00 30/05/2009 21:34
G8 sicurezza, il documento finale "Lotta al terrorismo ma nel diritto"
I ministri Maroni e Alfano

ROMA - In una Roma blindata dall'arrivo dei manifestanti anti-G8 è terminato il vertice del G8 dei ministri dell'Interno e della Giustizia. Lotta congiunta al terrorismo, alla pirateria e ai furti di identità, confisca dei beni della criminalità: questi i temi fissati nell'agenda dei prossimi mesi.

Terrorismo. I gruppi terroristici internazionali "mantengono una significativa capacità offensiva ed evidenziano notevole flessibilità organizzativa, adeguando strutture e modelli operativi ai vari contesti". Per questo motivo i ministri manifestano "particolare preoccupazione", per "la capacità costante di radicalizzazione e reclutamento che genera il terrorismo internazionale".

La cooperazione antiterrorismo tra i paesi del G8 è quindi "essenziale" e va consolidata "con strumenti quali l'analisi congiunta della minaccia, lo scambio di conoscenze e buone prassi". Ma la lotta al terrore deve avvenire, si sottolinea nel comunicato finale, "nel rispetto del diritto".

Cybercrimine. La minaccia terroristica attuata attraverso la criminalità informatica costituisce "un rischio rilevante di destabilizzazione per interi paesi e un pericolo grave per il sistema si sicurezza globale". Il ministro Maroni ha annunciato, in tema di prevenzione, "una iniziativa con Poste Italiane volta a creare un centro di eccellenza mondiale per la lotta alla cybercrime". E' in corso di sviluppo "un sistema di reazione agli attacchi molto efficace, che sarà messo a disposizione degli altri paesi del G8".

Lotta contro la pirateria. Per i Grandi bisogna "garantire una sanzione adeguata qualora ci si trovi di fronte a prove certe" ed è necessario "rafforzare i sistemi di giustizia penale nelle regioni in cui si verifica il fenomeno della pirateria. Bisognerà lavorare sulla necessità di applicare procedure corrette ed efficaci per disciplinare le indagini, l'arresto e il perseguimento dei responsabili degli attacchi di pirateria, nel rispetto del principio del giusto processo e dei diritti umani dell'imputato".

Nel testo i ministri spiegano che "verrà incoraggiato lo sviluppo di misure idonee a privare i pirati dei proventi della loro attività criminale e sarà dato pieno sostegno all'azione internazionale finalizzata ad assicurare l'esistenza di un adeguato strumentario giuridico (legal tool book) nella lotta contro la pirateria".

Furti di identità. Uno dei temi più dibattuti dai ministri presenti al vertice è stato quello dei furti di identità. "La crescita a livello mondiale dei furti di identità è un fenomeno che "minaccia la sicurezza finanziaria e personale degli individui e i diritti di proprietà intellettuale e mina gli sforzi per mantenere la sicurezza interna".

I ministri hanno rimarcato "l'uso criminoso dei social network, dei servizi criptati, dei servizi Voip e del Domain name System e di altri nuovi e sempre più gravi attacchi da parte dei criminali contro i sistemi informatici". Per far fronte a queste insidie, i rappresentanti del G8 hanno evidenziato l'importanza della collaborazione tra i providers e le forze di polizia per l'attività di tracciamento on line durante le investigazioni, e della "cooperazione tra gli Stati per dare risposte tecnologicamente all'avanguardia".

Confisca beni. Nella dichiarazione finale dei ministri del G8 si sottolinea "di voler puntare sulla cooperazione internazionale nell'esecuzione di ordini di confisca all'estero, basati su condanne e non, anche in particolare in relazione ai paesi in via di sviluppo".

Respingimenti e lotta alla mafia. Il ministro degli Interni Roberto Maroni ha voluto rimarcare i presunti successi del governo nella lotta alla mafia e nella politica dei respingimenti dei clandestini. "Mai come in questo momento, la lotta alla mafia sta conoscendo una stagione di successi, riconosciuti da tutti tranne che da qualche giornale". E poi sui respingimenti: "Sono delle operazioni in linea con il diritto comunitario e internazionale, solo qualche "anti-razzista di professione li contesta a priori".

Sul possibile arrivo in Italia dei detenuti del carcere di Guantanamo Maroni ha detto: "Sono contrario ma resto convinto che una decisione debba essere presa a livello europeo".


In piazza San Papier e anti G8
"Siamo tutti immigrati clandestini"


ROMA - "Siamo tutti clandestini". "Noi la crisi non la paghiamo", "Se non cambierà, lotta dura sarà", e l'inossidabile "El pueblo unido jamas serà vencido". Sono alcuni degli slogan gridati dai manifestanti al corteo organizzato dalla Rete No-G8, che si è si è snodato lungo le vie del centro di Roma nel giorno conclusivo del vertice dei ministri del G8 della Giustizia e dell'Interno, presieduta dai ministri Angelino Alfano e Roberto Maroni.

"Siamo più di 20mila", hanno detto gli organizzatori della manifestazione. Come di consueto la stima della questura è drasticamente più bassa: solo 4 mila persone in corteo. Unico neo, un piccolo tafferuglio scoppiato nei pressi di piazza Vittorio, il quartiere multietnico per eccellenza della capitale.

Blitz anti-G8. La manifestazione è stata preceduta da una giornata di 'blitz' anti G8 della Sinistra antagonista. Intorno alla mezzanotte, si legge in una nota degli Autorganizzati Roma, "è stato steso in piazza Trilussa (piazza ormai militarizzata tutti i weekend con reparti antisommossa) uno striscione di dieci metri con scritto 'Out of control - G8 - blockit'.

Oggi, invece, i ragazzi del liceo Virgilio hanno fatto una serie di azioni, culminate con l'intralcio del traffico su lungotevere dei Tebaldi con il lancio di centinaia di palloncini "colorati e ribelli". E questa mattina due uomini e una donna si sono incatenati davanti all'ambasciata spagnola a Piazza di Spagna, a Roma, per protestare contro il G8 e perorare la causa del separatismo basco e chiedere l'amnistia per i prigionieri politici.

Il corteo. La manifestazione è partita con un ritardo di circa due ore e mezza rispetto all'orario previsto. Alle 14, infatti, piazza di Porta maggiore era ancora deserta. Per un paio d'ore gli unici slogan erano quelli che campeggiavano sulle magliette dei venditori ambulanti al centro della piazza: da 'Boycot' a 'Resistere', passando per 'Se la risposta è Berlusconi, allora la domanda è sbagliata', fino a 'Disobbedisco'.

Lentamente la piazza romana si è andata riempiendo. I primi vessilli a essere issati sono stati quelli di Rifondazione comunista-Pdci e del Partito comunista dei lavoratori. Presenti anche bandiere dei Cobas, di Rdb, dei comitati no Dal Molin. Poi i colori della Palestina e le semplici bandiere rosse.

"San Papier". Tra musica e striscioni, il corteo ha iniziato a muoversi verso le 16,30 controllato a vista dalla polizia e dai ragazzi del servizio d'ordine, tutti in maglietta bianca. Una bambina immigrata per gran parte della manifestazione, ha issato un manifesto con ritratto un santo di colore, con tanto di aureola, e con su scritto "San Papier". Subito dietro una grande scritta, in rosso, "Diritti di cittadinanza globale". Al passaggio del corteo molti commercianti stranieri, soprattutto cinesi, hanno abbassato le serrande dei negozi: "Abbiamo paura che possa succedere qualcosa ai nostri magazzini", hanno spiegato.

"Pacchetto insicurezza". Tanti gli stranieri, giunti anche da diverse parti d'Italia. Hanno voluto manifestare il loro dissenso per quello che hanno definito il ''pacchetto insicurezza'' che, hanno denunciato, spingerà le comunità immigrate in Italia sempre più ''nel buco nero'' dell'illegalità e della clandestinita'. Tra i manifestanti anche una delegazione da Castelvolturno, uno dei luoghi simbolo dell'immigrazione clandestina, territorio di reclutamento della camorra e dello spaccio di droga. Omar, nigeriano-campano, ha lanciato dal corteo la sua idea: permesso di soggiorno per tutti, valido per un anno, poi se uno trova lavoro rimane altrimenti viene mandato via".

Cori. Non sono mancati cori contro il sindaco di Roma Gianni Alemanno, in particolare quando il corteo è passato sotto al Campidoglio, contro il premier Silvio Berlusconi e il ministro dell'Interno Roberto Maroni e contro i politici del Pdl. Poi, dopo qualche metro, la musica è cambiata. Giunti in via delle Botteghe Oscure, davanti a quella che fu la sede del Pci, i manifestanti hanno intonato "Bella ciao" e scandito slogan in ricordo di Carlo Giuliani.

Piccoli tafferugli. Tensione e piccoli tafferugli hanno interrotto, all'altezza di piazza Vittorio, l'atmosfera festosa del corteo. "A Via Buonarroti, una traversa di piazza Vittorio, un gruppo di fascisti ha tirato bottiglie di vetro al passaggio del corteo - dicono alcuni manifestanti - Qualcuno li ha rincorsi ma il gruppo dei provocatori è riuscito a dileguarsi". Ma a quel punto è accaduto l'incredibile: secondo una ricostruzione cinque ragazzi della rete Rash (Red and anarchist skin heads), una formazione di estrema sinistra, avrebbero tentato di rientrare tra i manifestanti in corteo che, temendo si trattasse di fascisti, li hanno respinti. La polizia in borghese è intervenuta per placare gli animi e, temendo un linciaggio, ha caricato in auto i cinque Rush, che sono stati identificati e rilasciati. Poi sono stati subito dopo riammessi alla manifestazione. Accolti da un lungo applauso.

repubblica.it