00 10/04/2009 01:58
Bruxelles, dirigenti della Fiat bloccati per 5 ore dai dipendenti

BRUXELLES - Tre dirigenti della Fiat, due belgi e un torinese, Adriano Farinazzo, per cinque ore sono stati rinchiusi dentro due stanze del centro vendite autovetture di Bruxelles, da alcuni lavoratori che protestano per un piano di licenziamenti. Un episodio che si riallaccia a quelli analoghi che si sono susseguiti nei giorni scorsi, in altri paesi europei. Nel tardo pomeriggio, però, i tre hanno potuto lasciare l'edificio in cui erano stati trattenuti.

I dirigenti sono stati bloccati - mentre era in corso una trattativa sindacale - nella concessionaria Fiat di Chaussèe de Louvain, la più grande del Paese, intorno alle 13,45. E subito si è aperto il negoziato per sbloccare la situazione, coi i contatti gestiti direttamente dal Lingotto. L'atmosfera attorno alla concessionaria è sempre sta abbastanza tranquilla, e non si è vista polizia in giro. Alla fine, i tre hanno lasciato l'edificio a bordo di una macchina con autista, senza rilasciare dichiarazioni. I lavoratori, invece, hanno commentato: "Non li abbiamo mai sequestrati - hanno detto - erano dentro per loro scelta, infatti sono andati via ma la trattativa resta rotta".

Nel corso del sequestro, da Torino, l'ufficio stampa del gruppo aveva fatto sapere che i tre dirigente stavano bene e che non c'era "una situazione di pericolo". E' dal dicembre scorso che alla Fiat-Belgio va avanti un negoziato tra azienda e sindacato, che si oppone a un taglio di 24 dipendenti, su un totale di 90. "Ma solo durante la riunione di oggi - hanno spiegato ancora dal Lingotto - è venuta fuori l'idea, seguendo l'esempio francese, ed è stato pensato di chiudere il nostro personale in una stanza. Non lo definirei comunque un sequestro vero e proprio".

"La gente sta male dappertutto per la crisi: è un fatto giusto e sacrosanto che i lavoratori Fiat si arrabbino se l'azienda non cambia". Così il segretario nazionale della Fiom, Giorgio Cremaschi, ha commentato su Affaritaliani.it la notizia del sequestro. "Ci sono segnali di rilancio - ha aggiunto - ma solo per il gruppo e gli azionisti, non per i dipendenti. C'è ancora tanta cassa integrazione, e lo stabilimento di Pomigliano è ancora fermo". Diversa la posizione del responsabile auto della Uilm, Eros Panicali: "Son forme di pressione non condivisibili, condivisibili anche se per fortuna vengono fatte in forma piuttosto pacifica".

repubblica.it