00 23/01/2009 00:46
«Stalinista». «Piduista»: rissa massone

Gustavo Raffi da Ravenna è furibondo: «Calunnie! E un Gran Maestro come me alle calunnie non risponde! Questo solo posso dire: sono rigurgiti del passato. Relitti piduisti. Nostalgici che non mi hanno perdonato la battaglia contro Licio Gelli e la posizione durissima che ho assunto contro la loggia P2...». Tutto si può dire del Grande Oriente d'Italia, tranne che sia un monolito dove qualsiasi voce critica è sopita. Anzi, su Internet il Gran Maestro Gustavo Raffi viene definito in questi giorni «golpista», «pataccaro», «azzeccagarbugli», «uso a metodi staliniani», «attaccato in modo passionale alla poltrona». E ancora: «O Papa Raffi si toglie dai piedi o me ne vado io», «quest'uomo non ci rappresenta più», «necessita una ghigliottina iniziatica», «se lo rieleggono io entro in sonno» e pure un definitivo: «Aridatece Er Puzzone Di Bernardo», che sarebbe un altro ex Gran Maestro successore di Armando Corona— il grande vecchio della massoneria italiana ora in volontario esilio nella sua Cagliari — e poi rapidamente sfiduciato dopo un'altra delle ricorrenti battaglie interne. Quella in corso è particolarmente cruenta. Perché amplificata dalla rete. Da siti come www.grandeoriente-libero. com, dove si lanciano accuse riprese ieri sulla prima pagina di Italia Oggi, in un articolo firmato dal direttore Franco Bechis. A marzo si sceglie il nuovo capo del Grande Oriente. Secondo i suoi avversari, Raffi — che ha già fatto due mandati — sarebbe stato ineleggibile; se non fosse per una capziosa omissione.

La norma per cui «il Gran Maestro dura in carica cinque anni ed è rieleggibile per un solo mandato di pari durata » è divenuta «il Gran Maestro è rieleggibile per un mandato di pari durata»; sparito il «solo», ecco spuntare il terzo mandato per Raffi. Che dal suo studio legale di Rimini risponde indignato: «E che cosa cambia? Quel "solo" non modifica nulla. Io sono stato eletto la prima volta nel '99 con un sistema, e sono stato rieletto nel 2004 con un sistema radicalmente diverso, più democratico. Prima, se nessun candidato raggiungeva la maggioranza assoluta, la decisione veniva presa dalla Gran Loggia. Io ho cambiato tutto: un maestro, un voto. C'è un precedente: anche Armando Corona ebbe prima un mandato di tre anni, e alla scadenza si cambiarono le norme e venne rieletto per un altro quinquennio. Per me l'ultimo mandato sarà il prossimo. Non avrei voluto neanche ricandidarmi, ma sono stato costretto a farlo». Costretto? «Di fronte al ritorno di un passato vergognoso, è essenziale per la massoneria e per il Paese che al vertice del Grande Oriente ci sia un sincero democratico...». Le accuse contro Raffi però non si fermano qui. Si parla di privilegi, carte di credito oro, cuoca personale, arredi lussuosi, e soprattutto stipendio raddoppiato. «Altre falsità — replica lui, con la voce sempre più dolente —. Quando mi hanno eletto, l'indennità era di 185 milioni l'anno. Indennità, non stipendio: non dà diritto a prestazioni pensionistiche, praticament e è un contratto co.co.co... Fatto sta che la Gran Loggia, non la giunta, stabilì di adeguarla a 250 milioni l'anno. E lì è rimasta. Nessun raddoppio, anzi potere d'acquisto nettamente ridimensionato. E poi, che umiliazione, per uno come me, dover parlare di vil metallo... Uno che ha portato il Grande Oriente ai massimi storici, a ventimila iscritti, a riallacciare i rapporti con Francia, Svizzera, Belgio, a scegliere la massima trasparenza. Per questo i miei nemici aprono, rigorosamente all'estero per non essere identificati, siti misteriosi da cui mi riempiono di fango». La accusano anche di aver fatto organizzare le trasferte a Rimini, la sua città, per la riunione annuale della Gran Loggia, dalla Tamarindo, «tour operator della famiglia Raffi... ». «Non è il tour operator della famiglia». Di chi è? «Di un membro della mia famiglia». Quale membro? «Un fratello massone». Fratello massone? «Va be', è anche mio fratello». Tutti al congresso con la sua agenzia? «Ma non era obbligatorio! Era un'opportunità. Mica era vietato venirci con mezzi propri!». I suoi critici dicono che le camere in convenzione costavano 15-20 euro in più dei prezzi normali. «Altre menzogne. Il confronto è stato fatto con periodi in cui a Rimini non c'erano convegni né fiere. E si sa che, se gli alberghi sono vuoti, gli albergatori abbattono i prezzi...». Ma il punto che più addolora il Gran Maestro è quello politico. «Il cuore della massoneria batte a sinistra » è la frase che gli viene attribuita, oltretutto prima delle elezioni da cui la sinistra è uscita disastrosamente sconfitta. «Frase mai pronunciata. Così come non mi sono mai sognato di indicare come iscritto al Grande Oriente il coordinatore di Forza Italia Denis Verdini: appena la falsa notizia ha cominciato a girare, ho prontamente smentito! La massoneria non ha tessere, non conosce Berlusconi o Veltroni: noi rispettiamo tutte le idee. Io ho fatto politica, quando nell'89 fui eletto Grande Oratore ero segretario della federazione del Pri di Ravenna, ma mi dimisi subito. Certo che in politica bassezze simili non ne avevo mai viste... ». Può essere, però scusi che c'entra Gelli? «Pago il coraggio con cui mi sono opposto al ritorno del passato, con cui ho dato la mia definizione della P2...». Sarebbe? «La P2 sta al Grande Oriente come le Brigate Rosse stanno al partito comunista. Capisce? Ora è tutto chiaro?».
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