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Coppa Italia 2009

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    00 14/05/2009 13:14
    Lazio, la Coppa servita ai rigori

    ROMA - La coppa Italia resta a Roma ma stavolta attraversa il Tevere e passa nella bacheca della Lazio. Dopo 5 anni i biancocelesti tornano ad alzare il trofeo e portano a 5 i trionfi nella competizione. Ma per centrare l'obiettivo, che consente agli uomini di Delio Rossi di tornare anche in Europa, ci sono volute quasi 3 ore e 14 calci di rigore. Merito di una Samp mai doma che, fino all'ultimo, ha provato a sovvertire i pronostici con una gara gagliarda, nata male per il gol di Zarate dopo appena 4', ma raddrizzata proprio col cuore e la grande dedizione.

    I doriani hanno accarezzato addirittura il successo, sfiorando il gol dell'1-2 ai supplementari e portandosi avanti di una rete ai rigori, ma alla fine si sono dovuti inchinare ad una squadra dimostrata più lucida dal dischetto.

    FULMINE ZARATE - Recuperato in extremis Pandev, Rossi ha rilanciato la Lazio-tipo con Foggia a sinistra e Brocchi a destra. Ma a fare subito la differenza è stato Zarate che, come nel derby con la Roma, ha lasciato il segno con un bolide da 25 mt nell'angolo opposto. Il gol è stato una mazzata per la Samp, mandata in campo da Mazzarri con un chiaro atteggiamento difensivistico (con Stankevicius esterno al posto di Padalino).

    PANDEV SBAGLIA...- Costretta, così, a rivedere in corsa i propri piani, la formazione blucerchiata si è smarrita e ha consentito alla Lazio di dominare la scena. L'unico demerito degli uomini di Rossi è stato quello di non chiudere subito i conti quando ne hanno avuto la possibilità: è avvenuto al 28' quando Pandev si è catapultato su una corta respinta di Castellazzi su un bolide di Kolarov ma non ha avuto la freddezza per insaccare, calciando di nuovo addosso all'estremo difensore doriano.

    ... PAZZINI NO - La Samp ha ringraziato e, al primo tiro in porta, ha raddrizzato la sfida. Al 31' Cassano ha visto l'inserimento sulla destra in area di Stankevicius, lo ha servito e il lituano, con una perfetta torre aerea, ha servito Pazzini che, con una magnifica torsione di testa, ha messo la palla nell'angolo: 1-1 e tutto da rifare.

    KOLAROV SALVA LA LAZIO - Stavolta ad accusare il colpo è stata la Lazio che ha faticato a riprendere il bandolo della matassa malgrado la lucida regia di Ledesma e le belle accelerazioni di Zarate che hanno costantemente messo in apprensione i difensori ospiti, spesso costretti al fallo. La Samp, al contrario, si è galvanizzata e, per due volte, ha spaventato Muslera: prima con una punizione di Cassano e poi, in avvio di ripresa, con un tiro-cross dalla sinistra dello stesso talento barese che Kolarov ha respinto sulla linea.

    LA SAMP SCIUPA I MATCH-POINT - La Lazio, dopo una girata di Pandev respinta da Campagnaro, sostituitosi a Castellazzi, ed un destro alto da buona posizione di Foggia, si è, a poco a poco, spenta, probabilmente attanagliata dalla paura di fallire il grande appuntamento davanti agli occhi dei quasi 50mila sostenitori accorsi all'Olimpico. E così il match-point, agli inevitabili supplementari, l'ha avuto ancora la Samp che però non ha trovato lo specchio con Cassano (destro di poco oltre l'incrocio) e con Pazzini che ha messo fuori da pochi passi un assist al bacio dello stesso Cassano.

    RIGORI, QUANTE EMOZIONI - I rigori sono stati un susseguirsi di emozioni: la Lazio ha esultato per la parata in avvio di Muslera su Cassano ma, poco dopo, si è disperata per il palo interno colpito da Rocchi a Castellazzi battuto. La Samp si è portata avanti 4-3 e 5-4 ma Zarate e Lichtsteiner non hanno tremato, spiazzando con freddezza il portiere ospite. Come sempre capita in queste circostanze, a sbagliare il penalty decisivo è stato forse il migliore tra i blucerchiati, Campagnro, che si è fatto intuire da Muslera la soluzione centrale. Dabo, l'ultimo esponente della squadra che nel 2004 aveva alzato l'ultima coppa, ha ringraziato e con un destro nell'angolo ha fatto impazzire i tifosi biancocelesti. Forse era tutto già scritto.

    LAZIO-SAMPDORIA 7-6 dcr (1-1, 0-0, 0-0, 0-0)
    Lazio (4-4-2): Muslera 7,5; Lichtsteiner 6,5, Siviglia 6,5, Rozehnal 6, Kolarov 6,5; Brocchi 6 (13' pts De Silvestri sv), Dabo 6,5, Ledesma 7,5, Foggia 6 (35' st Del Nero sv); Pandev 5,5 (28' st Rocchi sv), Zarate 7,5. A disp. Carrizo, Radu, Diakitè, Mauri. All. Rossi.
    Sampdoria (3-5-2): Castellazzi 6,5; Campagnaro 6,5, Lucchini 6,5 (6' pts Gastaldello 6), Accardi 5,5; Stankevicius 6, Sammarco 5,5 (46' st Dessena sv), Palombo 6, Franceschini 5,5 (43' st Delvecchio 6), Pieri 6; Pazzini 7, Cassano 6,5. A disp. Mirante, Raggi, Padalino, Marilungo. All. Mazzarri.
    Arbitro: Rosetti di Torino 5
    Reti: 4' pt Zarate (L), 31' pt Pazzini (S)
    Note: ammoniti Foggia, Lucchini, Siviglia, Accardi, Delvecchio, Palombo, Gastaldello, Campagnaro. Recupero 0' pt, 2' st, 0' pts, 0' sts. Spettatori 70 mila circa. La sequenza dei rigori: Cassano (S) parato, Ledesma (L) gol, Palombo (S) gol, Rocchi (L) palo, Pazzini (S) gol, Rozehnal (L) gol, Gastaldello (S) gol, Kolarov (L) gol, Accardi (S) gol, Zarate (L) gol, Delvecchio (S) gol, Lichtsteiner (L) gol, Campagnaro (S) parato, Dabo (L) gol.

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    00 14/05/2009 13:15
    Rossi, una Coppa di lacrime "Pronto a restare a Roma"


    ROMA - Cinque anni fa la Lazio ha rischiato di sparire. All'Olimpico il presidente Lotito ha fatto un giro tutto personale con la Coppa Italia in mano, dopo aver lasciato fare il primo alla squadra e a Delio Rossi. I due si sono abbracciati a lungo in campo, il più commosso tra i due sembrava proprio l'allenatore, sopraffatto dalle lacrime, uomo abituato alla fatica e al lavoro in grande sacrificio. Non sempre apprezzatissimo anche dai suoi stessi tifosi.

    E' stata una festa grandissima, molto bella, con lo stadio Olimpico per tre quarti biancazzurro. La Lazio ha vinto questa Coppa passando dalla porta principale, eliminando, prima di battere in finale la Samp, Milan e Juve. Segno che non è una grande squadra, ma che potrebbe diventarlo. E che i successi si possono costruire - con molto sacrificio in più - anche attraverso strade più complicate e tortuose di quelle dritte e lastricate di soldi.
    Gli idoli dell'Olimpico sono stati due, il fantastico Mauro Zarate, argentino di 22 anni, 14 reti totali in questa stagione, arrivato alla Lazio lo scorso anno un po' in sordina ma poi esploso come uno dei talenti più puri di questa stagione. Veloce e micidiale nel dribbling, con un tiro dalla distanza fulminante. "Talento e istinto puro, ragazzo che ha un grande carattere. Si impegna molto, fa addirittura allenamenti supplementari dimostrando grande profesionali" dice oggi Delio Rossi. Aggiungendo, anche una considerazione delle sue: "Speriamo che Roma non lo rovini".

    La sfida indiretta e alla distanza con Cassano, altro talento del calcio italiano, l'ha vinta proprio Zarate. Un gol di potenza subito dopo un dribbling inarrestabile. L'argentino ha fatto ammonire la maggior parte dei giocatori della Sampdoria che sono ricorsi spesso al fallo duro per fermarlo. Lotito pagherà all'All Sadd venticinque milioni di euro per trattenerlo: ne vale già molti di più. L'attaccante ha fatto fare il grande salto di qualità alla Lazio, scompaginando tra l'altro i rigidissimi parametri del presidente Lotito che prevedono ingaggi bassissimi rispetto alle altre squadre del campionato.

    L'altro idolo dell'Olimpico è stato il portiere ventitreenne uruguaiano Fernando Muslera. La sua avventura alla Lazio cominciò con un match umiliante contro il Milan più di un anno fa, gli attaccanti rossoneri gli infilarono persino palloni tra le gambe. Ricostruire la sua fiducia è stato lungo e difficile, ma Muslera ha superato la concorrenza di Carrizo, portiere ben più famoso e importante di lui. Muslera ha disputato un'ottima partita ed è stato decisivo ai rigori finali, parando con un tuffo spettacolare, con la mano destra protesa, il tiro di Cassano.

    In mezzo ai due estremi una squadra che in campionato ha fatto impazzire i suoi tifosi, alternando belle vittorie a serie di sconfitte incredibili. E' partita che sembrava poter fare un campionato di vertice, è arrivata quasi alla fine che ha preferito concentrarsi quasi solo sulla Coppa Italia. Una squadra fatta anche di nomi non comuni, di Kolarov, Lichsteiner, Radu che abbiamo fatto fatica a conoscere, ma anche di calciatori di sostanza come Brocchi, o qualità come Matuzalem e Dabo. Fino a giocatori di indubbio e alto spessore come Zarate, Pandev, Ledesma. Ci voleva una fatica e una pazienza enorme per mettere insieme una squadra così eterogenea. Delio Rossi, prima ancora di essere un allenatore, è un educatore, un uomo di campo scrupolosissimo, schivo se non addirittura allergico alla grande ribalta. Questa squadra già una volta era riuscito a portarla miracolosamente in Champions League, senza poi però avere la forza e la tenuta per rimanere a un certo livello. Adesso bisognerebbe riprovarci con l'Europa League, passando prima per la finale di Supercoppa italiana con l'Inter a Pechino in agosto.

    Il mister ha un contratto in scadenza, già lo scorso anno doveva andare via. Molto tranquillamente dopo la vittoria della Coppa Italia ha detto che aspetta comunicazioni dalla Lazio, che ha altre offerte ma non per questo scatenerà concorrenza fra Lotito e gli altri club. Quello scoppio in lacrime ha commosso i tifosi che - dopo averlo tanto criticato per non aver saputo realizzare l'impossibile - adesso vogliono che resti. "Io sono una persona razionale - ha detto stamani a Radio Radio, dopo una notte insonne ma trascorsa a casa con la propria famiglia - ma in questo lavoro devo metterci passione, altrimenti non riesco a trasmetterla ai giocatori e agli altri. Se questo è possibile farlo ancora alla Lazio io resterò, altrimenti andrò da un'altra parte dove posso fare il mio lavoro".

    La vittoria della Coppa ha complicato molto le scelte di Delio Rossi che adesso si ritrova in mezzo a due spinte fortissime, il rancore per le critiche ricevute e l'atteggiamento di Lotito che ancora non gli aveva proposto un rinnovo di contratto e la marea d'affetto che adesso lo sommerge. "Certe critiche passate le ho trovate preconcette - ha detto - non mi sono piaciute soprattutto perché qualcuno cercava di coltivare il proprio orticello. Mi hanno fatto male soprattutto perché sono arrivate addosso a un allenatore che non era dal primo anno su quella panchina. Mi sono dispiaciute perché hanno ferito la persona, e messo in dubbio il mio attaccamento al lavoro, che per me è tutto".

    Certo è che una separazione sarebbe traumatica, anche perché lo stesso Rossi non considera finito il suo lavoro alla Lazio. "Forse questa è la Lazio più forte dal punto di vista tecnico che abbia mai avuto. Ma il lato tecnico non è tutto, bisogna fare squadra e costruire un grande gioco. Questa è una squadra che ha futuro. Ripeto se gli obbiettivi miei e quelli della società collimano potrei rimanere, perchè no. Io a Roma sto benissimo". E Lotito nella notte di festa sembra aver sciolto tutti i dubbi: "Io non ho mai posto un problema Delio Rossi, per me il progetto contiunua con lui".
    Non resta che aspettare la firma del contratto.

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    00 14/05/2009 13:16
    Mazzarri: ''Grande Samp ma che botta per i tifosi''


    ROMA - "Abbiamo onorato la partita, è stata una finale degna di questo nome". Walter Mazzarri parla da sconfitto con onore ma non riesce a nascondere la propria amarezza dopo che la sua Samp si è dovuta arrendere ai calci di rigore nella finalissima di Coppa Italia contro la Lazio. "C'è rammarico a perdere una Coppa Italia, dispiace per i nostri tifosi", dice Mazzarri ai microfoni di Rai Sport - E' stata una finale degna di questo nome, l'abbiamo onorata sia noi che la Lazio. Ci dispiace per i nostri tifosi che sono venuti in massa, ormai è andata. Devo fare i complimenti a tutti, è il calcio, è la vita, è andata meglio alla Lazio".

    AMARO IN BOCCA - Sulla stessa linea d'onda anche il direttore generale della Samp Giuseppe Marotta. "Abbiamo grande amarezza anche se questa è la legge del calcio - spiega il dirigente blucerchiato - Perdere in questo modo lascia l'amaro in bocca ma bisogna dare onore ai nostri giocatori che hanno disputato una grande partita".

    l capitano Angelo Palombo si sente di ringraziare i tifosi doriani: "Il nostro pubblico è stato fantastico, gente che fa lavori normali e che è venuta fin qui per seguirci. A Udine abbiamo vinto ai rigori, oggi abbiamo perso, dispiace perché avevamo puntato tanto su questa coppa".

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    00 14/05/2009 13:17
    Coppa Italia di rigore - i calci piazzati di Lazio-Sampdoria


    Complimenti alla Lazio, ma anche alla Samp, ottima seconda!
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    00 16/05/2009 12:39
    Partita bruttina, abbastanza nervosa con falli anche poco simpatici... ma entrambe le squadre si giocavano due stagione (questa e la prossima) in una partita sola quindi è più che comprensibile. Il pari durante i 120' è stato il risultato più giusto, il verdetto ai rigori fa male alla squadra che perde, ma purtroppo può vincere una sola!