00 11/02/2010 00:31
G8 sardo, indagato Guido Bertolaso, arrestato Balducci, responsabile dei lavori

ROMA - Una tempesta si è abbattuta su Giodo Bertolaso. Il capo del Dipartimento della Protezione civile ha rimesso il suo mandato perché coinvolto in una inchiesta della Procura di Firenze sulla regolarità degli appalti per il G8. Berlusconi ha respinto le dimissioni e il governo fa quadrato intorno a lui. I carabinieri hanno perquisito la sua abitazione e i suoi uffici. In manette, con l'accusa di corruzione, quattro persone tra cui Angelo Balducci, presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, l'uomo indicato dalla Protezione Civile per realizzare le opere per il G8 alla Maddalena poi trasferito all'Aquila. Nell'inchiesta anche il procuratore aggiunto della Repubblica di Roma, Achille Toro, già indagato nel 2006 per la fuga di notizie nel caso Unipol-Bnl.

Bertolaso ministro? Gianni Letta e Sandro Bondi hanno confermato la stima e la fiducia per Bertolaso che, fra pochi giorni, dovrebbe essere nominato ministro. E' probabile che questa ipotesi sia messa in discussione dall'opposizione, ma anche da alcuni settori della stessa maggioranza. Il Pd si è già fatto sentire per bocca del segretario Bersani che ha parlato di "fatto grave".

Gli altri tre arresti. Le altre tre persone finite in carcere sono Fabio De Santis, successore di Balducci come "soggetto attuatore", Diego Anemone dell'omonimo gruppo, che si è aggiudicato la conversione dell'ex arsenale della Maddalena e che aveva interessi nei lavori per i Mondiali di nuoto. L'altro è Mauro della Giovampaola, ha occupato incarichi di rilievo nella Protezione civile, è braccio destro dell'architetto Elisabetta Fabbri, commissario straordinario per i Nuovi Uffizi, e fa parte della struttura incaricata di realizzare le opere per i 150 anni dell'Unità d'Italia, fra cui l'Auditorium della musica di Firenze. Tutti gli arrestati avevano ricevuto come benefit automobili, partecipazioni azionarie e la ristrutturazione dei rispettivi appartamenti. Tutto è avvenuto nell'ambito di un'indagine dei carabinieri del Ros sugli appalti necessari per il G8 alla Maddalena nel 2008. Nell'inchiesta sono indagate altre 20 persone tra le quali - stando alle prime indiscrezioni - anche un magistrato romano.

Il ruolo di Balducci. Balducci era stato nominato "soggetto attuatore" delle opere per il G8 alla Maddalena con ordinanza della Protezione civile del 2008. Successivamente era stato sostituito nell'da Fabio De Santis. Non è mai stato un dirigente della Protezione civile. In passato aveva avuto incarichi per gli interventi legati ai 150 anni dell'Unità d'Italia e per la ricostruzione del Petruzzelli di Bari. E' stato, inoltre, provveditore alle opere pubbliche di Lazio e Sardegna. Risulta indagato anche a Roma sia per gli appalti dei Mondiali di nuoto 2009 che per altri grandi eventi compresa la parte romana delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia in programma nel 2011.

La lettera di Balducci a Bertolaso. "Rigoroso rispetto delle normativa" nell'aggiudicazione degli appalti; nessun segreto di Stato sui criteri di selezione; progetti approvati da un comitato di otto professori universitari; nessun legame tra la famiglia Balducci e l'Impresa Anemone Costruzioni, a cui sono state affidate opere per oltre 52 milioni di euro; nessuno ha lavorato in nero nei cantieri della Maddalena. In una lunga lettera a Bertolaso, datata 24 dicembre 2008, Balducci chiariva la sua azione di "soggetto attuatore" degli interventi preparatori del G8, contestando quanto l'Espresso aveva scritto sull'argomento.

L'origine dell'inchiesta. Ad avviare l'inchiesta sono state alcune intercettazioni del Ros nell'ambito dell'inchiesta di Firenze sull'urbanizzazione dell'area di Castello, di proprietà dell'imprenditore Salvatore Ligresti, finita sotto sequestro nel novembre 2008 su richiesta della Procura del capoluogo toscano. In quel caso il costruttore, di origine siciliana, presidente onorario di Fondiaria Sai, è indagato assieme con il suo braccio destro Fausto Rapisarda, con gli ex assessori comunali Graziano Cioni (Sicurezza sociale) e Gianni Biagi (Urbanistica), con due architetti progettisti. Per tutti, l'ipotesi di reato formulata è concorso in corruzione. E' proprio uno dei due architetti indagati per la vicenda di Castello, il fiorentino Marco Casamonti, l'anello di congiunzione con Balducci. Casamonti, titolare dello studio Archea, uno dei progettisti dell'hotel a cinque stelle che alla Maddalena avrebbe dovuto ospitare i capi di Stato e di governo. E' stato durante le intercettazioni delle telefonate di Casamonti che è spuntato il nome di Balducci, il quale viene poi intercettato a sua volta. Casamonti questa mattina è stato perquisito: per lui l'accusa è di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Si indaga sui grandi eventi. Verte sui progetti per i "grandi eventi" l'inchiesta di Firenze. Secondo i magistrati, avrebbe rivelato una serie di corruzioni per appalti di alcune grandi opere che sarebbero stati assegnati nel quadro di uno scambio di favori tra dirigenti dello Stato e imprenditori. Da indiscrezioni, emerge che l'inchiesta fiorentina si intreccia con quelle romane sugli appalti per le celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia, sui Mondiali di nuoto e sul mancato G8 alla Maddalena.

La Corte dei Conti. Il dossier sul caso-Maddalena era già finito sulle scrivanie della Procura della Corte dei Conti, anche in seguito all'inchiesta di Repubblica sul flop del G8 fantasma, in seguito trasferito all'Aquila. Al centro degli accertamenti della magistratura contabile c'erano gli sprechi e lo stato di abbandono delle strutture. Lavori che, a otto mesi dalla fine dei lavori, non hanno prodotto neanche un posto di lavoro né rilanciato l'economia dell'isola. La Corte dei Conti stava già indagando sulle spese sostenute: 327 milioni (dati della Protezione civile) utilizzati dal governo attraverso la struttura di missione del G8. Gli interventi hanno riguardato l'ex Arsenale e l'ex ospedale militare. Oggi le strutture versano in condizioni di incuria, degrado e abbandono, tra soffitti crollati, tetti scoperchiati, porte danneggiate, infiltrazioni d' acqua. Un sopralluogo effettuato la settimana scorsa da Bertolaso alla Maddalena era servito invece a stabilire che - secondo il sottosegretario - tutte le strutture "godevano di ottima salute" e che, tutt'al più sarebbero necessari piccoli lavori di manutenzione.

Chi è Angelo Balducci. Ingegnere civile, sposato, due figli, Balducci, esecutore per le opere del G8 alla Maddalena, ha alle spalle una lunga carriera nei Lavori Pubblici, da quando nel 1976 vinse un concorso al ministero. Ha lavorato per il Commissario delle zone terremotate in Friuli; negli anni '80 come Ingegnere Capo per per il programma di realizzazione delle Capitanerie di Porto italiane. Diventa successivamente provveditore alle Opere pubbliche del Piemonte e Valle d'Aosta, poi della Lombardia e successivamente del Lazio. Per il ministero degli Esteri è stato incaricato della realizzazione e manutenzione di ambasciate e istituti di cultura all'estero. E' stato responsabile per le zone terremotate di Umbria e Marche. Ha avuto incarichi legati al 150° anniversario dell'Unità d'Italia e per la ricostruzione del Petruzzelli di Bari. Dopo l'incarico per l'esecuzione dei lavori alla Maddalena, è stato nominato Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi per i Mondiali di nuoto 'Roma 2009'.

Bertolaso rimette tutti gli incarichi
Berlusconi respinge le dimissioni

Un'ora dopo aver appreso la notizia delle indagini che lo riguardano, Bertolaso ha annunciato di aver rimesso tutti i suoi incarichi nelle mani del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ma il governo, da subito con Gianni Letta, è sembrato intenzionato a respingerle. Fino alla presa di posizione di Silvio Berlusconi fatta trapelare da Palazzo Chigi e poi ribadita dallo stesso premier: "Il Cdm ha respinto le dimissioni di Bertolaso sia da sottosegretario che da capo della Protezione Civile e gli ha tributato la conferma anche con un applauso. L'ho comunicato a Bertolaso. E mi è parso che abbia intenzione di continuare, ma non so con quale voglia. Si è speso notte e giorno per il bene del Paese".

"Rimetto tutti i mandati". Bertolaso annuncia di aver rimesso i suoi incarichi nelle mani del premier, in una nota afferma "mi sono sempre definito un servitore dello Stato e, come sempre, rimango a disposizione del mio paese", poi va a Palazzo Chigi. Sulle indagini dice di voler chiedere, al pm che se ne sta occupando, "di procedere al più presto al mio interrogatorio, così da poter fornire tutte le informazioni in mio possesso. E' stato assicurato pieno supporto al personale della polizia giudiziaria al quale sono stati consegnati tutti i documenti. Ribadisco ancora una volta - insiste - la più totale fiducia nell'operato della magistratura".

La difesa di Letta. "Spero che il presidente Berlusconi rinnovi a Bertolaso, a nome di tutto il governo, la sua fiducia. La mia l'ha sicuramente". Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio fa subito capire che l'esecutivo era intenzionato a respingere le dimissioni. "Conoscete la stima che ho per Bertolaso e non posso che confermarla nella maniera più seria e più convinta. Sono sicuro che chiarirà presto ogni cosa. E' coinvolto marginalmente in una vicenda che riguarda altre persone".

Dimissioni respinte al Cdm. Gianni Letta è poi sceso personalmente in sala stampa a Palazzo Chigi confermando la notizia che Berlusconi ha respinto le dimissioni. "Dopo le parole del premier - afferma Letta - in Consiglio dei ministri è esploso un applauso. Mi auguro che Bertolaso possa rimanere al servizio del nostro Paese per molti anni ancora". ''Il presidente - ha proseguito Letta - lo ha ringraziato per la disponibilità e ne ha colto una volta di più la dedizione alle istituzioni e il senso dello Stato. Né ritiene assolutamente di doverle cogliere ed invitarlo alle dimissioni''. Il premier, ha riferito ancora Letta, ''è sicuro che Bertolaso potrà chiarire ogni cosa, si augura che lo faccia al più presto e gli ha chiesto di continuare a dare al Paese quel contributo straordinario di generosità, quell'impegno e fatica con i quali ha raggiunto risultati straordinari''.

Berlusconi. Il premier ha parlato al telefono con Bertolaso, "gli ho riferito dell'applauso in Cdm e lui mi è parso voler continuare", ha detto Berlusconi nel corso della presentazione del libro di Bruno Vespa. "C'è uno sport nazionale, deprimere chi fa il bene del paese, un male italiano che mi sento di denunciare", ha aggiunto il premier che ha parlato di "una categoria di persone pagata con i soldi dei contribuenti che si esercita a perseguitare con processi sempre e comunque infondati". Per concludere: "Lo volevo fare ministro, ora vedremo".

Le reazioni. "Qualunque paese civile eleverebbe un monumento a una persona come lui" dichiara il coordinatore del Pdl Sandro Bondi. Duro il leghista Castelli: "Assistiamo a un intervento devastante della magistratura, che stavolta va a colpire quella che probabilmente è una delle più efficienti strutture dello Stato''. Solidarietà dal ministro Mariastella Gelmini, e parla di "assoluta trasparenza del suo comportamento" Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi e parlamentare Pdl. "Una grande risorsa per il nostro Paese" è il giudizio del ministro per l'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Sulla "probità" di Bertolaso nessun dubbio per il leader dell'Api Francesco Rutelli. Anche il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, ribadisce a Bertolaso "profonda amicizia e stima". "Gli auguro che l'inchiesta accerti velocemente l'accaduto e spero nella sua estraneità'', dice la presidente della Provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane. "In questi posti i cittadini gli vogliono molto bene", commenta il procuratore capo dell'Aquila, Alfredo Rossini, titolare insieme al pm Fabio Picuti dell'inchiesta sui crolli del 6 aprile.

Bersani: "Un fatto grave". Severo il commento del segretario del Pd: "Un fatto grave". E "la magistratura deve fare il suo compito e fare luce il più rapidamente possibile". Bersani aggiunge che "alla politica tocca considerare le procedure. L'occasione l'abbiamo anche adesso in Parlamento sul decreto sulla Protezione civile e questo è il tema di fondo su cui il legislatore deve prendere decisioni molto attente". Il Pd sollecita il governo a rinunciare al decreto, approvato ieri al Senato, che stabilisce la riorganizzazione della Protezione Civile. La richiesta è stata rivolta formalmente dal capogruppo democratico alla Camera Dario Franceschini, al ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, nel corso della conferenza dei presidenti dei gruppi a Montecitorio. "Non entro nel merito delle inchieste giudiziarie che in queste ore sta conducendo la magistratura - dice Anna Finocchiaro, presidente dei saenatori Pd - né voglio esprimere giudizi e opinioni sulle persone. La giustizia farà il suo corso. Ma quello che sta avvenendo conferma quanto abbiamo sostenuto in questi giorni in Senato. Sulla Protezione civile, sul suo modo di procedere e lavorare serve maggiore trasparenza".

Il Pd: "Nel dl sulla Protezione civile Spa
hanno preparato l'immunità per i commissari"

Il governo rinunci a portare in Aula il decreto legge sulla riforma della Protezione civile. Secondo il Pd, il decreto potrebbe rappresentare un primo passo verso l'immunità per i commissari ai rifiuti. Per Dario Franceschini, il comma 5 dell'articolo 3 del provvedimento è un "vero e proprio scudo ai confini della decenza". Tanto per cominciare, "metterebbe al riparo le strutture commissariali che hanno affrontato l'emergenza rifiuti in Campania". Il timore dell'opposizione è che il testo potrebbe aprire la strada verso un'immunità per tutti i responsabili della Protezione civile, travolta dallo scandalo degli appalti per il G8 alla Maddalena.

Il capogruppo alla Camera dei Democratici ha chiesto al governo di rinunciare alla votazione in programma la prossima settimana. Il Pd chiede dunque di fermare il decreto che riforma la Protezione civile istituendo la Protezione civile Spa. Per Franceschini, andare avanti con norme che prevedono uno scudo giudiziario per le strutture commissariali e la sospensione immediata di tutti i procedimenti in corso sarebbe "inopportuno e sbagliato". Il capo dei deputati Pd ha anche sottolineato che in questo momento affidare a una sola agenzia l'assegnazione di lavori senza i normali appalti non appare opportuno alla luce dei provvedimenti giudiziari che hanno riguardato i vertici della Protezione civile.

Per quanto riguarda Bertolaso, Franceschini ha riconosciuto "il gesto corretto e la sensibilità istituzionale di Bertolaso che si è dimesso come accade in ogni Paese del mondo, mentre in Italia è una pratica dimenticata". Riferendosi poi alla notizia che Berlusconi ha respinto le dimissioni, "ora vedremo - ha commentato - se quel gesto era un atto vero e proprio o una rappresentazione".

repubblica.it


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