L'Isola dei "forzati"

Chi lavora dietro le quinte dell'"Isola dei famosi" si lamenta per per le condizioni igieniche e il cibo (tanto da parlare de "l'Isola dei lavori forzati"). "Alloggi di fortuna, cibo scadente, latrine insufficienti", dicono sulle pagine de L'Espresso. Pronta la replica di Giorgio Gori, amministratore delegato di Magnolia, che produce il programma: ''Di certo non è un villaggio vacanze, ma ben altro è parlare di lavori forzati''.


"Quattro bagni per 54 persone"

Da metà febbraio i tecnici vivono nell'arcipelago Las Perlas, costa atlantica del Nicaragua, assunti a progetto da due diversi service, a loro volta pagati dalla Magnolia di Giorgio Gori che fornisce il programma alla Rai chiavi in mano. Dopo le minacce di querela di Luca Ward, che sull'isola ha "rischiato di rimanere paralizzato", un'altra tegola si abbatte dunque sul programma condotto da Simona Ventura. "L'acqua potabile è scarsa, il cibo è razionato, si dorme spesso nelle tende e i sacchi a pelo non bastano per tutti. Meglio non parlare dei bagni, o meglio delle latrine di fortuna: sono solo quattro per 54 persone", si lamentano i lavoratori che hanno firmato tutti un contratto standard che prevede un compenso "onnicomprensivo di qualsiasi disagio".

"Peccato che, arrivando, abbiamo scoperto che per disagio si intende praticamente tutto - continuano i cameramen ed elettricisti - condizioni estreme di lavoro, mancanza di sicurezza e di assistenza, alimentazione insufficiente e condizioni igieniche che nessuna produzione si sognerebbe mai di imporre in Italia". Intanto "L'Isola dei Famosi" continua. Il vincitore si porterà a casa un premio di 200mila euro e tutti gli altri big sfrutteranno l'esperienza con decine di ospitate a gettone. I tecnici, appena tornati a casa, potranno solo ritrovare un letto decente per ricominciare il giorno dopo a cercare un lavoro.

Magnolia: "Mai trascurata la dignità personale"
Giorgio Gori, amministratore delegato di Magnolia, replica all'articolo dell'Espresso sulle condizioni dei tecnici impegnati nel reality e alle proteste del Coordinamento Nazionale Lavoratori del Broadcast. "Lavorare 'in location' è un po' come andare al fronte, e solo dei veri professionisti, disponibili a operare anche in condizioni di oggettivo disagio, possono affrontare 4 mesi in prima linea. Ma ben altro è parlare di 'lavori forzati''. Il produttore aggiunge che ''quando il mare ha impedito il rientro della troupe al 'campo base' dopo la diretta, costringendo per una notte ad allestire alloggi di fortuna su un'isola attrezzata ad ospitare solo 20 persone'', si è verificata una situazione che non può essere spacciata come una ''condizione permanente'' della squadra. Questa, ricorda, è composta da ''circa 100 persone contrattualizzate da Magnolia o dalle società che a loro volta forniscono gli apparati tecnici necessari alla produzione, tutte inquadrate con contratti a tempo determinato''. Gori rileva che ''la gran parte di questi lavoratori risiede a Corn Island, dorme negli alberghi o in casette prefabbricate e mangia in modo più che dignitoso''. E che le difficoltà delle prime settimane hanno interessato le squadre in missione sull'isoletta di Lime Cay e sono state ''causate principalmente dalle condizioni meteo''. Per questo, la produzione si è dotata di un elicottero, e a breve ne avrà a disposizione un secondo. "Per alcuni giorni - prosegue - anche i rifornimenti alimentari ne hanno risentito, ma a parte questo i lavoratori vivono in condizioni di assoluta decenza, mangiano discretamente e non lamentano problemi di igiene. Svolgono un lavoro indubbiamente faticoso (non ci sono orari, anche per il fuso tra il Nicaragua e l'Italia) e scontano il disagio di una lunga lontananza da casa. Ma - conclude - sono retribuiti adeguatamente, senza che mai sia trascurata la loro dignità personale''.