00 05/05/2009 15:26
Opel, sindacati tedeschi in allarme "Con Fiat a rischio 10mila posti"
Sergio Marchionne

Il governo tedesco ha posto ben 14 condizioni da soddisfare per valutare positivamente qualsiasi offerta di acquisizione di Opel, tra cui la collocazione in Germania del quartier generale della società, la solidità del piano finanziario, la nazione nella quale sarebbero pagate le imposte della nuova aggregazione e il grado di consenso dei lavoratori.

Sarebbe questo, secondo un documento riservato dell'esecutivo di Berlino visionato dal Financial Times, uno degli ostacoli incontrati dall'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne alla progettata operazione di fusione tra le attività automobilistiche di Fiat, Opel e Chrysler che punta a creare il secondo gruppo mondiale dell'auto.

Marchionne: "Non chiuderemo stabilimenti". In un'intervista alla Bild, l'ad di Fiat rassicura: l'azienda prevede di mantenere i quattro stabilimenti Opel in Germania, qualora l'acquisizione della controllata tedesca di Gm andasse in porto, ma non potrà evitare tagli al personale. "Abbiamo bisogno di queste fabbriche per costruire abbastanza macchine in futuro", ha sottolineato Marchionne, aggiungendo che "bisognerà di certo ridurre il livello del personale. Nessuno può evitarlo. Le fabbriche devono diventare più produttive".

Sindacati in allarme. I rappresentanti dei lavoratori della Opel sono preoccupati. Secondo Klaus Franz, leader del consiglio sindacale della casa automobilistica tedesca e membro del consiglio di supervisione della compagnia, il piano di Marchionne porterebbe al taglio di 9-10mila posti di lavoro.

L'America latina. L'interesse di Fiat per le attività di GM non si esaurirebbe però all'Europa. Secondo fonti industriali, Fiat punterebbe anche alle operazioni di General Motors in America Latina. E alcuni analisti, citati ieri da Bloomberg, non escludono un'espansione delle trattative alle produzioni dell'azienda Usa in Russia e Cina.

Altri gruppi interessati. Ci sarebbero però altri pretendenti per Opel, oltre alla Fiat, sempre secondo il Financial Times, che cita due fonti vicine alla controllante General Motors. Tra i gruppi interessati, Magna International e la russa Gaz, ma anche i fondi sovrani di Abu Dhabi e Singapore e tre gruppi di private equity.

L'ad del Lingotto negli Usa. Intanto Marchionne è tornato negli Stati Uniti per una serie di colloqui con il management della Chrysler. E' partito ieri sera per gli States dall'aeroporto di Torino Caselle, al termine della giornata in Germania per la possibile acquisizione di Opel.

repubblica.it