum laboris, che prepara il prossimo Sinodo Speciale per l'Africa: vi è contenuto un preciso attacco contro le multinazionali, che «continuano a invadere gradualmente il continente per appropriarsi delle risorse naturali. Schiacciano le compagnie locali, con la complicità dei dirigenti africani. Recano danno all'ambiente e deturpano il creato». Anche le campagne di semina di organismi geneticamente modificati - afferma il documento vaticano - finiscono per «rovinare i piccoli coltivatori, indotti a sopprimere le loro semine tradizionali». Nel testo vengono anche attaccati alcuni dirigenti politici africani, che «hanno portato alla rovina le loro società».

L'INCONTRO CON I MUSULMANI - In mattinata Benedetto XVI ha incontrato alla Nunziatura di Yaoundé i rappresentanti dei musulmani camerunensi, ragionando sull'importanza di «una religione genuina che rifiuta tutte le forme di violenza e di totalitarismo». In Camerun l'Islam rappresenta circa il 22% di una popolazione di 17 milioni di persone e intrattiene buoni rapporti con le altre componenti religiose, a partire dai cattolici (27%). Benedetto XVI ha lodato questo esempio di convivenza. Sempre a Yaoundè, nello stadio, ha celebrato una messa davanti a 60mila persone, ricordando la festa di San Giuseppe.

cuix
00domenica 22 marzo 2009 22:21
Il Papa: «Alzati Angola!»

LUANDA - «Popolo di Dio in Angola e in tutta l’Africa del Sud: Alzatevi! Guardate al futuro con speranza, confidate nelle promesse di Dio e vivete nella sua verità». E’ l’appello finale lanciato dal Papa, al termine della solenne messa celebrata nella spianata di Cimangola, a Luanda, nel terzo giorno della sua visita in Angola. «In questo modo - dice Ratzinger - costruirete qualcosa destinato a perdurare e lascerete alla generazioni future un’eredità durevole di riconciliazione, di giustizia e di pace». I giovani sono, per il Papa, «la speranza del futuro dell’Africa, la promessa di un domani migliore. Cominciate fin da oggi a crescere nella vostra amicizia con Gesù», conclude Ratzinger, secondo cui «la chiesa ha bisogno della vostra testimonianza. Non abbiate paura di rispondere generosamente alla chiamata di Dio».

«LE TENEBRE CHE OSCURANO L'AFRICA» - Sono tante le «tenebre» che «oscurano» l'Africa e contro le quali bisogna combattere. Benedetto XVI le ha elencate nella straordinaria omelia pronunciata alla spianata di Cimangola. «Pensiamo - ha elencato - al flagello della guerra, ai frutti feroci del tribalismo e delle rivalità etniche, alla cupidigia che corrompe il cuore dell'uomo, riduce in schiavitù i poveri e priva le generazioni future delle risorse di cui hanno bisogno per creare una società più solidale e più giusta».

«IDEALI SOPPIANTATI DALL'EGOISMO» - Ma a ben vedere la loro radice è sempre in quell«'insidioso spirito» di egoismo che, ha affermato il Pontefice, «chiude gli individui in se stessi, divide le famiglie e, soppiantando i grandi ideali di generosità e di abnegazione, conduce inevitabilmente all'edonismo, all'evasione in false utopie attraverso l'uso della droga, all'irresponsabilità sessuale, all'indebolimento del legame matrimoniale, alla distruzione delle famiglie e all'eliminazione di vite umane innocenti mediante l'aborto».

«DIVENTARE UOMINI DI SAGGEZZA E DI PACE» - «La luce è venuta nel mondo ma gli uomini hanno amato più le tenebre che non la luce», ha ricordato Papa Ratzinger citando il Vangelo e ha aggiunto che questo è accaduto anche in Africa. Ma lo stesso Vangelo, ha aggiunto, ci dice di non disperare e che dobbiamo costruire «una società veramente ed autenticamente africana nel suo genio e nei suoi valori». Ci annuncia «un futuro di speranza e ci promette la forza per realizzarlo:. Dio ci ha creati in Cristo Gesù per vivere una vita giusta, una vita in cui pratichiamo opere buone secondo la sua volontà. Ci ha donati i suoi comandamenti, non come un fardello, ma come una fonte di libertà: della libertà di diventare uomini e donne pieni di saggezza, maestri di giustizia e di pace, gente che ha fiducia negli altri e cerca il loro vero bene». «Dio - ha concluso il Papa - ci ha creati per vivere nella luce e per essere luce per il mondo intorno a noi».


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Parigi: scontri tra manifestanti pro e contro il Papa sull'uso dei profilattici

PARIGI – Insulti, spintoni, lanci di uova, qualche pugno e alla fine l’intervento della polizia. È finita così la manifestazione organizzata da Act Up domenica mattina davanti alla cattedrale di Notre Dame per contestare il Papa e la presa di posizione contro l’uso di preservativi in Africa. Il sit-in non è piaciuto ai ragazzi della parrocchia che hanno cercato di interromperlo in modo violento.

MESSA – Una trentina di attivisti dell’associazione che lotta contro l’Aids si erano dati appuntamento davanti a Notre Dame, all’uscita della Messa domenicale, per distribuire profilattici, scandendo slogan contro Benedetto XVI, ritratto su manifesti con la scritta «assassino». Con loro anche militanti verdi e comunisti. Un gruppo di giovani parrocchiani però non ha gradito e, brandendo locandine con la scritta «non toccate il mio Papa», hanno cercato di interrompere la manifestazione. Prima lanciando uova, poi venendo alle mani con gli attivisti. Alla fine, un consigliere comunista è rimasto leggermente ferito e la polizia è intervenuta procedendo al fermo di tre persone.

SONDAGGI – Secondo un sondaggio pubblicato domenica dal settimanale Journal du Dimanche, il 43% dei cattolici francesi chiede le dimissioni del Papa. Inoltre, per il 49%, il pontefice difenderebbe male i valori della Chiesa. Per l’84%, il Vaticano dovrebbe cambiare posizione su aborto, omosessualità, matrimonio dei divorziati e contraccezione. Nei giorni scorsi, il governo francese aveva criticato l'intervento di Benedetto XVI . «Il Papa», ha dichiarato domenica Nadine Morano, segretario alla Famiglia, cattolica praticante, «mi sciocca, perché il profilattico non deve essere visto come qualcosa che non dà la vita, ma come qualcosa che non dà la morte».

corriere.it
cuix
00domenica 22 marzo 2009 22:37
Condom sul crocifisso: è polemica

Napoli, esposta opera d'arte contestata
"E' chiaro che, quando manca l'ispirazione artistica, si tenta di far parlare di sé anche con operazioni artistiche di pessimo gusto". E' il commento del sindaco di Napoli, Rosa Iervolino Russo parlando dell'opera esposta, un crocifisso velato da un condom, al museo Pan che ha suscitato aspre polemiche. L'opera si chiama "Sacred Love", creata da Sebastiano Deva. "Nessuna censura, ma qui manca proprio l'arte", ha aggiunto il sindaco.

''Naturalmente, quando chiedo il rispetto del sacro, mi riferisco a tutte le religioni e non intendo comprimere la libertà dell'arte. Ma, lo ripeto, in questo caso, quello che manca è proprio l'arte, mentre regna sovrano il pessimo gusto. Sono sicura che la saggezza dell'Assessore Oddati eliminerà questo sconcio, senza naturalmente che il Pan e l'arte abbiano a soffrire''. ha chiosato la Iervolino.

tgcom.it
cuix
00mercoledì 25 marzo 2009 21:04
Aids,Avvenire:"Francia supponente"
I vescovi italiani tornano a difendere le posizioni del Papa su Aids e preservativo dalle pagine di Avvenire, quotidiano della Cei, dopo le critiche ribadite da Francia e Germania. In Occidente ci sono "soloni" convinti che il profilattico sia "liberatorio e salvifico". Forse un alibi - si legge in un editoriale della direzione - "per coscienze di un Occidente chino a contemplare l'ombelico delle proprie convinzioni e a dissimulare propri egoismi".

"A Parigi si continua a coltivare l'ambizione - si legge in un editoriale della direzione dal titolo 'Aids, interessate supponenze di Francia (e d'Occidente)' - di dare lezioni al Papa, a questo Papa", che ha "osato" invitare i popoli africani ad "alzare testa e voce" e "riconoscere appieno" il ruolo delle donne. Critiche che - secondo Avvenire - giungono da "occhi occidentali, teste occidentali" con "un po' della irrefrenabile supponenza di chi in Africa, come in tutto il sud del mondo, è sempre andato da padrone".

Le parole del Papa su Aids e preservativi - prosegue il giornale dei vescovi - sono suonate scandalose, "in particolare, in terra di Francia, agli orecchi di reattivi ministri e portavoce governativi, pensosi intellettuali, di solerti professoroni", convinti, insieme ai "soloni" del resto d'Occidente, incluso quello Oltreoceano, che il profilattico sia "liberatorio e salvifico". Forse un alibi - conclude il giornale - "per le coscienze di un Occidente ricco e sentenzioso, più che mai chino a contemplare l'ombelico delle proprie convinzioni e a dissimulare i propri egoismi".
Mezcal82
00giovedì 26 marzo 2009 19:36
Io ovviamente continuo a leggere senza commentare....
cuix
00venerdì 27 marzo 2009 00:13
Re:
Mezcal82, 26/03/2009 19.36:

Io ovviamente continuo a leggere senza commentare....




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