Religione? Tutta 'na farsa?

Ultimo Aggiornamento: 11/05/2010 14:42
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23/01/2009 14:15

Il Papa: «Internet, dono per l'umanità»

CITTÀ DEL VATICANO - Internet è un «vero dono per l'umanità» e deve essere accessibile a tutti. Parola di Benedetto XVI che nella 43esima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, è tornato su un argomento negli ultimi tempi caro alla Chiesa, quello delle tecnologie digitali e del loro (corretto) utilizzo. Sarebbe «un grave danno» se non fossero accessibili a tutti, e specialmente ai più poveri e agli emarginati, ha sottolineato il Papa, ed «è gratificante vedere l'emergere di nuove reti digitali che cercano di promuovere la solidarietà umana, la pace e la giustizia, i diritti umani e il rispetto per la vita e il bene della creazione. Queste reti possono facilitare forme di cooperazione tra popoli di diversi contesti geografici e culturali».

RISPETTO DELLA DIGNITÀ - Un altro rischio di Internet è la circolazione di contenuti che promuovono «odio e intolleranza», che sfruttano «i deboli e gli indifesi» o di natura pornografica. «Coloro che operano nel settore della produzione e della diffusione di contenuti dei nuovi media - scrive Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali - non possono non sentirsi impegnati al rispetto della dignità e del valore della persona umana. Se le nuove tecnologie devono servire al bene dei singoli e della società, quanti ne usano devono evitare la condivisione di parole e immagini degradanti per l’essere umano, ed escludere quindi ciò che alimenta l’odio e l’intolleranza, svilisce la bellezza e l’intimità della sessualità umana, sfrutta i deboli e gli indifesi».

BANALIZZARE L'AMICIZIA - Il Papa mette in guardia dal rischio di banalizzare il concetto di amicizia nelle reti sociali digitali, come Facebook o MySpace. «Il concetto di amicizia ha goduto di un rinnovato rilancio nel vocabolario delle reti sociali digitali emerse negli ultimi anni - scrive Benedetto XVI -. Tale concetto è una delle più nobili conquiste della cultura umana. Per questo motivo occorre essere attenti a non banalizzare il concetto e l'esperienza dell'amicizia. Sarebbe triste se il nostro desiderio di sostenere e sviluppare online le amicizie si realizzasse a spese della disponibilità per la famiglia, per i vicini e per coloro che si incontrano nella realtà di ogni giorno, sul posto di lavoro, a scuola, nel tempo libero. Quando, infatti, il desiderio di connessione virtuale diventa ossessivo, la conseguenza è che la persona si isola, interrompendo la reale interazione sociale». In conclusione ai giovani cattolici il Papa affida il compito di evangelizzare il «continente digitale», diffondendo la Buona Novella tra i loro coetanei, alla pari degli apostoli tra i popoli pagani del mondo greco-romano: «Sentitevi impegnati a introdurre nella cultura di questo nuovo ambiente comunicativo e informativo i valori su cui poggia la vostra vita».

CANALE SU YOUTUBE - L'approccio del Vaticano alle tecnologie non è solo teorico: la Santa Sede ha aperto e presentato oggi un canale dedicato su YouTube, it.youtube.com/vaticanit, che offre una copertura informativa delle principali attività di Benedetto XVI e degli avvenimenti vaticani più rilevanti. Le immagini sono prodotte dal Centro Televisivo Vaticano (Ctv), i testi sono redatti dalla Radio Vaticana e dallo stesso Ctv. Audio e testo dei videoclip - l’ultimo è il suo messaggio per la pace in Medio Oriente - sono in inglese, spagnolo, tedesco e italiano. Presentando l'iniziativa padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, ha spiegato: «Siamo convinti che dappertutto ci siano persone attente e sensibili, interessate ai messaggi, alle proposte, alle posizioni sui grandi problemi del mondo d'oggi di una autorità morale di alto livello come il Papa, e in generale la Chiesa cattolica. Perciò la scelta di YouTube come piattaforma adatta per diventare presenti sulla Rete, in modo da poter offrire una fonte di riferimento attendibile e continua, aldilà dei moltissimi frammenti di informazione su Papa e Vaticano presenti sulla Rete in modo piuttosto casuale o disperso».
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26/01/2009 17:53

Lefebvriani, bufera dopo il "perdono" - Il rabbino al Papa: relazioni a rischio
CITTÀ DEL VATICANO - Adesso è ufficiale: Benedetto XVI ha revocato la scomunica ai quattro vescovi ultratradizionalisti ordinati illegittimamente da Marcel Lefebvre il 30 giugno 1988. L'atto del «perdono» pontificio è stato pubblicato sabato mattina dalla Sala Stampa Vaticana. E dalla Santa Sede arrivano immediati i chiarimenti a proposito delle polemiche già scatenate nel mondo ebraico e internazionale dalle dichiarazioni revisioniste e negazioniste sull'olocausto ebraico del vescovo lefebvriano Richard Williamson, uno dei quattro vescovi la cui scomunica è stata revocata. Il Vaticano, spiega padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, non condivide in nessun modo le dichiarazioni revisioniste del presule britannico, ma la «revoca della scomunica non c'entra assolutamente nulla» e non significa «sposare le sue idee e le sue dichiarazioni, che vanno giudicate in sé».

IL RABBINO: RELAZIONI A RISCHIO - «Le rassicurazioni di Lombardi però non mettono a tacere le polemiche. La critica più dura alla scelta del Vaticano arriva dal rabbino capo David Rosen, presidente dell’International Jewish Committee for Inter-religious Consultations (Ijcic) e direttore internazionale per gli affari interreligiosi dell’American Jewish Committee (Ajc): con la revoca della scomunica ai lefebvriani - tra di essi il vescovo Richard Williamson - il Vaticano «minaccia il futuro della storica riconciliazione tra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico». «Giovanni Paolo II - afferma Rosen interpellato in Israele per un commento - ha definito l’antisemitismo un peccato contro Dio. La negazione della traboccante documentazione circostanziata della Shoah è antisemitismo nel modo più sfacciato. Nell’accogliere un negazionista nella Chiesa cattolica senza alcuna ritrattazione da parte sua, il Vaticano si è fatto beffa del ripudio e della condanna commovente e impressionante dell’antisemitismo fatta da Giovanni Paolo II. Spero ardentemente - conclude - che il Vaticano affronterà con urgenza questa materia, nel momento in cui minaccia il futuro della storica riconciliazione tra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico».

«DONO DI PACE» - Il decreto di revoca di scomunica è stato firmato il 21 gennaio 2009. Nel comunicato diramato dal Vaticano (leggi), si spiega che il Papa ha accolto la lettera di richiesta di riammissione nella comunità cattolica, inviatagli da Bernard Fellay, superiore dei lefebvriani, lo scorso 15 dicembre 2008. Nelle intenzioni del Pontefice, «questo dono di pace, al termine delle celebrazioni natalizie, vuol essere anche un segno per promuovere l'unità nella carità della Chiesa universale e arrivare a togliere lo scandalo della divisione». «Il santo Padre - recita la nota della Santa Sede - è stato ispirato in questa decisione dall'auspicio che si giunga al più presto alla completa riconciliazione e alla piena comunione».

LE DICHIARAZIONI DI WILLIAMSON - La scomunica era stata inflitta da Giovanni Paolo II al vescovo anti-conciliare Marcel Lefebvre (già sospeso "a divinis" da Paolo VI nel 1976) il 30 giugno 1988, quando il presule ribelle aveva ordinato quattro nuovi vescovi, nella sua roccaforte svizzera di Econe, per preservare, a suo dire, la tradizione autentica cattolica contro la «sovversione e la rivoluzione» introdotte dal Concilio Vaticano II. Lefebvre morì nel 1991. I vescovi riabilitati sono : Bernard Fellay (superiore dei lefebvriani della 'Fraternità di San Pio X), Alfonso de Gallareta, Tissier de Mallerais e Richard Williamson. Quest' ultimo, in un'intervista alla televisione svedese, rilasciata nello scorso novembre ma mandata in onda tre giorni fa, ha affermato di non credere all'esistenza delle camere a gas naziste. Il superiore lefebvriano Fellay ha commentato che si tratta di affermazioni personali, usate strumentalmente per screditare la «Fraternità di San Pio X».

IRRITAZIONE DELLA COMUNITA' EBRAICA - Prima che la scomunica fosse ufficialmente annullata, i leader della comunità ebraica, tra cui gruppi di sopravvissuti all'Olocausto, avevano detto che una simile iniziativa sarebbe stato un pericolo colpo a mezzo secolo di dialogo interreligioso. Il rabbino capo di Roma ha detto che la riabilitazione di Williamson aprirà «una ferita profonda». Il Crif, il cartello delle organizzazioni ebraiche francesi, ha definito il presule britannico «uno spregevole bugiardo il cui solo obiettivo è quello di far rivivere l'odio secolare contro gli ebrei».

«VERSO LA PIENA COMUNIONE» - La revoca della scomunica, spiega padre Lombardi, è un «passo importante sulla via della piena comunione» tra Chiesa cattolica e ultratradizionalisti lefebvriani. «C'è una situazione da definire per l'esercizio del ministero - ha specificato il portavoce della Santa Sede -. E quindi si auspica una piena soluzione della situazione». In merito alla possibilità dei vescovi di restare tali dopo il rientro della Fraternità nella Chiesa Cattolica che sembra ormai vicino, Lombardi ha ricordato che «la loro ordinazione è valida anche se illecita. Così come sono validamente ordinati i sacerdoti della Fraternità». Da parte loro, monsignor Fellay, in una lettera indirizzata ai fedeli lefebvriani, spiega che la revoca della scomunica del Papa ma ribadisce le «riserve» dei tradizionalisti sul Concilio Vaticano II.

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18/03/2009 00:56

"Aids non si cura con preservativi"
Il Papa è giunto in Camerun

L'epidemia di Aids "non si può superare con la distribuzione dei preservativi che, anzi, aumentano i problemi": è quanto ha dichiarato Benedetto XVI, durante il suo viaggio verso l'Africa. Il Papa ha indicato come unica strada efficace contro la patologia particolarmente diffusa nel continente quella di un rinnovo spirituale e umano nella sessualità. Giunto a Yaoundé, in Camerun, il Papa ha tenuto un discorso ai fedeli.



"Tragedia Aids non si supera con i soldi"
Prima dell'arrivo in Africa, il Papa ha ricordato che la Chiesa cattolica fa tanto in Africa contro l'Aids. "E' una tragedia che non si può superare solo con i soldi, non si può superare con la distribuzione di preservativi, che anzi aumentano i problemi". Serve invece, ha proseguito, un comportamento umano morale e corretto ed una grande attenzione verso i malati: "Soffrire con i sofferenti". Il pontefice, conversando con i giornalisti a bordo dell'aereo papale, un Boeing 777 dell'Alitalia, ha poi parlato di crisi economica e del ruolo della chiesa in Africa, lanciando un appello alla comunità internazionale, perché non lasci sprofondare il continente sotto il peso della crisi economica e ha anche ribadito che il mondo della finanza e dell'economia devono ritrovare la centralità dell'etica. Benedetto XVI ha annunciato che di questo parlerà nella sua prossima enciclica: "Era quasi pronta - ha rivelato - ma poi è intervenuta la recessione globale e abbiamo dovuto rilavorarci proprio per offrire un messaggio all'umanità in questa congiuntura". La chiesa - ha poi affermato cambiando argomento - è vicina ai poveri e ai sofferenti, ma non è esente da peccati e deve purificarsi. Rispondendo a chi gli chiedeva se oltre alla quantità sia necessaria anche la qualità nella presenza cattolica nel continente nero, il Papa ha osservato che anche la chiesa non è "una società perfetta". Piuttosto che la purificazione delle strutture - ha indicato - occorre però "una purificazione dei cuori". Il Papa ha anche parlato dell'aggressività dei nuovi movimenti religiosi: "E' vero - ha ammesso - in Africa ci sono problemi con le sette. Noi non annunciamo miracoli o prosperità, al contrario di loro". Tuttavia, ha spiegato, queste nuove chiese sono "molto instabili" e il cattolicesimo può fronteggiarle grazie alla sua struttura e alla sua unità. Poco dopo il decollo, il Papa aveva anche fatto battute sulla sua presunta "solitudine" letta da alcuni commentatori nella sua lettera sulla revoca della scomunica ai lefebvriani. "A dire la verità - ha osservato Ratzinger - devo ridere di fronte a questo mito della solitudine. In nessun modo - ha aggiunto - mi sento solo; ogni giorno vedo i miei collaboratori i capi dicastero, i vescovi".

Il discorso pronunciato a Yaoundé
Appena atterrato sul territorio africano, Bendetto XVI è stato accolto dalle autorità del Camerun, civili, militari e religiose, e da tanti bambini con le bandierine giallo-rosso-verdi. Nel discorso pronunciato a Yaoundé subito dopo il suo arrivo il Pontefice ha dichiarato: "Il messaggio salvifico del Vangelo esige di essere proclamato con forza e chiarezza, cosi' che la luce di Cristo possa brillare nel buio della vita delle persone". "Qui, in Africa, come pure in tante altre parti del mondo, innumerevoli uomini e donne - ha aggiunto il Papa - anelano ad udire una parola di speranza e di conforto. Conflitti locali lasciano migliaia di senza tetto e di bisognosi, di orfani e di vedove. In un Continente che, nel passato, ha visto tanti suoi abitanti crudelmente rapiti e portati oltremare a lavorare come schiavi, il traffico di esseri umani, specialmente di inermi donne e bambini, è diventato una moderna forma di schiavitù"

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18/03/2009 20:06

Papa su Aids, "Francia preoccupata"
Kouchner critica parola anti condom

"Grandissima preoccupazione". E' questa la posizione espressa dal ministero degli Esteri francese, Bernard Kouchner, per "le conseguenze" sulla lotta contro l'Aids delle parole di Benedetto XVI sull'uso del preservativo. Preoccupata si è detta anche la Germania. Immediata la replica della Santa Sede attraverso padre Lombardi: "Educazione alla responsabilità, ricerca e assistenza umana, queste le direzioni indicate dal Papa".

"La Francia esprime viva preoccupazione per le conseguenze delle dichiarazioni di Benedetto XVI - ha detto alla stampa il portavoce del ministero degli Esteri, Eric Chevallier - se non ci spetta esprimere un giudizio sulla dottrina della Chiesa, riteniamo che tali dichiarazioni mettano in pericolo le politiche sanitarie pubbliche e gli imperativi di tutela della vita umana".

Le parole del Papa criticate anche dalla Germania
Anche il governo tedesco ha criticato le parole di Benedetto XVI sull'Aids. In un comunicato stampa congiunto le ministre della Salute, Ulla Schmidt, e della Cooperazione economica e dello sviluppo, Heidemarie Wieczorek-Zeul, hanno spiegato che "i preservativi giocano un ruolo decisivo" nella lotta all'Aids. "I preservativi salvano la vita, tanto in Europa quanto in altri continenti", precisa il testo. "Una moderna cooperazione allo sviluppo deve dare ai poveri l'accesso ai mezzi di pianificazione familiare e tra questi rientra in particolare anche l'impiego dei preservativi; tutto il resto sarebbe irresponsabile", conclude il comunicato.



Osservatore Romano: polemica creata dai media
I media hanno sì "percepito" l'importanza del viaggio di papa Benedetto XVI in Africa ma l'hanno ridotto "a un solo aspetto, per di più stravolto in chiave polemica, e cioè quello dei metodi percontrastare la diffusione dell'Aids". Lo afferma il direttore dell'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, nell'editoriale dell'edizione odierna del quotidiano pontificio.

"L'importanza del viaggio ha diversi aspetti - scrive Vian - : la visita (la terza di un Papa in poco più di un ventennio) a due grandi Paesi quali il Camerun, presentato non a torto come un'Africa in miniatura, e l'Angola; la vicinanza che anche in questo modo il vescovo di Roma vuole dimostrare a tutto il continente africano, dove il cattolicesimo è giovane e in vigorosa crescita, su radici antiche e con realizzazioni rilevanti; la dimensione collegiale, che è ancora più accentuata di quanto non sia solitamente nelle visite papali internazionali".

Commissione Ue: "Uso preservativo essenziale"
Il preservativo "è uno degli elementi essenziali nella lotta contro l'Aids e la Commissione Ue ne sostiene la diffusione e l'uso corretto". Lo afferma il portavoce del commissario Ue agli aiuti umanitari Louis Michel, interpellato dall'Ansa a proposito delle parole del Papa.

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19/03/2009 19:37

Il Papa: «Aids, efficace lotta della Chiesa»
YAOUNDÈ - Dal Camerun Benedetto XVI è tornato a parlare delle epidemie che affliggono l'Africa, l'Aids, la malaria, la tubercolosi, senza alcun riferimento alle polemiche sull'uso del preservativo e esortando la Chiesa cattolica ad una lotta efficace contro le malattie. Nella capitale, Yaoundè, Ratzinger ha visitato un centro per minori con disabilità fisiche e mentali fondato dal defunto cardinale canadese Paul Leger e ora gestito dallo Stato.

APPELLO AI MEDICI - «Da questo centro - ha detto Benedetto XVI -, che porta il nome del cardinale Leger che venne tra voi per curare i corpi e le anime, non dimentico coloro che, nelle loro case, negli ospedali, negli ambienti specializzati o nei dispensari, sono portatori di un handicap, sia motorio che mentale, né coloro che nella loro carne portano i segni delle violenze e delle guerre. So bene come presso di voi la Chiesa cattolica sia fortemente impegnata in una lotta efficace contro questi terribili flagelli e la incoraggio a proseguire con determinazione questa opera urgente». Il Papa si è poi rivolto ai medici impegnati nel continente africano: «A loro spetta mettere in opera tutto quello che è legittimo per sollevare il dolore e difendere la vita umana dal suo concepimento fino alla sua fine naturale».

BERLUSCONI: «SUO RUOLO» - Il premier Silvio Berlusconi, lasciando il vertice del Ppe a Bruxelles, ha rilasciato ai cronisti un lapidario commento sulle nuove dichiarazioni del Pontefice all'indomani delle polemiche sulle parole circa l'inutilità dei preservativi nella lotta all'Aids: «Ciascuno svolge la sua missione ed è coerente con il suo ruolo». Lancia invece un affondo il leader del Pd Dario Franceschini: «Penso che il profilattico sia indispensabile e da diffondere per combattere l’Aids, la disperazione e la morte in Africa e nei Paesi più poveri del mondo». Si dice contrario alla posizione del Pontefice anche il leader della Lega Umberto Bossi: «L’Aids è molto diffuso, il preservativo aiuta. Forse il Papa non tiene conto della realtà locale. Dice "astenetevi dal peccato", ma il preservativo può aiutare a limitare l’Aids. Se tutti facessero come me che si tengono la propria moglie e stop, non si porrebbe il problema».

L'AFRICA MINACCIATA - Durante la messa celebrata in mattinata allo stadio di Yaoundè davanti a 60mila persone, il Papa ha affrontato un altro argomento indicando la minaccia più pericolosa che insidia il continente africano: la perdita dell'identità, del senso della famiglia, della ricchezza interiore di fronte alle «false glorie» ai «falsi ideali», portati ancora una volta da stranieri, anche se il Pontefice non fa nomi, limitandosi a parlare di «tante persone senza scrupoli». Al termine della messa è stato presentato e consegnato ai vescovi del Camerun il documento Instrumentum laboris, che prepara il prossimo Sinodo Speciale per l'Africa: vi è contenuto un preciso attacco contro le multinazionali, che «continuano a invadere gradualmente il continente per appropriarsi delle risorse naturali. Schiacciano le compagnie locali, con la complicità dei dirigenti africani. Recano danno all'ambiente e deturpano il creato». Anche le campagne di semina di organismi geneticamente modificati - afferma il documento vaticano - finiscono per «rovinare i piccoli coltivatori, indotti a sopprimere le loro semine tradizionali». Nel testo vengono anche attaccati alcuni dirigenti politici africani, che «hanno portato alla rovina le loro società».

L'INCONTRO CON I MUSULMANI - In mattinata Benedetto XVI ha incontrato alla Nunziatura di Yaoundé i rappresentanti dei musulmani camerunensi, ragionando sull'importanza di «una religione genuina che rifiuta tutte le forme di violenza e di totalitarismo». In Camerun l'Islam rappresenta circa il 22% di una popolazione di 17 milioni di persone e intrattiene buoni rapporti con le altre componenti religiose, a partire dai cattolici (27%). Benedetto XVI ha lodato questo esempio di convivenza. Sempre a Yaoundè, nello stadio, ha celebrato una messa davanti a 60mila persone, ricordando la festa di San Giuseppe.

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22/03/2009 22:21

Il Papa: «Alzati Angola!»

LUANDA - «Popolo di Dio in Angola e in tutta l’Africa del Sud: Alzatevi! Guardate al futuro con speranza, confidate nelle promesse di Dio e vivete nella sua verità». E’ l’appello finale lanciato dal Papa, al termine della solenne messa celebrata nella spianata di Cimangola, a Luanda, nel terzo giorno della sua visita in Angola. «In questo modo - dice Ratzinger - costruirete qualcosa destinato a perdurare e lascerete alla generazioni future un’eredità durevole di riconciliazione, di giustizia e di pace». I giovani sono, per il Papa, «la speranza del futuro dell’Africa, la promessa di un domani migliore. Cominciate fin da oggi a crescere nella vostra amicizia con Gesù», conclude Ratzinger, secondo cui «la chiesa ha bisogno della vostra testimonianza. Non abbiate paura di rispondere generosamente alla chiamata di Dio».

«LE TENEBRE CHE OSCURANO L'AFRICA» - Sono tante le «tenebre» che «oscurano» l'Africa e contro le quali bisogna combattere. Benedetto XVI le ha elencate nella straordinaria omelia pronunciata alla spianata di Cimangola. «Pensiamo - ha elencato - al flagello della guerra, ai frutti feroci del tribalismo e delle rivalità etniche, alla cupidigia che corrompe il cuore dell'uomo, riduce in schiavitù i poveri e priva le generazioni future delle risorse di cui hanno bisogno per creare una società più solidale e più giusta».

«IDEALI SOPPIANTATI DALL'EGOISMO» - Ma a ben vedere la loro radice è sempre in quell«'insidioso spirito» di egoismo che, ha affermato il Pontefice, «chiude gli individui in se stessi, divide le famiglie e, soppiantando i grandi ideali di generosità e di abnegazione, conduce inevitabilmente all'edonismo, all'evasione in false utopie attraverso l'uso della droga, all'irresponsabilità sessuale, all'indebolimento del legame matrimoniale, alla distruzione delle famiglie e all'eliminazione di vite umane innocenti mediante l'aborto».

«DIVENTARE UOMINI DI SAGGEZZA E DI PACE» - «La luce è venuta nel mondo ma gli uomini hanno amato più le tenebre che non la luce», ha ricordato Papa Ratzinger citando il Vangelo e ha aggiunto che questo è accaduto anche in Africa. Ma lo stesso Vangelo, ha aggiunto, ci dice di non disperare e che dobbiamo costruire «una società veramente ed autenticamente africana nel suo genio e nei suoi valori». Ci annuncia «un futuro di speranza e ci promette la forza per realizzarlo:. Dio ci ha creati in Cristo Gesù per vivere una vita giusta, una vita in cui pratichiamo opere buone secondo la sua volontà. Ci ha donati i suoi comandamenti, non come un fardello, ma come una fonte di libertà: della libertà di diventare uomini e donne pieni di saggezza, maestri di giustizia e di pace, gente che ha fiducia negli altri e cerca il loro vero bene». «Dio - ha concluso il Papa - ci ha creati per vivere nella luce e per essere luce per il mondo intorno a noi».


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Parigi: scontri tra manifestanti pro e contro il Papa sull'uso dei profilattici

PARIGI – Insulti, spintoni, lanci di uova, qualche pugno e alla fine l’intervento della polizia. È finita così la manifestazione organizzata da Act Up domenica mattina davanti alla cattedrale di Notre Dame per contestare il Papa e la presa di posizione contro l’uso di preservativi in Africa. Il sit-in non è piaciuto ai ragazzi della parrocchia che hanno cercato di interromperlo in modo violento.

MESSA – Una trentina di attivisti dell’associazione che lotta contro l’Aids si erano dati appuntamento davanti a Notre Dame, all’uscita della Messa domenicale, per distribuire profilattici, scandendo slogan contro Benedetto XVI, ritratto su manifesti con la scritta «assassino». Con loro anche militanti verdi e comunisti. Un gruppo di giovani parrocchiani però non ha gradito e, brandendo locandine con la scritta «non toccate il mio Papa», hanno cercato di interrompere la manifestazione. Prima lanciando uova, poi venendo alle mani con gli attivisti. Alla fine, un consigliere comunista è rimasto leggermente ferito e la polizia è intervenuta procedendo al fermo di tre persone.

SONDAGGI – Secondo un sondaggio pubblicato domenica dal settimanale Journal du Dimanche, il 43% dei cattolici francesi chiede le dimissioni del Papa. Inoltre, per il 49%, il pontefice difenderebbe male i valori della Chiesa. Per l’84%, il Vaticano dovrebbe cambiare posizione su aborto, omosessualità, matrimonio dei divorziati e contraccezione. Nei giorni scorsi, il governo francese aveva criticato l'intervento di Benedetto XVI . «Il Papa», ha dichiarato domenica Nadine Morano, segretario alla Famiglia, cattolica praticante, «mi sciocca, perché il profilattico non deve essere visto come qualcosa che non dà la vita, ma come qualcosa che non dà la morte».

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22/03/2009 22:37

Condom sul crocifisso: è polemica

Napoli, esposta opera d'arte contestata
"E' chiaro che, quando manca l'ispirazione artistica, si tenta di far parlare di sé anche con operazioni artistiche di pessimo gusto". E' il commento del sindaco di Napoli, Rosa Iervolino Russo parlando dell'opera esposta, un crocifisso velato da un condom, al museo Pan che ha suscitato aspre polemiche. L'opera si chiama "Sacred Love", creata da Sebastiano Deva. "Nessuna censura, ma qui manca proprio l'arte", ha aggiunto il sindaco.

''Naturalmente, quando chiedo il rispetto del sacro, mi riferisco a tutte le religioni e non intendo comprimere la libertà dell'arte. Ma, lo ripeto, in questo caso, quello che manca è proprio l'arte, mentre regna sovrano il pessimo gusto. Sono sicura che la saggezza dell'Assessore Oddati eliminerà questo sconcio, senza naturalmente che il Pan e l'arte abbiano a soffrire''. ha chiosato la Iervolino.

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25/03/2009 21:04

Aids,Avvenire:"Francia supponente"
I vescovi italiani tornano a difendere le posizioni del Papa su Aids e preservativo dalle pagine di Avvenire, quotidiano della Cei, dopo le critiche ribadite da Francia e Germania. In Occidente ci sono "soloni" convinti che il profilattico sia "liberatorio e salvifico". Forse un alibi - si legge in un editoriale della direzione - "per coscienze di un Occidente chino a contemplare l'ombelico delle proprie convinzioni e a dissimulare propri egoismi".

"A Parigi si continua a coltivare l'ambizione - si legge in un editoriale della direzione dal titolo 'Aids, interessate supponenze di Francia (e d'Occidente)' - di dare lezioni al Papa, a questo Papa", che ha "osato" invitare i popoli africani ad "alzare testa e voce" e "riconoscere appieno" il ruolo delle donne. Critiche che - secondo Avvenire - giungono da "occhi occidentali, teste occidentali" con "un po' della irrefrenabile supponenza di chi in Africa, come in tutto il sud del mondo, è sempre andato da padrone".

Le parole del Papa su Aids e preservativi - prosegue il giornale dei vescovi - sono suonate scandalose, "in particolare, in terra di Francia, agli orecchi di reattivi ministri e portavoce governativi, pensosi intellettuali, di solerti professoroni", convinti, insieme ai "soloni" del resto d'Occidente, incluso quello Oltreoceano, che il profilattico sia "liberatorio e salvifico". Forse un alibi - conclude il giornale - "per le coscienze di un Occidente ricco e sentenzioso, più che mai chino a contemplare l'ombelico delle proprie convinzioni e a dissimulare i propri egoismi".
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26/03/2009 19:36

Io ovviamente continuo a leggere senza commentare....
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27/03/2009 00:13

Re:
Mezcal82, 26/03/2009 19.36:

Io ovviamente continuo a leggere senza commentare....




tanto i commenti li conosciamo...
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27/03/2009 21:43

Lancet contro il Papa "Ha distorto la scienza"
ROMA - Lancet contro il Papa. Una delle più prestigiose riviste scientifiche del mondo critica duramente le affermazioni che Benedetto XVI ha fatto durante il viaggio in Africa sull'uso del preservativo per fermare l'Aids. "Il Papa, sostiene la rivista in un editoriale riportato anche da Bbc, "ha pubblicamente distorto le prove scientifiche per promuovere la dottrina cattolica sul tema. Non è chiaro se l'errore del Papa sia dovuto ad ignoranza o se sia un deliberato tentativo di manipolare la scienza per appoggiare l'ideologia cattolica. Ma quando quasiasi personaggio influente, sia una figura religiosa, sia politica, fa una falsa affermazione scientifica che potrebbe avere conseguenze devastanti per la salute di milioni di persone, questi dovrebbe ritrattare o correggere la linea".

I recenti commenti di Joseph Ratzinger sul fatto che il condom aggrava i problemi del virus dell'Hiv sono "terribilmente imprecisi" e potrebbero avere conseguenze devastanti, mette in guardia il giornale. Nel suo primo giorno della sua prima visita in Africa il 17 marzo, Benedetto XVI ha affermato che "non si può risolvere il problema dell'Aids con la distribuzione dei preservativi", che al contrario, "aggravano il problema", scatenando le ire dei governi di Francia, Germania, Spagna e dell'Unione Europea. Invece del preservativo, Ratzinger ha proposto di combattere la "devastante epidemia" con astinenza e fedeltà coniugale.

La rivista londinese sottolinea come il Papa abbia "pubblicamente distorto le prove scientifiche per promuovere la dottrina cattolica sul tema", aggiungendo che il profilattico è l'unico modo efficace per ridurre la tramissione sessuale della malattia. E chiede al Vaticano di rivedere le affermazioni.

repubblica.it
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27/03/2009 23:21

domanda: ma che ccazzo ne sa er Papa de come funzionano 'ste cose?!?!?!?!?!?!?!?
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03/04/2009 21:56

Aids, Belgio contro Santa Sede
"Il Papa sbaglia". "E' libero di parlare"

ROMA - Non accenna a placarsi la polemica accesa dopo le parole pronunciate dal Papa sulla lotta all'Aids. Alle critiche sollevate dallla Francia e dalla Germania, si unisce il Belgio che ieri ha votato in Parlamento una mozione in cui giudica "inaccettabili" le dichiarazioni sull'uso del preservativo fatte da Benedetto XVI durante il recente viaggio in Africa, quando aveva detto che "l'epidemia di Aids non si può superare con la distribuzione dei preservativi che, anzi, aumentano i problemi".

A grande maggioranza - 95 voti a favore, contrari solo i nazionalisti fiamminghi e i parlamentari di estrema destra - la Camera ha approvato il documento di protesta dopo quattro ore di dibattito. "Non spetta al Papa - ha detto il premier Herman Van Rompuy - mettere in dubbio le politiche della sanità pubblica, che godono di unanime sostegno e ogni giorno salvano delle vite".

Giudizi che hanno provocato una levata di scudi in Vaticano e tra i vescovi del Belgio. L'Osservatore romano e il direttore della sala stampa, padre Federico Lombardi, si dicono "stupiti" per la presa di posizione della Camera dei deputati belga e richiamano i parlamentari affinché portino rispetto verso "un'autoriotà religiosa alla quale fanno riferimento oltre un miliardo di persone in tutto il mondo".

"In ogni paese democratico - spiega padre Lombardi - appare ovvia la libertà del Santo Padre e della Chiesa cattolica di esprimere le proprie posizioni. Viene anche da domandarsi se le posizioni del Santo Padre siano state considerate con sufficiente attenzione e serietà, o piuttosto attraverso il filtro non obiettivo ed equilibrato di echi nei media occidentali".

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08/04/2009 19:01

Il terremoto in Abruzzo? Una tragedia voluta dal Signore durante la settimana santa di passione prima della Pasqua...


Prima che si pensi che chi parla sia una persona che sta facendo uno scherzo...o che sia un audio risalente al Medioevo e incredibilmente registrato...vi informo che la voce che si sente appartiene a Livio Fanzaga, direttore di RadioMaria...tirate pure voi le vostre conclusioni che io non ho parole...
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08/04/2009 19:10

[SM=g1336786] ... [SM=g1336774] ... [SM=g1336803] ... [SM=g1336780] ... di più non posso scrivere altrimenti chiuderebbero il forum, spero si capiscano le parole celate dietro ai puntini!
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10/04/2009 15:46

VENERDI' SANTO Filippine, in 30 si fanno crocifiggere. Chiodi veri infilzati in mani e piedi

Manila, 10 aprile 2009 - Ventinove filippini e un australiano si sono sottoposti al supplizio della croce nel rito del Venerdì santo che viene celebrato con processioni e preghiere nelle Filippine, paese a grande maggioranza cattolica (85%).

Le crocifissioni sono avvenute non molto lontano dalla capitale Manila, a San Fernando city e a Paombong dove sono arrivate decine di migliaia di fedeli per partecipare alle preghiere.
L’unico straniero a farsi crocifiggere, il 33enne John Michael di Melbourne, era accanto a tre uomini e a una diciottenne, nel rito celebrato a Paombong.



L’australiano ha spiegato che si è sottoposto al supplizio per sua madre che è ammalata di cancro. Il rito prevede l’uso di chiodi lunghi 13-15 centimetri, opportunamente sterilizzati, che vengono conficcati a martellate nelle palme e dei piedi dei fedeli crocifissi. Le croci vengono poi alzate da terra e tenute in posizione verticale per circa 5 minuti. La chiesa cattolica disapprova ufficialmente i rituali cruenti e tenta di scoraggiare queste usanze molto popolari.


Nel 1997 le autorità di San Fernando City avevano vietato agli stranieri di partecipare al rito della crocifissione dopo che un giapponese si era fatto riprendere sulla croce e poi era risultato essere un attore che veniva filmato per la scena di un film porno.


Come ogni Pasqua, si ripete nel villaggio di San Pedro Cutud, a nord di Manila, l'esibizione dei flagellanti. Rituale criticato dai prelati ma apprezzato dai turisti
multimedia.quotidianonet.ilsole24ore.com/?tipo=media&me...

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18/04/2009 01:32

Aids, il Vaticano contro il Belgio
ROMA - Dopo le critiche arrivate da mezza Europa sulla questione dell'utilizzo dei profilattici per contrastare la diffusione dell'Aids arriva la risposta ufficiale del Vaticano. Rivolta in particolare al Belgio, l'unico Paese tra quelli critici nei confronti della posizione manifestata dalla Santa Sede ad aver espresso attraverso una risoluzione parlamentare un atto concreto di risposta alle posizioni in materia esposte dal Pontefice. Le frasi pronunciate dal Papa sull'aereo che lo portava in Africa, sull'uso del preservativo contro l'Aids, sono state «troncate e isolate dal contesto» e usate «da alcuni gruppi con un chiaro intento intimidatorio». Lo afferma un comunicato della Segreteria di Stato vaticana, dopo un incontro tra l'ambasciatore del Belgio e il ministro degli Esteri vaticano, in seguito proprio alla risoluzione di critica al Papa votata dalla Camera dei rappresentanti del Belgio. Nella nota il Vaticano «prende atto con rammarico» della risoluzione con cui i parlamentari del Belgio hanno condannato le dichiarazioni fatte dal papa sul preservativo, durante il volo che lo portava in Africa, e definisce tale passo «inconsueto nelle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e il Regno del Belgio».

LA REPLICA AL BELGIO - In «alcuni Paesi d'Europa» si è scatenata una «campagna mediatica senza precedenti» a favore dell'uso del preservativo, ma solo alcuni hanno «capito e apprezzato le considerazioni di ordine morale sviluppate dal Papa» e tra questi ultimi ci sono «gli africani e i veri amici dell'Africa» spiega ancora la Segreteria di Stato vaticana. «Il Santo Padre - ricostruisce il comunicato diffuso oggi - rispondendo ad una domanda circa l'efficacia e il carattere realista delle posizioni della Chiesa in materia di lotta all'Aids, ha dichiarato che la soluzione è da ricercare in due direzioni: da una parte nell'umanizzazione della sessualità e, dall'altra, in una autentica amicizia e disponibilità nei confronti delle persone sofferenti, sottolineando anche l'impegno della Chiesa in ambedue gli ambiti. Senza tale dimensione morale ed educativa la battaglia contro l'Aids non sarà vinta». «Mentre, in alcuni Paesi d'Europa, si scatenava una campagna mediatica senza precedenti sul valore preponderante, per non dire esclusivo, del profilattico nella lotta contro l'Aids, è confortante - rileva la nota della Segreteria di Stato - costatare che le considerazioni di ordine morale sviluppate dal Santo Padre sono state capite e apprezzate, in particolare dagli africani e dai veri amici dell'Africa, nonchè da alcuni membri della comunità scientifica. Come si può leggere in una recente dichiarazione della Conferenza Episcopale Regionale dell'Africa dell'Ovest: «Siamo grati per il messaggio di speranza che il Santo Padre è venuto ad affidarci in Camerun e in Angola. È venuto ad incoraggiarci a vivere uniti, riconciliati nella giustizia e la pace, affinchè la Chiesa in Africa sia lei stessa una fiamma ardente di speranza per la vita di tutto il continente. E lo ringraziamo per aver riproposto a tutti, con sfumatura, chiarezza e acume, l'insegnamento comune della Chiesa in materia di pastorale dei malati di Aids».

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24/04/2009 11:13

Il sacrestano mette la svastica al braccio

VIGEVANO (Pavia) — Non fosse per il luogo in cui lavora, una chiesa, forse ci sarebbe sta­to chi non si sarebbe stupito più di tanto. Ma quando hanno visto il loro sacrestano acco­glierli davanti al sagrato con una svastica al braccio, tra i fe­deli della parrocchia di San Francesco, a due passi dalla Piazza Ducale di Vigevano (Pa­via), è scoppiato un vero putife­rio. «È una cosa vergognosa», è il coro unanime dei parroc­chiani. Eppure Angelo Idi, 51 anni, sacrista da cinque, che pure ri­schia una denuncia, proprio non capisce il motivo di tanto scompiglio: «È stata una mia li­bera espressione — replica con fare sorpreso il sacrista —. Sia­mo ancora in un Paese libero, o no?». La sua libertà il sacresta­no l'ha voluta esprimere così, indossando al braccio sinistro la fascia rossa con il simbolo nazista.

Il giorno era martedì, guarda a caso la giornata di commemorazione delle vitti­me della Shoah. «Veramente non lo sapevo — si giustifica —, ma non mi pare comunque che in questi anni gli israeliani abbiano avuto la mano leggera con i palestinesi». Così, mentre in Israele si ri­cordava l'Olocausto, Idi stazio­nava sul sagrato della chiesa di San Francesco con il bracciale di Hitler in bella mostra e salu­tava i fedeli che uscivano dalla messa. Capello cortissimo e oc­chialini tondi dietro a due oc­chi dall'espressione indecifrabi­le, Angelo Idi non ha problemi a parlare delle sue idee politi­che. «Sì, io sono di estrema de­stra — ammette — e sono fiero di esserlo. Mi sento il portavo­ce delle Brigate Nere, dei giova­ni combattenti della Repubbli­ca di Salò che non hanno sven­duto il loro onore e la patria, co­me invece hanno fatto coloro che, definendosi combattenti, hanno fomentato una guerra fratricida».

Lui che al periodico «La Le­gione » ha pure scritto una lette­ra per porgere le scuse dell'Ita­lia alla famiglia Mussolini, non vede nessun conflitto tra politi­ca e religione. «In chiesa lavoro col massimo dell'impegno — dice —. Del resto quanti buoni cattolici votano a sinistra e quanti si sono espressi a favore dell'aborto?» Il vescovo Baggini, fa sapere di non aver dichiarazioni da fa­re in merito alla vicenda, men­tre il telefono del parroco, mon­signor Paolo Bonato, squilla a vuoto. Il capogruppo di Rifon­dazione, Roberto Guarchi, chie­de a gran voce l'allontanamen­to del sacrestano: «È un fatto inammissibile — commenta — va rimosso dall'incarico».

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24/04/2009 15:31

La diocesi: «Pronti ad agire contro il sacrestano con svastica al braccio»
MILANO - Dopo la pubblicazione sul Corriere della notizia riguardante il sacrestano di una chiesa di Vigevano ripreso davanti alla chiesa con una svastica al braccio, la diocesi di Vigevano informa, con una nota pubblicata sul suo portale web, che il parroco è stato contattato dal vescovo mons. Claudio Baggini e che sono già stati presi provvedimenti. Il sacrestano, il laico Anglo Idi, lavora nella parrocchia di San Dionigi in Francesco e martedì scorso, nel giorno in cui Israele commemora le vittime della Shoah, aveva accolto i fedeli davanti all'ingresso della chiesa con una svastica al braccio.

«LESA L'IMMAGINE DELLA DIOCESI» - «In merito alla vicenda del sacrestano della parrocchia di San Dionigi in Francesco di Vigevano, che si è fatto fotografare con al braccio una fascia con il simbolo che richiama al nazismo - si legge nella nota del portavoce della diocesi, mons. Emilio Pastormerlo - si rende noto che il vescovo di Vigevano, mons. Claudio Baggini, ha da subito avuto un incontro con il parroco, mons. Paolo Bonato, dalla cui parrocchia dipende il signor Angelo Idi e lo stesso parroco ha assicurato che sono già stati presi i provvedimenti del caso per il signor Idi». «Il vescovo Mons. Baggini e il parroco Mons. Bonato - prosegue la nota - si dissociano da simile gesto, e valuteranno anche come salvaguardare l'immagine della diocesi, lesa da questo dipendente che comunque è sottoposto alle norme del diritto del lavoro».

IL 25 APRILE - «Il vescovo di Vigevano - afferma ancora la diocesi - auspica che simile gesto, dovuto ad un caso isolato e personale, non condizioni le celebrazioni del 25 Aprile, che richiamano quei valori di pace, di libertà e di democrazia che devono essere sempre difesi e testimoniati nella loro attualità, anche nel ricordo e nel rispetto di quelle persone che hanno offerto la loro vita per il bene comune della nostra Nazione».

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26/04/2009 20:44

...archiviando senza commentare il prete fascista...


I serivizi israeliani avvertono
"A rischio l'incolumità del Papa"

GERUSALEMME - Lo Shin Bet teme per l'incolumità del Papa durante il suo viaggio in Israele ed ha avvertito ieri che il 'papamobile', il mezzo speciale che consente al pontefice di spostarsi tra i fedeli, non sarebbe sufficientemente attrezzato a proteggere la vita di Benedetto XVI in caso di attacco terroristico. Il ministro del Turismo, Stas Misezhnikov, ha intenzione di sottoporre l'argomento all'attenzione del governo, durante la riunione prevista per oggi.

Lo Shin Bet, riferisce oggi il quotidiano Haaretz, sarebbe contrario all'uso del 'papamobile' durante la trasferta del Papa in Israele. Il pontefice è atteso nella regione il prossimo 11 maggio e dovrebbe incontrare i leader israeliani e alcune personalità dell'autorità nazionale palestinese.

Durante la sua permanenza nella regione, il papa prevede inoltre una tappa a Betlemme e Nazareth, così come una visita allo Yad Vashem.

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