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Barack Obama trionfa, è il 44mo presidente degli Stati Uniti d'America

Ultimo Aggiornamento: 06/04/2010 22:40
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05/11/2008 18:30

Decisive le vittorie in Ohio, Virginia, Iowa e New Mexico, che nel 2004 furono vinti da Bush.

Alle 5 in punto (ora italiana) la Cnn rende ufficiale ciò che già da un'ora e mezza era apparso chiaro: Barack Obama ha vinto le elezioni e diventerà il 44mo presidente della storia degli Stati Uniti d'America. Il primo presidente di colore, il primo presidente figlio di africano. Subito dopo John McCain ha telefonato al rivale facendogli i complimenti e alle 5,20 è apparso sul palco di Phoenix (Arizona), con a fianco la moglie e la candidata vice presidente Sarah Palin in lacrime, ammettendo la sconfitta.

QUASI VALANGA - Quella di Obama è stata una vittoria netta, quasi una vera valanga, pur se in quattro Stati chiave (Indiana, Virginia, Nord Carolina e Florida) è stata battaglia voto a voto. La svolta si è avuta intorno alle 3,30 quando, prima Fox News (tv tradizionalimente vicina ai repubblicani) e poi la Cnn hanno assegnato l'Ohio e i suoi pesanti 20 voti elettorali al candidato democratico. L'Ohio era stato decisivo nel 2004 per il successo di George W. Bush. Subito dopo sono arrivate le assegnazioni di Iowa e New Mexico. A questo punto McCain avrebbe dovuto aggiudicarsi gli Stati della costa ovest, ma tutti i sondaggi della vigilia lo davano perdente. Il successo di Obama in Virginia è stata la mazzata finale alle ambizioni repubblicane e quando hanno chiuso gli Stati sulla costa del Pacifico, è stato solo una questione di conta matematica: Obama ha superato di slancio la soglia magica di 270 voti elettorali, che gli spalanca la strada verso Washington e la Casa Bianca. Alla fine Barack si è aggiudicato anche Florida, Colorado, Nord Carolina e Indiana degli Stati una volta feudi repubblicani, rendendo più netto il successo. McCain si è tolto una piccola soddisfazione aggiudicandosi il suo Stato dell'Arizona.

05 novembre 2008

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05/11/2008 18:35

Napolitano: «E' un grande giorno»
MILANO - Il mondo politico italiano, a cominciare dal Presidente della Repubblica, ha inviato i suoi auguri al nuovo presidente Usa.


Giorgio Napolitano (Ansa)

Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio a Barak Obama: «È un grande giorno. Traiamo dalla sua vittoria e dallo spirito di unità che l'accompagna nuovi motivi di speranza e di fiducia per la causa della libertà, della pace, di un più sicuro e giusto ordine mondiale». Napolitano ha espresso «le più calorose felicitazioni mie personali e del popolo italiano» per «l'ineguagliabile prova di forza e di vitalità che la democrazia americana ci ha dato, grazie a una partecipazione senza precedenti alla campagna elettorale e al voto, e grazie alla larghissima adesione a un programma ricco di idealità e di impegni di rinnovamento».

BERLUSCONI E VELTRONI - Anche il premier Silvio Berlusconi ha inviato un messaggio a Obama «per l'alto compito che lo attende»: «Sono assolutamente certo che l'amicizia e la collaborazione tra i nostri due Paesi continuerà a crescere e a rafforzarsi» scrive il premier. In visita alla fiera Eicma di Milano, Berlusconi ha aggiunto, in modo più informale: «Consigli gliene posso dare perché sono più anziano, lo farò quando lo abbraccerò di persona». E rivolto all'opposizione: «Adesso ha vinto Obama e sembra uno di loro. Lui ha vinto e governerà, loro hanno perso e tra quattro anni tireremo le somme e vedremo se gli elettori sceglieranno noi o loro». Il leader del Pd Walter Veltroni ha parlato di notte storica: «La sua vittoria può cambiare il mondo. È un evento straordinario, un vero e proprio cambio destinato a riflettersi nella storia del suo paese e insieme a modificare, come un grande vento, le speranze e gli assetti mondiali».

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05/11/2008 18:37

McCain riconosce la sconfitta: «Ho chiamato Obama per congratularmi, resterò al servizio del Paese»
PHOENIX (ARIZONA) - «Ho avuto l'onore di congratularmi con il senatore Obama, che questa notte è diventato il nuovo presidente degli Stati Uniti»: con queste parole il candidato repubblicano, John McCain, ha salutato da Phoenix i suoi sostenitori.

LA RESA - «Abbiamo lottato duramente e non ce l’abbiamo fatta, il fallimento è mio, non vostro», ha detto il senatore dell’Arizona John McCain, concedendo la vittoria all’avversario. «Ora bisogna rimettere in pista questo Paese», ha detto McCain, aggiungendo di non sapere «cosa avremmo potuto fare di più per vincere queste elezioni. Sono stati fatti degli errori e anche io ne ho commessi».

McCain ha lodato «l'uomo che era il mio avversario e che ora sarà il mio presidente», chiedendo in più occasioni ai suoi sostenitori di non fischiarlo con un semplice «per piacere». Il senatore dell’Arizona ha sottolineato che Obama «ha raggiunto un grandioso risultato», per se stesso e per il Paese. «È naturale essere un po’ delusi», ha detto McCain. Sul palco di Phoenix il vetereano del Vietnam era accompagnato dalla moglie Cindy e dalla governatrice dell’Alaska Sarah Palin. McCain ha invitato i suoi sostenitori a «mettere da parte le divergenze e a lavorare insieme per rimettere in carreggiata il Paese».

PALIN IN LACRIME - La Palin, controversa candidata repubblicana alla vicepresidenza degli Usa, era accompagnata dal marito e sul palco non ha nascosto la commozione sciogliendosi in qualche lacrima.
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05/11/2008 18:41

Le tappe di Obama per la Casa Bianca
Dopo le elezioni del 4 novembre, il percorso che porterà Barack Obama alla Casa Bianca è già prefissato dalla legge americana. Intanto c'è un passaggio fondamentale, che è l'elezione effettiva alla carica di presidente degli Stati Uniti, in quanto il voto di martedì è servito solo ad aggiudicare i Grandi elettori i quali eleggeranno a loro volta il capo dello Stato. Questi i prossimi passaggi chiave:

MARTEDÌ 9 DICEMBRE - Termine ultimo per la risoluzione di eventuali controversie e contestazioni sorte durante il voto e lo spoglio dei voti

LUNEDÌ 15 DICEMBRE - I Grandi elettori si radunano negli Stati dove sono stati eletti e votano per il presidente e il vice presidente. Non c'è alcuna legge costituzionale o federale che obblighi un Grande elettore a votare secondo il risultato emerso dal voto popolare dello Stato nel quale è stato designato. Ma 26 Stati hanno leggi locali che obbligano o chiedono un impegno per un voto conforme a quello delle urne

MERCOLEDÌ 24 DICEMBRE - Scandenza entro la quale il voto espresso da ogni singolo Stato dai Grandi elettori deve arrivare al Senato e agli Archivi nazionali a Washington

MARTEDÌ 6 GENNAIO 2009 - Il nuovo Congresso a Washington si riunisce in seduta comune (Senato più Camera dei rappresentanti) presieduto dal presidente del Senato, che per Costituzione è il vice presidente in carica degli Stati Uniti (in questo caso Dick Cheney). I voti dei Grandi elettori inviati dagli Stati vengono sommati e viene eletto il presidente e il vice presidente. Se non si raggiunge la maggioranza prevista (270 voti), la Camera dei rappresentanti elegge il presidente, e il Senato il vice presidente. Ma, data l'ampia maggioranza di cui dispongono, non sono previste sorprese: Barack Obama sarà nominato presidente e Joe Biden vice presidente.

MARTEDÌ 20 GENNAIO - Passaggio delle consegne tra George W. Bush e Obama. A mezzogiorno (le 18 in Italia) giuramento del nuovo presidente e del vice presidente davanti al Congresso nelle mani del presidente della Corte suprema, in questo caso John G. Roberts jr. Prima giura il vice presidente. Queste sono le parole che dovrà dire il presidente all'atto del giuramento: «I do solemnly swear (or affirm) that I will faithfully execute the office of President of the United States, and will to the best of my ability, preserve, protect and defend the Constitution of the United States».

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06/11/2008 11:17

mah... a me sembra un gran paraculo... a seconda delle persone che deve incontrare dice cose opposte... comunque staremo a vedere, di certo non può essere peggio di giorgino walker "texas ranger" bush!
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08/11/2008 11:04

Berlusconi: «Obama? Bello e abbronzato»
MOSCA - Barack Obama è «bello, giovane e abbronzato» e quindi «ha tutto per andare d'accordo» con il presidente russo Dmitri Medvedev. La battuta di Consiglio, Silvio Berlusconi, dalla conferenza stampa di Mosca, fa il giro del mondo in fretta. Arriva sui siti qeub dei principali quodtidiani del mondo e solleva un caso politico in Italia. Di fronte alle reazioni , Berlusconi la prende male. «Era una carineria. Se scendono in campo gli imbecilli allora è finita» dice. Ma intanto in tutto il mondo la sua uscita viene messa in evidenza non come una «carineria», benzì come una gaffe».

MESSIA - «Abbiamo commentato con particolare favore il modo in cui l'opinione pubblica ha accolto l'elezione di Obama - aveva detto il premier. - È stato presentato come un messia carico di speranze che auguriamo non vadano deluse». «Come anziano di età e di ruolo nella politica internazionale - aveva aggiunto il presidente del Consiglio - cercherò di mettere a disposizione tutta la mia esperienza per unire Obama e Medvedev, affinché i rapporti si sviluppino al meglio». Poi la battuta sull'«abbronzatura» di Obama: «È una carineria assoluta, un grande complimento» ha ribadito.

IL PD: «CHIEDA SCUSA» - Immediata, dopo la frase di Berlusconi, è arrivata la reazione del Pd. «La migliore delle ipotesi è che Berlusconi non riesca più a controllarsi» ha affermato Dario Franceschini, vicesegretario del Partito Democratico. «Berlusconi dimentica che le sue parole coinvolgono l'immagine del nostro Paese nel mondo - ha aggiunto - Dire che il presidente degli Stati Uniti è 'giovane, bello e anche abbronzato' suonerà alle orecchie di tutto il mondo come un'offesa carica di pericolose ambiguità. Chieda subito scusa e non coinvolga più l'Italia nelle sue affermazioni quantomeno di pessimo gusto». Più tardi Walter Veltroni ha detto che «le espressioni di Silvio Berlusconi colpiscono gravemente l'immagine e la dignità del nostro Paese sulla scena internazionale. Un uomo di Stato - ha aggiunto il segretario del Pd - non può consentirsi, con battute da cabaret, questa mancanza di rispetto. Auspichiamo - ha concluso - che al nuovo Presidente americano Barack Obama vengano al più presto rivolte scuse ufficiali e che da parte di tante persone serie presenti all'interno del centro-destra italiano possano venire prese di distanza da questi intollerabili comportamenti».

IDV: «RAZZISMO STRISCIANTE» - Insorge anche l'Italia dei Valori. «Con le sue battute infelici e grevi Berlusconi scredita l'Italia sullo scenario internazionale» ha dichiarato il capogruppo alla Camera Massimo Donadi. «Mai un presidente del Consiglio era caduto così in basso, lasciandosi andare a battute d'avanspettacolo che tradiscono un razzismo strisciante», ha aggiunto.

RONCHI: «ARRIVEDERCI...» - Ha preferito non commentare, invece, il ministro per le Politiche Comunitarie, Andrea Ronchi. Ai giornalisti che gli chiedevano un commento, Ronchi, uscendo dal Consiglio dei minstri a Palazzo Chigi, è apparso prima incredulo e poi si è limitato a salutare i giornalisti: «Arrivederci...».

«GLI IMBECILLI» - Più tardi, Berlusconi è tornato sulle sue dichiarazioni: «Veramente c'è qualcuno che pensa che non sia stata una carineria?». «Se scendono in campo gli imbecilli - ha aggiunto - siamo fregati. Dio ci salvi dagli imbecilli.Come si fa a prendere un grande complimento come una cosa negativa? Ma che vadano a...». Anche il ministro Roberto Calderoli (che nel 2006, durante la trasmissione "Matrix", definì «signora abbronzata» la giornalista Rula Jebreal) difende il premier: « È stata una battuta, detta lì per scherzo. Non avrà alcune conseguenza. Tra l'altro, a Obama abbronzato io preferisco la Rula!». Ancor più duro il commento filtrato a tarda serata: «Perché c'è qualcuno che ha obiettato? Uno può sempre prendere la laurea del coglione quando vuole. Se uno vuole prendere una laurea pubblica ogni occasione è buona. Io - ha concluso il premier - mi sono veramente rotto e dico quello che penso».


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08/11/2008 11:05

La notte tesa dell’ambasciatore con lo staff della Casa Bianca
WASHINGTON - Tragicommedia all’italiana. Il solito complesso di Violetta, l’ossessione di essere amati, dà vita a un balletto politico e diplomatico, sullo sfondo di gaffe vecchie e nuove, con corollario di malumori e gioco del cerino acceso.

A chi va la colpa del fatto che Silvio Berlusconi non sia stato fra i primi nove leader stranieri, che hanno avuto il privilegio di una telefonata di ringraziamento dal presidente- eletto Barack Obama? A Palazzo Chigi, ieri sera, il dito è stato puntato su Gianni Castellaneta, il nostro ambasciatore a Washington. Sarebbe stato lento, questa l’accusa degli ambienti vicini al premier, a reagire all’elezione del primo presidente afro-americano. Non avrebbe spinto abbastanza per organizzare una telefonata di Berlusconi con Obama.

Ma è andata proprio così? Secondo le nostre informazioni, in realtà l’ambasciata italiana si sarebbe mossa per tempo. Già mercoledì mattina, Castellaneta ha parlato al telefono con Greg Craig e Susan Rice, i due principali consiglieri di politica estera di Barack Obama, per esprimere le congratulazioni a nome del Presidente della Repubblica e del premier. In entrambe le occasioni, l’ambasciatore ha formulato anche il desiderio del presidente del Consiglio di avere un colloquio telefonico col presidente-eletto, ricevendo assicurazioni che la chiamata sarebbe arrivata quanto prima, compatibilmente con gli impegni di Obama. Poi l’ambasciata ha avviato la procedura formale di una lettera ufficiale del Capo dello Stato al presidente-eletto.

Perché quest’azione non sia andata a buon fine, può solo essere oggetto di speculazione. C’era stata per esempio la mezza gaffe di Berlusconi in giugno, durante la visita di Bush a Roma, quando il premier aveva detto scherzando che l’elezione di McCain gli avrebbe permesso di non essere più il nonno del G8, mentre gli altri leader europei, da Sarkozy a Brown, non facevano nulla per nascondere il loro debole per Obama. Ma si era trattato solo di un’episodio. Poi c’è stata la visita di Berlusconi a Bush, ultimo gesto di solidarietà totale al presidente uscente, proprio nei giorni in cui la campagna di Obama attaccava più intensamenteMcCain, identificandolo con Bush. Fatto è che giovedì Berlusconi, ma neppure lo spagnolo Zapatero, non era fra i leader della prima ondata di telefonate.

Nelle stesse ore c’è stato l’incidente di Mosca, l’infelice battuta sull’abbronzatura che ha mandato tutti in tilt. Sicuramente non ha influenzato le scelte di Obama. Ma ha probabilmente spinto Palazzo Chigi a mobilitarsi per metterci la pezza. La pressione su Castellaneta a quel punto dev’essere stata molto forte, ma l’ambasciatore il suo compito l’ha svolto: tra giovedì sera e ieri mattina ha parlato due volte al telefono con Rahm Emanuel, il futuro capo dello staff della Casa Bianca, sua vecchia conoscenza, spiegandogli il senso della battuta e insistendo nuovamente per la telefonata. Col risultato che ieri sera, poco dopo le 10 italiane, Obama ha chiamato Berlusconi.

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08/11/2008 11:08

Gaffe su Obama, Berlusconi polemizza con un reporter Usa
BRUXELLES - Le dichiarazioni di Silvio Berlusconi su Barack Obama («è bello, giovane e abbronzato») sono state al centro di un vivace botta e risposta tra il premier italiano e un reporter americano (guarda il video). Nel corso della conferenza stampa del vertice Ue, Steve Scherer, inviato a Bruxelles dall'agenzia americana Bloomberg e residente a Roma da dieci anni, ha domandato al capo del governo italiano perché non chiedesse scusa al presidente eletto Barack Obama per le dichiarazioni fatte da Mosca. «Presidente, chiederà scusa a Obama?». «Ma per favore, per favore, chiedi piuttosto scusa tu all'Italia» è stata la replica.

«PER FAVORE, PER FAVORE... » - Alle domande incalzanti del giornalista americano («Presidente si rende conto che il suo commento su Obama è offensivo negli Stati Uniti? Perché non chiede semplicemente scusa?) il presidente del Consiglio ha prima replicato con una certa calma: «Vedo che anche tu ti sei messo nella lista di quelli che ho detto ieri...». Quindi ha aggiunto alzandosi e lasciando la sala: «Ma per favore, per favore chiedi scusa tu all'Italia...non c'è il senso del ridicolo». Berlusconi si è poi allontanato per fare rientro in Italia.

«NESSUNA PROTESTA FORMALE» - «Uno statista non fa così». È stato il commento di Steve Scherer. «Ho deciso di rispondere alle domande dei colleghi giornalisti perché sono stato chiamato imbecille e "messo in mezzo" a questa storia, ma non intendo presentare proteste formali», ha spiegato il reporter americano ad alcuni cronisti nella sala stampa del Consiglio europeo. «Quando Berlusconi dice una cosa, io la riporto, e in questo caso non c’è una questione politica ma semplicemente di cortesia. Bisognerebbe capire che i tempi cambiano: Berlusconi ha 72 anni e non ha ancora capito - ha osservato Scherer - che cosa ha significato l’elezione di Obama negli Stati Uniti». Aver «fatto incazzare» Berlusconi, ha detto ancora il cronista della Bloomberg, «per me è un onore: negli Stati Uniti il giornalismo è critica del potere, o meglio dell’abuso del potere. Il fatto che Berlusconi si sia alterato vuol dire che io, come giornalista, ho fatto il mio lavoro». Il premier italiano, ha osservato ancora Scherer, «ha parlato male, ha fatto una battuta delle sue, e non ha chiesto scusa; io ho cercato solo di dargli la possibilità di spiegarsi, e lui invece ha insistito». E a chi gli chiedeva se si sentisse intimidito dalla reazione del premier, il giornalista americano ha risposto: «No, non mi sento in pericolo».

«IMBECILLI» - In mattinata, il premier italiano era tornato sulle parole pronunciate giovedì su Obama. «Li conoscevamo già ma non pensavamo fossero così tanto imbecilli» ha detto il premier (lasciando Mosca e diretto a Bruxelles) rispondendo ai cronisti italiani che gli chiedevano il suo stato d'animo dopo la lettura dei giornali e le tante critiche piovutegli addosso. «È stata una battuta di carineria e anche spiritosa» ha ribadito il Cavaliere circa le frasi su Obama. «Tutta la sinistra ne è affascinata, è il messia» ha poi aggiunto Berlusconi, auspicando che per il prossimo presidente degli Stati Uniti non diventi poi troppo pesante avere tutta questa attenzione addosso.

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08/11/2008 20:44

Non sapete la vergogna di essere in Austria e sentirsi ridicoli davanti a tutti i colleghi europei... Ma d'altra parte in Italia va bene così!
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09/11/2008 17:15

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21/11/2008 17:35

Al Zawahiri insulta e minaccia Obama



WASHINGTON - Ha atteso le prime mosse di Obama, ha cercato di capire cosa il neopresidente vorrà fare sulla scena internazionale e alla fine ha parlato mettendo fine ad un lungo silenzio. Ayman Al Zawahiri, nel primo commento diretto sul voto Usa, è ricorso ad insulti razzisti contro Obama definito «un negro (o servo) di casa» e una persona «disonorevole», colpevole di aver tradito le sue origini musulmane appoggiando Israele.

Epiteti poi ripetuti nei confronti dell’ex segretario di Stato Colin Powell e di Condoleeza Rice. L’ideologo qaedista ha sostenuto che l’esponente democratico è l’esatto contrario di Malcom X, un personaggio “onorevole”. Al Zawahiri sembra essersi ispirato proprio a Malcom X che in un famoso discorso fece la distinzione tra il “buon negro di casa” e il “negro dei campi”. Il primo è colui che vive con i bianchi e accetta lo status quo, il secondo è quello che se vede bruciare la casa del padrone gioisce.

Al Zawahiri ha affidato le sue parole ad un audio inserito in un video con immagini di Malcom X raccolto in preghiera e di Obama con personalità ebraiche. Nel messaggio, diffuso via Internet, l’esponente terrorista afferma che il piano di Obama di spostare truppe dall’Iraq all’Afghanistan per combattere Al Qaeda è destinato al fallimento. Una profezia accompagnata dall’appello a lanciare nuovi attacchi contro i “criminali americani”. Il contenuto dell’audio conferma ancora una volta la tendenza dei leader qaedisti a intervenire sui temi interni americani e in questo caso alle tensioni razziali.

Già in passato Osama e Al Zawahiri avevano citato Malcom X e la questione degli indiani. Nel contempo vogliono trasmettere ai loro seguaci le parole d’ordine: Obama è un nemico, nessuna tregua, non fatevi ingannare dalle promesse di svolta. Sul piano più generale ad Al Qaeda, anche se non bada troppo a chi siede nella Casa Bianca, appare diffidente e incerta su Obama. Non lo conosce, non può agire con il pilota automatico come con Bush, teme le possibilità novità in campo internazionale e soprattutto l’iniziale reazione favorevole alla sua elezione. Dubbi espressi anche da un personaggio autorevole come lo “sceicco” Qardawi, molto ascoltato nel mondo arabo, e da altri commentatori che hanno definito Obama “un bianco con i guanti neri”.

Infine un’annotazione sui tempi. Osama è rimasto silenzioso sul voto Usa e non ha fatto la dichiarazione di voto come era avvenuto nel 2004. Al Zawahiri si è mantenuto sulla stessa linea provocando speculazioni su possibili difficoltà dei capi terroristi. La scelta di mescolare un audio con vecchie immagini segnala la cautela degli estremisti che vivono nell’ossessione di essere intercettati. Un timore accresciuto dai pesanti raid lanciati dalle forze Usa ai confini tra Pakistan e Afghanistan.

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10/01/2009 01:47

Ora l'Uomo Ragno si batte anche per Barack Obama
LOS ANGELES (Stati Uniti) — Barack Obama incontra l'Uomo Ragno - non a New York ma a Washington. Il presidente eletto aveva confessato già in campagna elettorale di preferire Spiderman agli altri supereroi e di essere un accanito collezionista delle graphic-novel. La Marvel Comics ringrazia, e dedica ora al futuro presidente Usa una particina nel prossimo numero della rivista. «E' stato grandioso scoprire che abbiamo un geek alla Casa Bianca», ha detto l'editore della Marvel, Joe Quesada.



IL VERO E IL FINTO OBAMA - La striscia comincia col fotoreporter Peter Parker, l'alter-ego di Spiderman, che scatta delle foto in occasione dei festeggiamenti per il giuramento del nuovo presidente, il 20 gennaio a Washington. In quel momento scopre due Obama identici. È a questo punto che il supereroe decide di smascherare l'impostore e di aiutare il vero presidente. Il mezzo che userà? Una palla da basket. E Obama ringrazia con l'oramai celebre «pugno chiuso». «Sapevamo che prima o poi questi due personaggi di rilevanza storica si sarebbero incontrati», ha spiegato Quesada. «Momenti storici come questi possono trovare riscontro nei fumetti, perché le nostre storie sono ambientate nella realtà. E se un fan dell'Uomo Ragno diventa presidente, la cosa deve essere assolutamente celebrata nel fumetto». Già in precedenza la Marvel aveva portato alcuni presidenti nei suoi fumetti, ma solo in ruoli secondari: l'ex presidente John Fitzgerald Kennedy è stato protagonista di un'avventura di Superman, mentre Richard Nixon è stato citato per due volte ne «I Fantastici Quattro» e nell'«Incredibile Hulk». Il numero 583 di «The Amazing Spider-Man», in edicola dal 14 gennaio negli Usa, sarà pubblicato con due diverse copertine: su una c'è un ritratto sorridente di Obama, e la sagoma dell'uomo ragno appeso a testa in giù alla sua ragnatela sullo sfondo. C'è da aspettarsi che andrà a ruba, non solo tra i collezionisti: molti negozi online che vendono la rivista speciale hanno infatti già ricevuto migliaia di richieste.

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14/01/2009 00:44

Berlusconi: "Non sono una comparsa,non andrò all'insediamento di Obama"
ROMA - Silvio Berlusconi non sarà a Washington per l'insediamento del nuovo presidente americano Barack Obama, il 20 gennaio prossimo.

Il premier italiano, come da prassi, non viene invitato. Ma lui vuole chiarire: "Non sono andato a quello di Bush e quindi non andrò neanche a quello di Obama", ha detto il premier parlando con i cronisti in via del Plebiscito. "E poi - afferma sorridendo - io sono un protagonista e non una comparsa...". Il presidente del Consiglio comunque rivela che sta scrivendo una lettera di auguri per il nuovo Presidente. "E' importante che Obama si insedi e lavori", osserva il Cavaliere.

In realtà la prassi statunitense non prevede la presenza dei leader stranieri alla cerimonia presidenziale. Il 6 gennaio scorso, Condoleezza Rice ha diffuso una nota alle ambasciate a Washington precisando che gli inviti sono riservarti agli ambasciatori e alle loro consorti e non possono essere "trasferiti" ai premier o capi di Stato anche per ovvi motivi di sicurezza.

Quindi Berlusconi ha spostato la sua analisi sulla cosiddetta "Obama-mania": "Aspettiamo di vedere il nuovo presidente al lavoro, anche se prima tutti lo osannavano e adesso si cominciano a vedere...". Il premier non conclude la frase alludendo ad alcune critiche ricevute dal neo-presidente Usa.
Berlusconi chiude il suo ragionamento ribadendo: "Era sbagliato prima quando tutti lo osannavano, ed è sbagliato adesso avere troppe preoccupazioni".

Per il presidente del Consiglio è importante che Obama arrivi alla Casa Bianca: "Lasciamolo lavorare", ha concluso il premier, rivelando: "Gli sto scrivendo una lettera di auguri".

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14/01/2009 19:59

Re: Berlusconi: "Non sono una comparsa,non andrò all'insediamento di Obama"
cuix, 14/01/2009 0.44:

ROMA - Silvio Berlusconi non sarà a Washington per l'insediamento del nuovo presidente americano Barack Obama, il 20 gennaio prossimo.

Il premier italiano, come da prassi, non viene invitato. Ma lui vuole chiarire: "Non sono andato a quello di Bush e quindi non andrò neanche a quello di Obama", ha detto il premier parlando con i cronisti in via del Plebiscito. "E poi - afferma sorridendo - io sono un protagonista e non una comparsa...". Il presidente del Consiglio comunque rivela che sta scrivendo una lettera di auguri per il nuovo Presidente. "E' importante che Obama si insedi e lavori", osserva il Cavaliere.

In realtà la prassi statunitense non prevede la presenza dei leader stranieri alla cerimonia presidenziale. Il 6 gennaio scorso, Condoleezza Rice ha diffuso una nota alle ambasciate a Washington precisando che gli inviti sono riservarti agli ambasciatori e alle loro consorti e non possono essere "trasferiti" ai premier o capi di Stato anche per ovvi motivi di sicurezza.

Quindi Berlusconi ha spostato la sua analisi sulla cosiddetta "Obama-mania": "Aspettiamo di vedere il nuovo presidente al lavoro, anche se prima tutti lo osannavano e adesso si cominciano a vedere...". Il premier non conclude la frase alludendo ad alcune critiche ricevute dal neo-presidente Usa.
Berlusconi chiude il suo ragionamento ribadendo: "Era sbagliato prima quando tutti lo osannavano, ed è sbagliato adesso avere troppe preoccupazioni".

Per il presidente del Consiglio è importante che Obama arrivi alla Casa Bianca: "Lasciamolo lavorare", ha concluso il premier, rivelando: "Gli sto scrivendo una lettera di auguri".

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Ma sto nano chi cazzo si crede di essere? A coso ma vaffan...[SM=g1336777]
[Modificato da Mezcal82 14/01/2009 20:01]
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18/01/2009 19:00

Obama sul treno di Lincoln "A Washington per una nuova sfida"

WASHINGTON - "L'America ha bisogno di una nuova dichiarazione d'indipendenza: dall'ideologia, dai pregiudizi, dall'intolleranza". In un'altra mattina gelida (10 gradi sottozero), come quella di due anni fa quando a Springfield lanciò la sua candidatura, Barack Obama ha rinnovato il suo appello a far ripartire il Paese e a ricostruirlo: "Queste elezioni non sono state la fine di un percorso ma l'inizio del cambiamento". Come Abramo Lincoln, che nel 1861 scelse di arrivare a Washington con un viaggio lungo 12 giorni in cui tenne cento discorsi, Obama ha scelto il treno. Il suo percorso è stato più breve, 220 chilometri in sette ore, ma gli ha regalato un grande bagno di folla in ogni stazione toccata e simbolicamente è servito a chiudere quel viaggio nel cuore dell'America che sono stati i 100mila chilometri della campagna elettorale.

Partendo da Filadelfia, la città "dov'è nata l'idea di America", dove è stata firmata nel 1776 la Dichiarazione d'Indipendenza e dove l'anno scorso ha tenuto il suo discorso più importante, quello sulla razza, Obama ha dato il via alle cerimonie che lo porteranno alla Casa Bianca. Quattro giornate piene di simboli e richiami al passato, che avranno il culmine martedì con il giuramento. Quattro giornate in cui si richiamerà non solo a Lincoln - il presidente che abolì la schiavitù e di cui utilizzerà la Bibbia nel giuramento - ma anche a Franklin Delano Roosevelt, l'uomo che tirò fuori il Paese dalla Grande Depressione, a Martin Luther King e a Robert Kennedy.

Sugli stessi binari lungo i quali ieri migliaia di persone hanno salutato Obama, quarant'anni fa - l'8 giugno 1968 - un milione di persone assistette in silenzio al passaggio del treno funebre con il feretro del fratello minore di John Kennedy che era stato appena ucciso. La morte di Robert Kennedy chiuse una stagione di speranze e lotte per i diritti che Obama idealmente intende rilanciare.

Per questo prima di salire su una carrozza blu degli Anni Trenta, tirata a lucido per l'occasione, ha voluto ricollegarsi all'inizio dell'avventura degli Stati Uniti: "La rivoluzione americana non è finita quando i fucili inglesi hanno smesso di sparare: non è stata solo una battaglia per liberarci da un impero e diventare indipendenti ma era e rimane una sfida che continua nei cuori e nelle menti del popolo".

Ma se da una parte il primo presidente nero della storia americana vuole rilanciare la speranza e la fiducia nel futuro, dall'altra teme di creare troppe aspettative, per questo nei suoi discorsi ha sottolineato l'urgenza e la difficoltà del momento: "L'America ha di fronte sfide senza precedenti: dalla crisi economica, ai rischi posti dai cambiamenti climatici, alla difficile situazione internazionale. Siamo consapevoli - ha aggiunto - che le sfide che abbiamo di fronte non saranno risolte velocemente, ci saranno false partenze e contrattempi, frustrazioni e disappunto e siamo consapevoli che avremo bisogno della massima pazienza".

Il treno, su cui viaggiava Obama insieme alla moglie Michelle, alle figlie Sasha e Malia e ad un gruppo di duecento passeggeri scelti tra i cittadini comuni, si è fermato a Wilmington in Delaware per far salire Joe Biden. Il vicepresidente ha fatto il pendolare con Washington per 36 anni e a salutarlo c'erano tutti i ferrovieri che ha incontrava ogni giorno e 20mila persone, a cui i due hanno promesso: "Andiamo a Washington per cambiarla e lavorare per voi".

Obama e Biden poi si sono rimessi in viaggio e sono rimasti all'aperto, sul palchetto coperto di coccarde a stelle e strisce montato sulla piattaforma alla fine dell'ultima carrozza, per salutare la folla che faceva foto e riprese con telecamere e cellulari. A Baltimora erano in 100mila ad aspettarli e qui Obama ha parlato della necessità che ogni americano si impegni al servizio della comunità: "Dobbiamo appellarci non ai nostri istinti più facili ma ai nostri angeli migliori".

Proprio ieri Michelle Obama ha compiuto 45 anni e ad ogni fermata la folla le ha fatto gli auguri e cantato buon compleanno, ma la festa con la torta e le candeline l'avevano anticipata a giovedì sera in un ristorante di Washington, dove hanno festeggiato proprio mentre George W. Bush faceva il suo discorso televisivo d'addio.

Il viaggio dell'Obama Express è stato trasmesso in diretta da tutte le televisioni americane ed è servito ad alzare la febbre intorno all'inaugurazione: Washington è già piena di gente anche se si segnalano cancellazioni di viaggi di chi si è spaventato per le previsioni di due milioni di partecipanti. Oggi pomeriggio al Lincoln Memorial ci sarà un concerto di star per Obama, tra cui Bruce Springsteen, Stevie Wonder e Bono, ma nel resto d'America lo potranno vedere in diretta solo gli abbonati alla tv via cavo Hbo che ha comprato i diritti per 2,5 milioni di dollari. La cosa ha scatenato polemiche ma il comitato organizzatore delle celebrazioni ha spiegato che altrimenti non sarebbe stato in grado di coprire i costi dell'evento. In molte città si organizzano maxi schermi e perfino i cinema e la catena di caffeterie Starbucks hanno promesso di organizzarsi per trasmettere la diretta del giuramento.

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20/01/2009 00:57

Obama, popolarità alle stelle
"Governo efficiente, ma fate la vostra parte"

WASHINGTON - Ultime 24 ore per George W. Bush alla Casa Bianca, meno 24 ore per Barack Obama. Alla vigilia dell'Inauguration Day, la popolarità del nuovo presidente non è mai stata così alta: secondo il sondaggio Cnn reso noto oggi, Obama ha il sostegno dell'84% degli intervistato. Sei persone su dieci vedono la cerimonia di domani come una "celebrazione della democrazia" e, ancor più significativamente, per 9 afroamericani su 10 dicono che quel che sta per accadere è "la realizzazione di un sogno".

Se qualche ombra si è addensata sulla fase di transizione, non sembra dunque aver sfiorato il leader democratico. Fa discutere anche il massiccio investimento necessario per i festeggiamenti di oggi, dopo le molte promesse di austerità in questi tempi di profonda crisi economica. La giornata costerà intorno ai 170 milioni di dollari. La cerimonia del giuramento da sola arriverà a costare 1,24 milioni. Il grosso verrà speso in misure di sicurezza e nelle decine di balli e feste che costelleranno la città di Washington domani. A coprire le spese saranno in gran parte gli sponsor, mentre il governo federale coprirà 49 milioni di dollari e gli Stati di Washington DC, Virginia e Maryland hanno chiesto aiuti al governo centrale per altri 75 milioni. Molto più dei 42,3 milioni spesi dal comitato Bush nel 2005 o i 33 milioni dell'Inauguration Day di Bill Clinton nel 1993. Le donazioni, dicono gli esperti, saranno consistenti: "Non sono i contributi da 50 dollari che abbiamo visto durante la campagna di Obama", dice un ricercatore del Center for Responsive Politics alla Abc, "Queste sono donazioni da 50.000 dollari a botta. Grandi compagnie, celebrità, l'élite dell'élite".

''Ognuno può essere grande, ognuno può servire il paese''. Così Barack Obama, durante il concerto al Lincoln Memorial, ha lanciato l'inziativa con cui, alla vigilia del suo insediamento alla Casa Bianca, vuole far rinascere lo spirito del servizio e del volontariato nella società americana. ''Renew America Together'', "rinnoviamo insieme l'America", è lo slogan delle migliaia di manifestazioni, 8500 in tutto il paese contro le 5mila dello scorso anno, con cui oggi verrà celebrato lo spirito di servizio all'interno delle comunità, in occasione anche del Martin Luther King Day. Tra le inziative, gruppi che puliranno scuole, parchi giochi del quartiere oppure offriranno tour nei quartieri storici della propria città o lezioni sulla cucina vegetariana.

Anche Obama ed il vice presidente Joe Biden, insieme alle loro famiglie, hanno partecipato oggi ad una delle iniziative di volontariato tenute nella zona di Washington. Dopo il centro per i ragazzi senza tetto, Barack Obama è andato in una scuola superiore di Washington per incontrare studenti e genitori raccolti per un'altra iniziativa di volontariato. ''Faremo funzionare il governo - ha detto il presidente - faremo
in modo che vi ascolti, che si interessi a voi, che faccia in modo che la gente possa avere l'assistenza sanitaria, possa mandare i figli al college, pagare le bollette, conservare le proprie case''. Ma è necessario, ha ribadito, l'impegno di tutti per migliorare l'America,
''perché il governo può fare solo fino ad un certo punto''. Sempre in maniche di camicia, Obama è poi passato a salutare, fermandosi a scambiare anche qualche battuta, tutti i ragazzi, genitori ed insegnanti.

Tra le principali manifestazioni, quella prevista nel Rfk Stadium, dove migliaia di volontari prepareranno 75mila pacchi dono da mandare ai militari al fronte.

Anche in Italia, su iniziativa del Partito radicale, si sono svolte manifestazioni "servizio alla comunità", con visite alle carceri, donazione di sangue, consulenze ai cittadini.

Si mettono intanto a punto i dettagli della cerimonia di domani, ed escono i nomi di alcuni fra gli invitati più "inusuali". Obama ha voluto che partecipino cinque membri dell'equipaggio dell'Airbus 320 della Us Airways, che è riuscito ad ammarare sulle acque del fiume Hudson a New York, tra cui l'eroe-pilota Chesley Sullenberger, elogiato da Obama per la sua manovra miracolosa. Obama aveva già telefonato a Sullenberger venerdì scorso, un giorno dopo che tutti i 150 passeggeri sono riusciti a sopravvivere alle acque gelide del fiume Hudson.

Ci sarà anche Kezia Obama, la matrigna di Barack, che sposò suo padre in Kenya nel 1957, due anni prima che egli incontrasse la madre del presidente e la sposasse. Cogliendo al volo l'occasione della celebre passerella, lancerà l'Obama's Online Bingo, iniziativa benefica di tre giorni per raccogliere fondi per la ricerca sulle malattie genetiche.

E' stato dedicato ai saluti l'ultimo giorno del presidente americano uscente, che oggi ha chiamato al telefono alcuni dei suoi principali alleati degli ultimi anni, dal premier russo Vladimir Putin, al premier italiano Berlusconi, ai dirigenti di Danimarca e Corea del Sud.

Un portavoce della casa Bianca, Gordon Johndroe, ha detto che nelle telofonata Bush "ha espresso la sua gratitudine per la generosa ospitalità che questi leader gli hanno mostrato negli anni scorsi e gli ha ribadito quanto è stato lieto di lavorare con loro nel corso dei suoi due mandati". Bush, ha concluso il portavoce, chiamerà ancora altri leader mondiali nel corso della giornata di oggi.

La penultima serata i Bush l'hanno trascorsa con vecchi amici. A cena a casa di Condoleezza Rice, al Watergate, e poi una puntata in una festa in Maryland, breve perché George W. e Laura amano andare a dormire presto.

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21/01/2009 13:41

Obama presidente, primo messaggio «Una nuova era per rifare l'America»
WASHINGTON - Il giorno è arrivato. L'incontro con la storia è nell'abbraccio con una folla immensa, riunita a Washington nonostante il gelo (al momento del giuramento la temperatura era -1 °C) per salutare il primo presidente nero degli Stati Uniti. Barack Obama, simbolo vivente di una svolta epocale, ha iniziato la sua lunga giornata nella chiesa di St. John’s, e terminerà a notte fonda con l'ingresso ufficiale alla Casa Bianca dopo aver partecipato a una decina di balli organizzati per l'evento che l'America e il mondo non potranno dimenticare. L'emozione e il significato di questo momento resteranno nella memoria.

GIURAMENTO - Il momento che tutti attendevano è arrivato alle 12,05: Obama ha giurato come 44mo presidente degli Stati Uniti ripetendo la formula pronunciata dal presidente della Corte Suprema, John Roberts. Accanto a lui la moglie Michelle, che reggeva la Bibbia di Lincoln sulla quale Barack ha posto la sua mano sinistra, e le figlie Malia e Sasha. Un rito che è stato anche a suo modo «irrituale», per l'inciampo nella lettura della formula che rimane, a suo modo, un piccolo momento storico.

DISCORSO - Attesissimo, il primo discorso di Obama da presidente, durato 18 minuti, è stato meno evocativo di altri suoi interventi del recente passato. Concreto e ricco di temi, ha puntato non soltanto sulla speranza e sul sogno, ma sulla necessità per l'America di agire subito e su molti fronti, dalla crisi economica al terrorismo, dalla povertà a un nuovo rapporto con il mondo musulmano. L'economia è «in crisi a causa dell'irresponsabilità e della cupidigia di alcuni e della mancanza di decisione di altri». Ma Obama tocca anche il rapporto dell'America con se stessa e con il mondo. Obama vuol chiudere con il tempo della paura. «Le sfide che dobbiamo affrontare sono molte - dice - ma sappi questo, America: saranno affrontate! Oggi siamo qui perché abbiamo scelto la speranza sulla paura». La conseguenza riguarda la sicurezza, tema che l'amministrazione Bush ha affrontato e usato in altro modo. «E' falsa la scelta tra la nostra sicurezza e i nostri ideali - dice Obama - L'America è amica di ogni nazione, di ogni persona che cerchi pace, giustizia e libertà. Possiamo far fronte alle nuove sfide che chiedono uno sforzo ancora più grande, oltre che una maggiore cooperazione e comprensione tra le nazioni. Cominceremo a lasciare in modo responsabile l’Iraq alla sua gente». Terrorismo e Islam sono altri due punti fondamentali del discorso: «A tutti coloro che perseguono i propri scopi con il terrore e l'assassinio degli innocenti possiamo dire... non sopravviverete, non durerete più a lungo di noi. Al mondo musulmano: cerchiamo un modo nuovo per andare avanti basato sul rispetto reciproco e sul reciproco interesse. Ai leader che cercano di dare le colpe all'Occidente, sappiate che il vostro popolo vi giudicherà per quello che farete. Anche se mostrerete il pugno, noi vi tenderemo la mano».

POESIA - Elizabeth Alexander, nata ad Harlem e capo del dipartimento di studi afroamericani all’Università di Yale, ha letto la sua poesia Praise Song for the Day, seguita dalla benedizione del reverendo Joseph Lowery e dall’inno nazionale eseguito dalla banda della Marina. Obama ha poi accompagnato Bush a un elicottero che attendeva sul lato est del Campidoglio per portare l'ormai ex presidente alla base di Andrews, da dove in aereo è decollato alle 20 (ora italiana) diretto in Texas. George e la moglie hanno acquistato una casa a Dallas, dove sta sorgendo la biblioteca che custodirà i documenti dell'amministrazione Bush.

PRANZO - Dopo il giuramento e la partenza di Bush, in Campidoglio c'è stato il pranzo in onore del nuovo presidente, seduto tra la moglie e il vice presidente Joe Biden, alla presenza di 200 ospiti tra i quali il suo avversario alle elezioni John McCain. Prima del pranzo Obama ha firmato i decreti di nomina dei membri della sua amministrazione che ha finora nominato. Durante il pranzo, il senatore Ted Kennedy, malato da tempo di tumore al cervello, si è sentito male ed è stato subito portato in ospedale. Anche il senatore Byrd del West Virginia si è sentito male.

PARATA - Dopo il pranzo, è iniziata la parata militare lungo i 2.400 metri di Pennsylvania Avenue che ha portato alla Casa Bianca a passo d'uomo il presidente Obama, a bordo della Cadillac presidenziale superblindata targata Usa 1 scortata a piedi da uomini della sicurezza ai suoi lati. Barack e Michelle hanno percorso alcuni tratti a piedi prima di arrivare alla Casa Bianca. Alla sfilata partecipano complessivamente oltre 13 mila figuranti provenienti da tutti i 50 Stati. In testa al corteo c'era l'autobus di Rosa Parks, sul quale la donna diventata simbolo della lotta contro il segregazionismo si rifiutò nel 1955 di cedere il posto a un bianco. Dal 1805, solo nel 1985 nel secondo mandato di Ronald Reagan la parata venne cancella a causa del freddo polare.

BALLI - Il primo comincerà alle 19 (l’una di notte in Italia): è il Neighborhood Ball e a dare il via sarà Beyoncé. Ci saranno anche suo marito Jay-Z, Mariah Carey, Alicia Keys, Shakira, Sting, Faith Hill, Mary J. Blige e Stevie Wonder. Il ballo numero 2 sarà lo Home State Ball per l’Illinois e le Hawaii, gli Stati di Obama; poi il Ballo del Comandante in capo con Jon Bon Jovi a guidare un evento che verrà trasmesso alle truppe all’estero; e lo Youth Ball con Kid Rock (diritti venduti in eslusiva a Mtv). Obama e Biden parteciperanno anche a un ballo in onore degli Stati di Biden e a cinque balli regionali. Di solito il presidente fa qualche giro di ballo con la signora, poi saluta e passa al successivo.

BIDEN - Pochi minuti prima di mezzogiorno aveva giurato il vice presidente Biden. Tra lui e il giuramento del presidente, l'esibizione del quartetto formato dal violoncellista Yo-Yo Ma, il violinista Itzhak Perlman, la pianista Gabriela Montero e il clarinettista Anthony McGill su una selezione musicale del compositore John Williams.

LA PREGHIERA - Prima del giuramento, sul palco del Campidoglio erano salite Malia e Sasha, vestite rispettivamente di blu violaceo e di arancione-rosa. Sorridenti e un po’ infreddolite, le bambine sono state accolte da un forte applauso. Poi è arrivato il protagonista, accolto da un boato della folla: Barack Obama. La cerimonia è stata introdotta dalla senatrice della California Dianne Feinstein. La preghiera è stata tenuta dal discusso pastore californiano Rick Warren e subito dopo Aretha Franklin ha cantato l'inno soul My Country, 'Tis of Thee.

LA BIBBIA -Michelle Obama era arrivata sulla scalinata del Campidoglio, insieme a Jill Biden, moglie del vice presidente, con in mano la Bibbia sui cui giurò nel 1861 Abraham Lincoln e sulla quale avrebbe poi giurato il marito. Dal 1965 le first lady per tradizione reggono la Bibbia su cui giura il marito.

OSPITI - Secondo il cerimoniale, sono solo gli ambasciatori accreditati a Washington a essere invitati al giuramento. Obama ha voluto riunire un centinaio circa dei suoi amici più cari: compagni di scuola delle superiori, professori del college, compagni di squadra a basket o colleghi politici. In prima fila gli ex presidenti degli Stati Uniti ancora viventi: Carter, Bush padre e Bill Clinton (con accanto Hillary, futuro segretario di Stato), oltre a Bush figlio. Presenti anche gli ex vice presidenti: Al Gore, Dan Quayle e Walter Mondale. Il vice presidente uscente, Dick Cheney, era in sedia a rotelle: si è strappato un muscolo della schiena mentre spostava alcuni scatoloni nella sua nuova casa dove sta per trasferirsi.

DALLA CASA BIANCA - Dopo un caffè nel salotto Azzurro della Casa Bianca, Bush e Obama si erano diretti al Campidoglio salendo sulla stessa auto. Bush e Obama avevano salutato dal portico della Casa Bianca la folla assiepata oltre la cancellata della residenza presidenziale. I due sono poi giunti al Campidoglio poco dopo le 11 (le 17 in Italia). Il Mall era stracolmo di gente già dalle prime ore della mattina, le vie d'accesso sono state chiuse molto prima del previsto. Un centinaio di persone sono state colte da malore per il freddo: avevano passato la notte all'addiaccio e hanno dovuto essere curate per ipotermia.

ACCOLTO DAI BUSH - George W. Bush e la first lady Laura avevano offerto alla Casa Bianca la colazione agli Obama. Michelle Obama ha portato un pacchetto per Laura Bush, che l'ha accolta in tailleur grigio perla. Come hanno fatto i suoi predecessori, Bush ha lasciato una nota per il suo successore nel cassetto superiore della scrivania della sala Ovale. Bush era entrato per l’ultima volta nell’ufficio Ovale prima delle 7 (le 13 in Italia) e aveva parlato brevemente al telefono con il segretario di Stato Condoleezza Rice, il consigliere per la sicurezza nazionale Stephen Hadley e l’ex capo dello staff della Casa Bianca Andy Card.

NELLA CHIESA DEI PRESIDENTI - La giornata di Barack e Michelle era iniziata con la funzione religiosa alla chiesa di St. John’s, accanto alla Casa Bianca. Il presidente indossava un lungo cappotto nero, camicia bianca e cravatta rossa. La moglie Michelle aveva invece optato per un completo color oro di Isabel Toledo, stilista americana nata a Cuba, impreziosito da un tessuto damascato. Obama ha voluto così proseguire la tradizione iniziata da tempo recandosi nella chiesa di St. Johns, ribattezzata «la chiesa dei presidenti».

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il discorso di Obama: www.corriere.it/Speciali/Esteri/2009/Discorso_Obama/
[Modificato da cuix 21/01/2009 13:42]
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21/01/2009 21:30

«Il mio impegno per una pace durevole»
RAMALLAH (Cisgiordania) - Barack Obama ha dedicato il suo primo giorno da presidente alla crisi del Medio Oriente. Come aveva promesso, ha aspettato l'investitura ufficiale per pronunciarsi sul conflitto a Gaza.

«PACE DUREVOLE» - In una serie di telefonate ad alcuni leader del Medio Oriente (Israele, Egitto, Giordania e Autorità palestinese) Obama ha sottolineato la sua determinazione «a lavorare per aiutare a consolidare il cessate il fuoco» sottolineando che un contributo verrà dall'«attuazione di efficaci meccanismi che impediscano ad Hamas di riarmarsi» e anche da un «impegno, insieme all'Autorità palestinese, a intraprendere un massiccio sforzo di ricostruzione a beneficio del palestinesi a Gaza». Obama ha concluso che intende lavorare «in stretto contatto con la comunità internazionale» per raggiungere «una pace durevole». E il portavoce Robert Gibbs ha detto che il neopresidente si è impegnato ad «adoperarsi per la pace in Medio Oriente fin dall’inizio del mandato».

ABU MAZEN E OLMERT - Il primo interlocutore del neo inquilino della Casa Bianca è stato Abu Mazen. Lo ha detto il portavoce del presidente dell'Anp, Nabil Abu Rudeina, secondo cui è stato lo stesso Obama a sottolinearlo durante la conversazione telefonica. Nel corso della conversazione, Abu Mazen «ha invitato Obama a lavorare per realizzare la pace sulla base delle risoluzioni internazionali». Sono seguiti il premier israeliano Ehud Olmert, il presidente egiziano Hosni Mubarak e il sovrano giordano Abdallah II. Olmert ha auspicato che l'impegno internazionale contro i traffici di armi verso Gaza possa consolidare il processo di pace e ha assicurato che Israele «farà ogni sforzo» in favore delle esigenze umanitarie della popolazione palestinese della Striscia. Il premier israeliano, ha spiegato un portavoce, si è congratulato con Obama per il suo ingresso in carica e «ha riferito al presidente sulla situazione a Gaza auspicando che gli sforzi di Israele, Egitto, Stati Uniti e Paesi europei per impedire il contrabbando di armi a Gaza abbiano successo in modo che si possa consolidare il cessate il fuoco e in futuro portare avanti il processo politico tra Israele e l'Autorità palestinese».

BAN KI-MOON - Un plauso al successore di Bush è arrivato dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, secondo cui si sta aprendo per gli Stati Uniti e l'Onu «una nuova era di partenariato forte ed efficace». Ban Ki-moon ha espresso «grande ottimismo» e si è congratulato con Obama, con l'augurio che Onu e Usa sapranno affrontare «le tante sfide del nostro tempo, come la crisi economica e il surriscaldamento del pianeta, il disarmo e la non proliferazione di armi nucleari - ha spiegato la portavoce del segretario generale -. Sono sfide che richiedono una risposta forte e collettiva. E Obama ha gettato le basi per una politica energetica degli Usa più responsabile».

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21/01/2009 21:31

Obama diventa presidente e il sito della Casa Bianca cambia subito look

WASHINGTON - Eccola la nuova «era» promessa da Obama. Anche su Internet. Appena un minuto dopo il giuramento, il sito ufficiale della presidenza degli Stati Uniti WhiteHouse.gov appariva con un nuovo look. Macon Phillips, direttore dei New Media per la Casa Bianca, nonché uno di coloro che contribuirà al blog, spiega la svolta: «Il nuovo website della Casa Bianca servirà come luogo in cui il presidente e la sua amministrazione saranno in contatto con il resto della nazione e del mondo». Obama è uno dei migliori rappresentanti della schiera di politici che sa fare, e bene, politica su Internet. Lo dimostra la miriade di indirizzi dedicati alla sua azione e che hanno contribuito alla sua elezione. Lo dimostra anche il suo esordio su YouTube. «Milioni di americani - prosegue il direttore New Media - hanno contribuito a realizzare il viaggio alla Casa Bianca e in molti potranno approfittare di Internet per svolgere un ruolo nel modellare il futuro del nostro Paese».

TRE PRIORITA' - Macon Phillips assicura che il sito sarà orientato intorno a tre priorità: comunicazione, trasparenza e partecipazione. Questo perché gli americani sono desiderosi di avere informazioni su economia, sicurezza nazionale e una miriade di altre tematiche». «Il presidente Obama ha voluto rendere la sua gestione la più aperta e trasparente nella storia e il sito WhiteHouse.gov svolgerà un ruolo importante per mantenere questa promessa». Anche per «conoscere la direzione della nuova amministrazione e le priorità politiche del presidente».

LE NOVITA' - La differenza che subito appare è nelle immagini. Accanto a quelle della Casa Bianca e del Campidoglio durante la cerimonia del giuramento, ecco quelle del neopresidente a contatto con i lavoratori, o impegnato con moglie e figli nella distribuzione di aiuti ai bisognosi. Un'immagine «sociale» e informale del presidente mai comparsa nella presidenza Bush e che volutamente sottolinea uno dei punti-chiave della campagna presidenziale di Obama. Trasparenza e comunicazione vengono rappresentati dai capitoli di «agenda» del presidente, dove viene precisato ciò che Obama intende fare nei vari ambiti, dall'economia alle tecnologie. E, soprattutto, sul sito c'è anche il «pulsante» che introduce a un blog, nel quale il contatto con i cittadini sarà probabilmente continuo e poco istituzionale.

ATTACCO A BUSH SU KATRINA - Il cambiamento non è solo di facciata ma anche di sostanza: lo dimostra l'attacco alla vecchia politica del presidente Bush apparso sul sito governativo, già in versione «democratica». Già da senatore, Barack Obama era stato tra i più accesi critici del modo in cui Bush aveva abbandonato a stessa la popolazione, in stragrande maggioranza afroamericana, di New Orleans ai tempi dell'urgano Katrina. Ora che Obama è presidente, quelle critiche sono già online: «Il presidente Obama manterrà le promesse infrante dal presidente Bush di ricostruire New Orleans e la costa del Golfo: insieme al vicepresidente Biden prenderà adeguate misure in modo che non si verifichino mai più delle falle così catastrofiche nei piani di emergenza e di risposta a eventi di questo genere» si legge nella sezione riservata al programma del nuovo presidente. Nel sito si ricorda come l'allora senatore «si recò a visitare migliaia dei sopravvissuti all'urgano all'Houston convention center», condannando «l'irresponsabile incapacità» dell'amministrazione Bush di dare una risposta efficace alla catastrofe.

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13/02/2009 18:05

Obama scrive a Veltroni: «Italia e Usa lavorino insieme»
Il presidente degli Stati Uniti Barak Obama ha inviato al segretario del Pd Walter Veltroni un messaggio di ringraziamento per la lettera di felicitazioni inviatagli da Veltroni a seguito della sua elezione alla Casa Bianca. «Grazie per le tue congratulazioni per la mia elezione come presidente degli Stati Uniti -ha scritto Obama- Ho molto apprezzato il tuo messaggio. Gli Stati Uniti e l'Italia devono far fronte ad una serie di sfide che credo riusciremo ad affrontare meglio insieme. Abbiamo però anche delle straordinarie opportunità che, se riusciamo a cogliere, possono far crescere i nostri obiettivi comuni. Ora che cominciamo a lavorare insieme, sarà per me di fondamentale importanza la nostra collaborazione. Sono fiducioso che gli Stati Uniti e l'Italia possano lavorare insieme in uno spirito di pace e di amicizia per costruire un mondo più sicuro nei prossimi quattro anni. Nell'attesa di poter lavorare con te per questo obiettivo e per rafforzare i rapporti tra i nostri paesi, ti mando i miei più sinceri saluti».

NEI PROSSIMI GIORNI TELEFONATA A BERLUSCONI - È stata fissata ed avverrà nei prossimi giorni una telefonata tra il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. È quanto riferiscono fonti diplomatiche a Washington. Le stesse fonti spiegano che si sta lavorando, tra la Casa Bianca e Palazzo Chigi, in stretto raccordo e in contatto continuo perché quella tra Obama e Berlusconi non sarà una telefonata di rito. Il colloquio sarà l'occasione, riferiscono le fonti, per approfondire non soltanto gli ottimi rapporti bilaterali fra i due paesi ma tutti i temi dell'attualità internazionale, anche in considerazione del fatto che l'Italia ha, per tutto il 2009, la presidenza di turno del G8.

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