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Terremoto in Abruzzo

Ultimo Aggiornamento: 16/06/2009 20:00
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16/04/2009 15:37

prima ancora di guardare la puntata: ma perchè tra tutti i responsabili della trasmissione, se proprio si voleva colpire qualcuno si è preso il povero Vauro?! è vero, ha fatto una vignetta forse un po' eccessiva



ma francamente fa il vignettista e tra tutti i ruoli che esistono nel mondo dello spettacolo e dell'informazione mi sembra sia il lavoro in cui gli errori costano meno... insomma, se una vignetta è di cattivo gusto al massimo non fa ridere! certi giornalisti (vespa) che fanno del voyeurismo e del sensazionalismo il punto cardine della loro professionalità mi sembrano molto più colpevoli del marciume della tv italiana!
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16/04/2009 21:31

Terremoto annunciato da molte scosse sismiche di una certa entità, terremoto che tutti i centri sismografici italiani sapevano sarebbe arrivato... terremoto che tutti conoscevano e che nessuno ha osato annunciare... terremoto che ora è diventata la propaganda per far vedere quanto il governo è bravo, terremoto che ora ha proclamato salvatori del mondo Silvio e Bertolaso... terremoto delle persone senza casa, dei morti e dei feriti usati per una sporca campagna di propaganda... terremoto della vergogna, della solita facciata mantenuta e giostrata da 4 pirla che abbiamo votato... terremoto.... terremoto... spero che le persone colpite possano un giorno ricevere un euro di quelli devoluti da tutti... perchè solo loro sapranno mai quel che davvero è successo, solo chi ha perso tutti i beni materiali o, purtroppo, qualche caro sa cos'ha significato quella domenica notte.


[Modificato da Mezcal82 16/04/2009 21:35]
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18/04/2009 01:23

Terremoto, primi interrogatori - 800 euro al mese agli autonomi
L'AQUILA - Gli investigatori, su delega della Procura della Repubblica de L'Aquila che conduce l'inchiesta sui crolli degli edifici pubblici e privati causati dal terremoto del 6 aprile scorso, hanno cominciato ad ascoltare i testimoni che nei mesi scorsi avevano manifestato, anche con esposti, dubbi sulla stabilità degli edifici nei quali risiedevano. A quanto si apprende, sarebbero stati ascoltati 5-6 testimoni tra cui la giovane Carmela Tomassetti, la studentessa di Celano, che 4 giorni prima del crollo aveva denunciato «pericolose crepe» alla Casa dello studente di via XX Settembre, crollato con il terremoto, causando numerose vittime.

LE PRIME MISURE ECONOMICHE - Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, venerdì in visita a L'Aquila, ha annunciato un'indennità straordinaria di 800 euro mensili per i lavoratori autonomi che hanno perso il lavoro per effetto del terremoto. In arrivo, ha aggiunto il ministro, 55 milioni di euro di stanziamento in deroga relativi agli ammortizzatori sociali: venticinque milioni di euro sono destinati all'intero territorio regionale, mentre trenta milioni sono destinati alle aree del terremoto.

DALL'EUROPA - Ma ingenti fondi arriveranno anche dall'Europa: dalla Commissione Europea invierà in Abruzzo 500 milioni di euro tra il Fondo di solidarietà previste per le calamità naturali e la riallocazione dei fondi strutturali 2007-2013. Lo ha annunciato il commissario europeo Antonio Tajani, spiegando che il sindaco de L'Aquila e la Confindustria hanno chiesto di reinserire la provincia de L'Aquila nell'ex obiettivo 1 dei fondi strutturali europei.

I COMUNI COLPITI - Le misure di sostegno varate dal governo con l'ordinanza del 9 aprile andranno ai comuni maggiormente colpiti, che sono 50, secondo la lista ufficiale firmata dal responsabile della Protezione Civile Guido Bertolaso e resa pubblica venerdì: 38 in provincia de L'Aquila, 5 in quella di Teramo e 7 di Pescara. Intanto proseguono le indagini: «Dobbiamo vedere se qualche manina, per motivi dolosi o colposi, ha contribuito a cagionare queste morti. Se uno ha sbagliato allora il reato è colposo, ma se uno ha rubato e non ha messo il ferro giusto nel pilastro, allora è doloso». Così il procuratore della Repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini, confermando che le perizie sono in corso e che si stanno raccogliendo prove documentali e materiali per passare poi alla seconda fase dell'inchiesta, quella degli interrogatori. «Abbiamo sequestrato 13 edifici - ha detto ancora Rossini - pensiamo che ce ne se saranno altri da sequestrare. I costruttori, intanto, stanno in attesa di vedere se li convocheremo o no. Ma ancora non abbiamo chiamato nessuno». Finita l'emergenza, per Dario Franceschini «serve un'operazione verità, non bisogna dire solo le cose che funzionano». Il leader del Pd, in ogni caso, elogia Bertolaso: «È un uomo che lavora sodo». Mentre continuano le stime dei danni ai beni artistici. Il ministro Bondi ha parlato di «danni gravissimi»: «Il lavoro che ci aspetta è un lavoro molto lungo, impegnativo e faticoso, che ci impegnerà nei prossimi anni». Un aiuto viene dalla Spagna, che si è offerta di riportare al suo originario splendore proprio il Forte spagnolo, vero e proprio gioiello dell'architettura militare del Rinascimento.

ANCORA UN MORTO - E salgono a 295 le vittime del terremoto. È morto due giorni dopo il sisma per le ferite riportate: Vincenzo Colaiuda di Torninparte (L'Aquila) aveva 77 anni ed è deceduto all'ospedale di Colleferro. Ne dà comunicazione la Questura dell'Aquila. È proprio la stessa questura che ha trasmesso alla procura nei giorni scorsi l'elenco ufficiale delle vittime che comprendeva 293 nomi, ai quali si è aggiunto giovedì quello di Tonino Colonna, 19 anni, morto all'ospedale Forlanini di Roma e, venerdì, il nome di Colaiuda.

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19/04/2009 01:07

Inchieste, il procuratore a Berlusconi "Inchieste non sono perdita di tempo"


L'AQUILA - "Per favore non perdiamo tempo, cerchiamo di impiegarlo sulla ricostruzione e non dietro a cose che ormai sono accadute". E' l'ennesimo attacco del presidente del Consiglio ai media e alla magistratura, e in particolare a chi dopo il terremoto sta mettendo in luce le tante zone d'ombra del sistema edilizio abruzzese. Più di una semplice tirata d'orecchie, poco meno di una censura, dunque, tanto che il premier si spinge a un vero e proprio "invito" alla stampa: "Se qualcuno è colpevole, le responsabilità emergeranno, ma per favore non riempiamo le pagine dei giornali di inchieste".

"Quando ci sono questi eventi - insiste dall'Aquila il Cavaliere - c'è chi si rimbocca le maniche e chi invece si prodiga a ricercare responsabilità. Io sono diverso, non è nel mio dna. E poi, per indicare responsabilità ci devono essere prove consistenti".

"A me sembra inverosimile - continua il presidente del Consiglio - un costruttore che costruisce su una zona sismica e risparmia sul ferro e sul cemento può essere solo un pazzo o un delinquente". E comunque, conclude, se ci sono state responsabilità nei controlli non sono della mia parte politica, in quanto negli anni passati questa regione e questa provincia sono state amministrate dalla sinistra".

La replica della magistratura. L'inchiesta sui crolli a L'Aquila ''non e' una perdita di tempo''. Così il procuratore del capoluogo abruzzese, Alfredo Rossini, ha commentato le dichiarazioni di Berlusconi. ''Non vedo che nesso possa esserci tra la ricostruzione e l'accertamento delle eventuali responsabilita''.

Dura anche la reazione di Luca Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati: "Sono inaccettabili gli insulti e le denigrazioni, soprattutto se provengono da chi riveste una delle massime cariche istituzionali. Il rilevante lavoro dei pm non può essere messo in discussione". "Noi siamo e vogliamo essere vicini ai colleghi chiamati a accertare e verificare eventuali responsabilità in relazione ai disastri conseguenti al terremoto", premette innanzitutto Palamara. E al premier che ha citato la frase di suo padre sui pm che hanno piacere a far del male, replica: "Mio padre mi ha insegnato una cosa: il rispetto delle regole e la fiducia in chi è chiamato a accertare se le regole sono state violate o meno e quindi in chi è chiamato a svolgere il controllo di legalità". Si tratta del controllo "che la nostra Costituzione attribuisce ai pubblici ministeri, il cui rilevante e quotidiano lavoro non può né essere denigrato né essere messo in discussione. Per questo chiediamo rispetto".

L'accusa di Napolitano. Sui devastanti effetti del sisma interviene anche il capo dello Stato, che punta l'indice contro il "disprezzo per il bene comune e per le regole" che emerge dalle inchieste sulla costruzione di tanti palazzi crollati con il terremoto in Abruzzo.

Il presidente parla di comportamenti "dettati dall'avidità, dalla sete di ricchezza e di potere, dal disprezzo per l'interesse generale e dall'ignoranza dei valori elementari di giustizia e solidarietà". "E - continua - persino quando oggi pensiamo all'Abruzzo, e soffriamo per le vittime dei danni provocati dal terremoto non possiamo non ritenere che anche qui abbia contato in modo pesante, abbiamo contribuito alla gravità del danno e del dolore umano da esso provocato, anche questi comportamenti: sprezzo delle regole, disprezzo dell'interesse generale e dell'interesse dei cittadini".

Il Pd: "Il premier smetta di insultare". Il presidente del Consiglio pensi all'emergenza e alla ricostruzione e provi ad usare, se ci riesce, un po' di senso di responsabilità, come stanno facendo tutti: l'opposizione, gli enti locali e la magistratura". Così il segretario del Pd Dario Franceschini replica alle affermazioni del premier. Contrattaccando: "E' un insulto dire che sono un intralcio all'emergenza e alla ricostruzione quelle inchieste che sono invece dovute in base alla legge e che cercano di accertare le responsabilità di abusi e violazioni di norme nelle costruzione di edifici che, con il loro crollo, hanno causato la morte di tante persone. Berlusconi la smetta anche di giocare a scaricabarile, tentando di coinvolgere l'attuale gestione degli enti locali in responsabilità che, se accertate, vanno indietro negli anni e coinvolgono molti livelli dello Stato".

Di Pietro: "Per Berlusconi criminale chi indaga". Secondo il leader dell'Idv le parole del premier sono "la riprova di quel che l'Italia dei Valori sostiene da tempo: per Berlusconi sono criminali coloro che indagano su chi commette i reati e non chi li commette". "Oggi Berlusconi con queste dichiarazioni - sostiene il leader dell' Idv - ha offeso le vittime del terremoto in Abruzzo. Queste bare chiedono giustizia soprattutto per i crolli degli edifici pubblici per i quali sono stati sottovalutati tutti i preavvisi. Inoltre, è bene ricordare che i fondi per la protezione civile nelle ultime finanziarie del governo Berlusconi sono stati notevolmente ridotti".

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21/04/2009 15:51

Maroni: "12 miliardi per ricostruire e una struttura contro le mafie"

ROMA - Dodici miliardi. Quanti ne sono serviti per ricostruire dopo il terremoto di Umbria e Marche. Questa, secondo Roberto Maroni, la cifra necessaria per rimettere in piedi l'Abruzzo devastato dal sisma. Il ministro dell'Interno lo ha detto in serata, ospite della trasmissione Ballarò. Dove ha ribadito, anche, quanto la tragedia, a suo parere, abbia "messo in mostra il volto migliore dell'Italia", e come l'intervento dello Stato si sia dimostrato "pronto e immediato, senza distinzioni di alcun tipo". "Daremo vita a una struttura di controllo specifica", risponde il titolare del Viminale all'avvertimento lanciato dal procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, circa i rischi di infiltrazioni mafiose nella fase della ricostruzione. E annuncia che fra poche ore governo e tecnici si riuniranno "per capire quali sono le misure disponibili o utilizzabili per fare fronte all'emergenza".

"Servono 12 miliardi". Spiega Maroni: "Bertolaso mi chiamò e mi disse 'è peggio dell'Umbria'. Allora, ci vollero 12 miliardi per la ricostruzione. nel caso dell'Abruzzo dunque ci si aggira sull'ordine dei 10 miliardi e più. Ora, occorre capire bene come fare per spenderli. Non dobbiamo ripetere la pessima esperienza dell'Irpinia - ha precisato - dobbiamo procedere a una rilevazione accurata e dettagliata dei danni con strumenti che all'epoca dell'Irpinia non c'erano". Su questo, ha aggiunto, "dovrà necessariamente esserci un confronto con l'opposizione e con chi vive sul campo questo dramma, primi su tutti gli sfollati, ma anche il sindaco dell'Aquila e i presidenti di provincia e Regione".

"No al partito del terremoto". Il ministro dell'Interno ha risposto al procuratore nazionale antimafia Piero Grasso che ha messo in guardia dall'infiltrazione dei clan mafiosi negli stanziamenti per la ricostruzione. Allarme lanciato anche dallo scrittore Roberto Saviano dalle pagine di Repubblica. "Trovo giusto l'allarme - ha detto Maroni - circa la nascita del cosiddetto 'partito del terremoto', che va sicuramente evitata. Naturalmente dovranno essere responsabilizzati gli enti locali e tutte le articolazioni dello Stato. Ma ripeto, serve soprattutto molto controllo per evitare speculazioni". E annuncia la nascita di "una struttura di controllo specifica, per evitare infiltrazioni mafiose, che non c'entra nulla con il controllo della regolarità degli appalto, o su come verranno fatte le opere, cose che spettano ai tecnici".

"Attuare il modello Friuli". Attuare all'Aquila il "modello Friuli", cioè "ricostruire il campanile, le case e le chiese come erano prima". Questo l'obiettivo della ricostruzione in Abruzzo secondo il titolare del Viminale. Alla "new town" ipotizzata dal premier, Maroni risponde di preferire una ricostruzione come quella avvenuta in Friuli dopo il sisma del 1976: "Capisco il senso di appartenenza e di forte identità della popolazione che chiede allo Stato di essere messa nelle sue case".

"No a election day, sarebbe incostituzionale". A chi, come il leader del Pd Dario Franceschini, ha chiesto l'accorpamento delle date del voto, Maroni - ribadendo la posizione della Lega - replica che abbinare il referendum alle Europee "sarebbe incostituzionale". "Chi oggi chiede di accorpare le due consultazioni elettorali, e con i soldi risparmiati finanziare la ricostruzione in Abruzzo, qualche mese fa diceva che quelle risorse dovevano andare alle forze di polizia, poi ai lavoratori. Adesso, ai terremotati. Questa - dice il ministro - è speculazione". E ricorda che fino a oggi "ci sono stati sessanta referendum e mai nessuno è stato abbinato alle elezioni generali perché è incostituzionale".


Matteoli: "Meno di 12 miliardi per la ricostruzione in Abruzzo"

ROMA - "Credo siano eccessivi" i 12 miliardi di euro previsti dal ministro dell'interno Maroni per la ricostruzione delle zone dell'Abruzzo colpite dal sisma del 6 aprile scorso . "Credo ne basteranno molti di meno". Lo afferma il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli. "Quanto alle abitazioni - ha aggiunto il ministro - presto avremo il quadro completo e la ricostruzione si dividerà in diverse fasi: per le case che vanno abbattute e ricostruite ci vorrà tempo; per quelle lesionate serviranno da due-tre mesi a qualche mese in più, secondo i danni subiti. Nel frattempo, per coloro che devono aspettare, dobbiamo però trovare una soluzione dignitosa".

"Controllo edifici spetta agli enti locali". Ciò di cui il ministro Matteoli non vuol sentire parlare è di un nuovo ente di controllo sugli edifici ricostruiti: "Di enti in Italia ce ne sono anche troppi. Ci sono già gli enti locali che quando rilasciano le licenze per costruire devono controllare che vengano rispettate le normative vigenti", spiega Matteoli. "Bisogna soprattutto occuparsi della manutenzione degli edifici, che spesso viene trascurata".

In Abruzzo piove e fa freddo. Da ieri sull'Abruzzo piove incessantemente e le previsioni per le prossime ore non lasciano sperare nulla di positivo. Pioggia, nebbia e temperature in discesa rendono ancora più difficile la vita per i 40 mila sfollati che vivono nelle tendopoli dopo il sisma del 6 aprile scorso. Nei Comuni immeditamante fuori dalla cintura del capoluogo, a Goriano Sicoli, manca ancora la luce e il riscaldamento nelle tendopoli. E a Goriano la notte scorsa la colonnina di mercurio del termometro è arrivata vicinissima allo zero.

Tre scosse nella notte. Intanto la terra continua a tremare. La scorsa notte sono state registrate tre scosse nell'aquilano. La prima alle 2.27 con magnitudo 2,7 ed epicentro nella Valle dell'Aterno; la seconda alle 4.58 con intensità 2.5 nella zona del Gran Sasso; la terza alle 5.02 di analoga intensità con epicentro Fossa Ocre, Poggio Picenze.

Alfano: "Bene pool di magistrati". Sul fronte delle indagini, il procuratore della Repubblica dell'Aquila Alfredo Rossini ha detto che sentirà altre persone, "ma quella della Casa dello Studente è la situazione che abbiamo più chiara". Sull'iniziativa annunciata ieri dal procuratore nazionale antimafia Grasso di istituire un pooll di magistrati che vigili sugli appalti per la ricostruzione, il ministro per la Giustizia Angelino Alfano si è detto favorevole: "Condividiamo l'iniziativa di Grasso. Bisogna tenere gli occhi bene aperti. Il Governo è accanto ai magistrati per lavorare insieme".

Riaperta la ferrovia Sulmona-Terni. E' stato riaperto l'ultimo tratto di ferrovia ancora interrotto per i danni provocati dal sisma. Tecnici delle Ferrovie in collaborazione con le Forze armate hanno ripristinato la linea Sulmona-Terni.

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23/04/2009 17:49

«Il G8 di luglio lo terremo a L'Aquila»
L'AQUILA - La prossima riunione del G8, programmata a luglio nell'isola sarda della Maddalena, sarà spostata a L'Aquila. La decisione è stata presa dal Consiglio dei ministri che si è svolto in via eccezionale nel capoluogo abruzzese. Il premier Silvio Berlusconi ha motivato questa decisione con il fatto che in questo modo si risparmierebbero denaro e risorse che potrebbero essere utilizzati per la ricostruzione. In questo modo, ha aggiunto Berlusconi, si porterebbe l'Abruzzo al centro dell'attenzione mondiale. Il governo italiano contatterà ora gli altri Paesi partecipanti per valutare la loro disponibilità. L'utilizzo del complesso monumentale della Maddalena che avrebbe dovuto ospitare la riunione dei leader, ha detto il premier, avrebbe comportato un costo di 220 milioni di euro; soldi che potranno essere risparmiati utilizzando invece la scuola della Guardia di Finanza di Coppitto che, anche per le proprie caratteristiche, si presterebbe ad ospitare il vertice.

«QUI I NO GLOBAL NON VERRANNO» - «Chiedo scusa al presidente della regione Sardegna, che non abbiamo avuto modo di avvisare - ha detto Berlusconi -, ma posso già dire che l'isola potrà ospitare in autunno un summit sull'ambiente per cui sto avendo contatti con il presidente americano Barack Obama. Del resto - ha poi aggiunto - la Maddalena e il contesto più lussuoso in cui la riunione si sarebbe svolta sarebbe stato meno consono con il periodo di crisi che l'economia mondiale sta vivendo». Quanto alla sicurezza dei leader, il presidente del Consiglio ha spiegato che ci sono tutte le condizioni per garantirla e che probabilmente «non credo che i no global avranno la faccia di venire in questi luoghi ad organizzare manifestazioni dure come quelle a cui siamo stati abituati in passato». Poco più tardi proprio il presidente della giunta regionale sarda, Ugo Cappellacci, ha commentato la decisione dicendo che la Sardegna è pronta a fare al sua parte ma «credo che ci siano altri problemi di natura tecnica e organizzativa che non possono consentire lo spostamento del summit in termini operativi». «Se vi saranno poi soluzioni intermedie per raggiungere l'uno e l'altro obiettivo - ha detto Cappellacci - saremo tutti orgogliosi di poter contribuire al risultato finale».

STANZIAMENTI E RICOSTRUZIONE - Il Consiglio dei ministri, durato due ore, ha anche dato via libera al decreto legge per stanziare le risorse in favore delle zone terremotate dell'Abruzzo. Il provvedimento mette a disposizione un totale di otto miliardi di euro, di cui 1,5 per fronteggiare l'emergenza e 6,5 miliardi per la ricostruzione. A questo proposito, il capo del governo ha spiegato che «sono state individuate 15 aree dove intervenire con piastre di cemento armato capaci di sopportare scosse sismiche: su queste piastre saranno edificate case sicure, con verde e alberi». Il testo varato dal Cdm prevede anche che le donazioni che verranno fatte da imprese e privati a favore degli interventi post-terremoto siano deducibili dalle tasse. E' stato specificato però che le erogazioni liberali scontabili sono quelle fatte «per il tramite della Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento protezione civile ovvero da altri enti appositamente individuati». Non solo: gli studenti universitari saranno esonerati dal pagamento delle tasse per il periodo 2009-2010. «Per la prima volta si affronta un evento del genere senza aumentare la pressione fiscale - ha detto il premier commentando i provvedimenti adottati -. Gli otto miliardi saranno recuperati con spostamenti di spese, riduzione di sprechi e rimodulazione degli stanziamenti». Berlusconi ha poi annunciato di avere stilato una lista di 44 tra chiese e beni artistici e architettonici che saranno ricostruiti e restaurati con l'aiuto dei Paesi esteri che hanno dato la propria disponibilità ad aiutare l'Italia nella ricostruzione.

I CONTRIBUTI AI PRIVATI -Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha poi spiegato che il decreto prevede lo stanziamento di 150.000 euro per chi vorrà ricostruirsi da sè la casa distrutta e 80.000 euro per chi invece ha una casa solo danneggiata. «Prevediamo - ha detto - 500 milioni di euro, e la domanda è per 700, per interventi per le abitazioni private. Ci sarà un conto corrente gratuito per 150.000 euro disponibili per ciascuno per la ricostruzione della casa». Nella gestione di questi fondi ci saranno Fintecna, Cassa Depositi e Prestiti e banche. «Puoi farti la casa come vuoi e può essere la ricostruzione della casa colpita o una casa nuova da un'altra parte», ha aggiunto il premier Silvio Berlusconi. «La tua casa te la metti a posto tu, sei il direttore dei lavori, sei tu che sei padrone del tuo destino. Io non credo al fatto che siano tutti mafiosi fino a prova contraria. Non credo alle attività criminali di un piastrellista che sistema una unifamiliare in Abruzzo. Se la casa non è distrutta ma solo danneggiata il contributo sarà di 80.000 euro», ha detto inoltre Tremonti, che ha poi spiegato che non verrà utilizzata la leva del 5 per mille per reperire le risorse: «Quando ho fatto l'ipotesi del 5 per mille - ha spiegato - non era per togliere al volontariato ma per aggiungere qualcosa per l'Abruzzo. La scelta successiva è stata quella di rinunciare a questa misura perchè la vena polemica radicalizza tutto. Se alla fine ci potevano essere più soldi e ce ne saranno meno si ringrazino i polemici della politica». Tremonti ha infine annunciato che è stata avanzata a Bruxelles la richiesta di fare dell'area terremotata una «zona franca urbana» esente da tributi.

PERPLESSITA' NEL GOVERNO - L'idea di tenere il G8 all'Aquila era stata avanzata dal premier Silvio Berlusconi già nei giorni scorsi. L'idea però avrebbe sollevato diverse perplessità nello stesso governo in quanto ci sarebbero da risolvere una serie di problemi di tipo logistico ma anche di sicurezza. Già in passato il premier aveva ventilato la possibilità di cambiare la sede della riunione degli otto grandi: fu quando, con Napoli sommersa dai rifiuti, annunciò che sarebbe stata una buona idea - una volta usciti dall'emergenza - tenere almeno una delle riunioni nel capoluogo partenopeo, facendo arrivare gli otto leader con una nave. Questa volta però lo spostamento sembra avere più probabilità di essere effettuato. Resta solo da attendere il parere dei Paesi ospiti, che tuttavia difficilmente vorranno oppore un veto.

«SAREBBE UN'OCCASIONE» - L'ipotesi di organizzare il G8 nella regione colpita dal sisma incontra il favore della Provincia de l'Aquila, la cui presidente, Stefania Pezzopane, ha così commentato: «Sarebbe sicuramente una grandissima occasione per L'Aquila che vive una situazione difficile. Certo dal punto di vista organizzativo ci sarebbero tantissimi problemi da affrontare ma sarebbe un gesto di generosità per la nostra città martoriata». «Avere il g8 a L'Aquila - ha aggiunto - sarebbe un'occasione per essere al centro del mondo e avere i più importanti leader della politica mondiale. Potrebbe essere molto importante anche per la ricostruzione».

«SAREMO IN TUTA DA LAVORO» - «Se ne parla da 5-6 giorni» ha ammesso poi il sindaco del capoluogo, Massimo Cialente. «La città - ha aggiunto - potrebbe essere pronta per quanto possibile dopo un terremoto come quello che abbiamo subito : ci piacerebbe essere vestiti a festa, ma ci troveranno con la tuta da lavoro...». In ogni caso, per Cialente «sarebbe un'occasione per mostrare ai grandi della Terra lo stato del nostro patrimonio artistico colpito dal sisma e cercare di far adottare per la ricostruzione i monumenti colpiti».

«NON SI OSTACOLI RICOSTRUZIONE» - Dal Pd non ci sono barricate alla decisione di spostare il vertice del G8. «Capisco che la scelta è molto simbolica, e capisco anche che contribuirebbe a tenere accesa l'attenzione sull'Abruzzo - ha detto il segretario del Pd, Dario Franceschini - Tuttavia, spero che il governo tenga conto che questa decisione non deve intralciare l’esigenza primaria della ricostruzione». «Se i fondi messi a disposizione dal governo per la ricostruzione sono soldi veri e non carta elettorale - ha detto invece il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro -, sono benvenuti. Noi dell'Italia dei Valori eserciteremo al meglio il nostro compito affinchè siano spesi bene, senza sprechi, senza approfittamenti e senza nepotismi. Finora, ogni volta che il governo ha promesso lo stanziamento di fondi, ora per le infrastrutture, ora per gli ammortizzatori sociali, si trattato sempre di una mera partita di giro, di un gioco delle tre carte, di soldi presi da una parte e messi da un'altra». Totale chiusura invece da Sinistra e Libertà: «Spostare il G8 in Abruzzo è irresponsabile - ha detto Paolo Cento -. Non va fatto nè alla Maddalena nè nelle terre martoriate dal terremoto: piuttosto il governo pensi a investire i 400 milioni di euro che servono per il summit (Cento e Berlusconi citano due cifre differenti, ndr) nella ricostruzione delle città colpite dal sisma».



G8, la Sardegna insorge: «È una follia»
Va bene la solidarietà, ma spostare il vertice del G8 con la complessa opera di organizzazione che un evento del genere richiede non sarà facile. Di più: «E' pura fantascienza». E' fredda e scettica la reazione della Sardegna alla proposta annunciata da Silvio Berlusconi al termine del consiglio dei ministri di spostare dalla Maddalena a L'Aquila il summit dei leader del mondo, in programma per luglio.

«UN EVENTO CHE CI STA A CUORE» - «L’evento del G8 per la Sardegna rappresenta un’occasione importante per lo sviluppo del territorio e quindi è una cosa che ci sta molto a cuore - ha detto il presidente della giunta regionale, Ugo Cappellacci -. Comunque prevale il sentimento di solidarietà e di vicinanza e affetto per i fratelli italiani che stanno vivendo una tragedia immane». Tuttavia proprio Cappellacci a caldo aveva sottolineato come il trasferimento del vertice in Abruzzo comporti «altri problemi di natura tecnica e organizzativa che non possono consentire lo spostamento del summit in termini operativi». «Se vi saranno poi soluzioni intermedie per raggiungere l'uno e l'altro obiettivo - aveva però detto Cappellacci - saremo tutti orgogliosi di poter contribuire al risultato finale». Poi, a distanza di un paio d'ore, è arrivata dai microfoni di SkyTg24 una puntualizzazione dello stesso Cappellacci apparsa più accondiscendente nei confronti della scelta del governo: «È una sfida importante che credo valga la pena giocare nell’interesse dell’Abruzzo. La macchina organizzativa era a tutti gli effetti già partita e lo sforzo è stato enorme. I problemi tecnici che vedevo erano di duplice profilo: uno relativo a quello che è stato già fatto qua, l’altro è uno sforzo straordinario trasferire tutto per essere operativi in Abruzzo». «Peraltro - ha detto ancora il governatore - confido nella possibilità, come mi ha preannunciato Berlusconi, di poter rimediare, rispetto a quelli che sono stati gli investimenti già realizzati, in occasione del G8 sull’ambiente che si dovrebbe tenere in autunno».

«PURA FANTASCIENZA» - Il sindaco della Maddalena, Angelo Comiti, eletto nella lista civica «Isole d'Europa», ostenta invece sicurezza e non crede che alla fine lo spostamento si farà: «Tutto procede normalmente - ha detto in un intervista a R101 -. Trasferire il G8 a L'Aquila è pura fantascienza. L'ipotesi mi sembra talmente inverosimile che non la prendo neppure in considerazione». «La macchina non si può fermare - ha precisato il sindaco - perchè quando si spendono soldi e risorse pubbliche si risponde ad organismi che non scherzano, come la magistratura e la Corte dei Conti». Non solo, «abbiamo già ricevuto le delegazioni di tutti i Paesi partecipanti- spiega Comiti- che hanno già fatto sopralluoghi e stabilito questioni che riguardano la sicurezza. Sono già state realizzate strutture importanti». E ancora: «Ci sono centinaia di operai che stanno continuando a lavorare con un investimento di risorse pubbliche spaventoso. Non credo che siano questioni che possono essere decise con un battito di ciglia. Il G8 non è una festa di compleanno tra compagni di scuola. È un meccanismo importante che comporta la mobilitazione di migliaia di persone».

«E' UNA FOLLIA» - Dura anche la reazione di Alessandra Giudici, presidente della provincia di Sassari: «Avendo visto di persona la situazione dell'Aquila - ha detto al termine dell'incontro tra i presidenti delle Province che si è tenuto oggi a l'Aquila per pianificare gli interventi a sostegno della ricostruzione - dico che l'idea di spostare qui il G8 previsto alla Maddalena è una follia. Mi pare una sparata demagogica e mediatica che mi preoccupa molto. Spero che resti tale, ma situazioni del genere richiedono maggiore senso della realtà».

«UNA BEFFA PER I SARDI» - Netta anche la bocciatura del senatore del Pd, Francesco Sanna: «La decisione imposta dal presidente Berlusconi, ad un giustamente riluttante Consiglio dei Ministri, di spostare il vertice G8 da La Maddalena all'epicentro del terremoto abruzzese è una beffa per i sardi ed un imbroglio per le popolazioni colpite dal sisma». Sanna accusa il premier Berlusconi «di impiegare finanze pubbliche per la ricostruzione e realizzare una complicata passerella che non aiuterà nè accelererà la sistemazione delle aree colpite dal terremoto». «Nel frattempo - ha aggiunto - le risorse per lo sviluppo della Sardegna utilizzate per la preparazione del G8, già scippate dei fondi delle strutture viarie per il nord Sardegna, spero possano mantenere la loro destinazione a favore del risanamento ambientale e dello sviluppo turistico de La Maddalena».

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25/04/2009 01:56

G8 all'Aquila, i dubbi di D'Alema «Servono tende e aiuti non vertici»


ROMA - «Non so se il G8 all'Aquila sarà più un problema o un aiuto per l'Abruzzo». Massimo d'Alema esprime più di una perplessità sulla decisione del governo di spostare nel capoluogo colpito dal sisma il summit di luglio. «Ho l'impressione - ha spiegato l'ex ministro a margine della presentazione del nuovo palinsesto di Red Tv - che in Abruzzo servano più stufette nelle tende che il G8, ma questo sarà valutato da chi ha il compito di valutare la compatibilità dell'evento». «Non so - ha sottolineato poi - se porterà più benefici o problemi vista la complessità degli spostamenti, il tipo di ospiti e la presenza delle forze dell'ordine. È certo un gesto innegabile di solidarietà ma bisogna valutare la compatibilità». «Si tratta - ha poi aggiunto - di vedere la praticabilità di questa che per ora è un'idea brillante, senza dubbio».

CASINI E DI PIETRO - Anche per il presidente dell'Udc Pier Ferdinando Casini, il G8 in Abruzzo può essere un «segnale di speranza», ma il leader centrista, a margine di un convegno a Vicenza, ha invitato tutti a non «ridurre l'appuntamento a uno show». Più critico il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, secondo il quale spostare il summit in Abruzzo «è un'ennesima presa in giro» uno «spot elettorale». Di Pietro ne ha parlato a Mestre, a margine di un incontro elettorale. «Sarebbe una cosa bellissima - ha detto l'ex pm spostare il G8 in Abruzzo se non fosse un'ennesima presa in giro» perché ci sono «300 milioni di euro già spesi in Sardegna e 200 milioni da spendere in Abruzzo per opere che il giorno dopo dovranno essere smontate». Il tutto a fronte del fatto che, secondo Di Pietro «tutto il lavoro in realtà sarà fatto a Roma mentre in Abruzzo vanno solo a fare la passerella, proprio là dove c'è bisogno di interventi urgenti».

L'ELISEO: «RIDURRE LE DELEGAZIONI» - Nel frattempo, dopo le aperture di Gran Bretagna e Stati Uniti, e le parole del commissario europeo alla relazioni esterne Benita Ferrero-Waldner (trasferire il G8 di luglio dalla Maddalena all'Aquila è un «passo positivo»), l'Eliseo fa sapere che se il vertice del G8 si svolgerà all'Aquila, come proposto dal premier Berlusconi, bisognerà «ridurre la dimensione delle delegazioni» per motivi «logistici». La presidente francese ha aggiunto di non aver «ancora ricevuto telefonate» da Roma sull'argomento. «In termini logistici - spiegano fonti della presidenza francese - è una sfida da raccogliere, poiché un vertice come quello significa 25.000 persone da mobilitare. Solo la delegazione americana è attorno al migliaio di persone». «Bisognerà senza dubbio ridurre la dimensione delle delegazioni in tutti i settori» affinchè il G8 possa svolgersi nella regione terremotata, ha concluso l'Eliseo.

MONDIALI DI PATTINAGGIO - Intanto, Sabatino Aracu, presidente della Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio e deputato Pdl, ha annunciato che anche i mondiali 2012 di pattinaggio sono stati assegnati alla città dell’Aquila. «Siamo stati la prima federazione ad assegnare un campionato del mondo. Il primo che avevamo in Italia era nel 2012, i campionati italiani di corsa, e abbiamo deciso di assegnarlo all’Aquila».

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25/04/2009 12:29

La propaganda continua...

Abruzzesi aprite gli occhi perchè vi stanno usando come manifesti pubblicitari! Le elezioni si avvicinano e quindi anche le tende blu della protezione civile possono diventare delle ottime campagne elettorali!

Silvio... MI FAI VOMITARE! [SM=g1336777]
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26/04/2009 20:30

L'Aquila, stasera l'ordinanza per i rientri agibile il 54,8% degli edifici verificati
L'AQUILA - Per la prima volta, da quella tragica notte del 6 aprile, gli abitanti delle aree colpite dal sisma hanno dormito senza sentire scosse. L'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, infatti, non ha rilevato nella notte significativi movimenti legati allo sciame sismico nella zona terremotata. Il terremoto, tuttavia, è tornato a farsi sentire in mattinata fra Teramo e l'Aquila.

Tre le scosse che nel giro di un'ora hanno creato allarme tra le popolazioni. La prima, pochi minuti dopo le 11, di gradi 1.5 Richter con epicentro Valnerina, la seconda alle 11.37, di gradi 2.1 Richter nell'aquilano, la terza dello stesso grado alle 12.35, con epicentro Velino-Silente. Quest'ultima è stata sentita anche a Montorio, comune a ridosso del Gran Sasso dove, dal 6 aprile, circa 700 persone vivono in tende di fortuna o all'interno delle auto.

Intanto, è attesa per questa sera la firma dell'ordinanza del sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, che consetirà a migliaia di cittadini aquilani il rientro nelle case dichiarate agibili. La firma era prevista per ieri ma il ritardo, spiegano dal gabinetto del sindaaco, è dovuto alla complessità del lavoro di incrocio dei dati della Protezione civile e dell'anagrafe comunale. " Se si sbaglia un solo numero civico - dicono dagli uffici comunali - si rischia di far rientrare i cittadini in abitazioni che agibili non sono".

Dopo 15.006 verifiche effettuate dalla Protezione civile sugli edifici pubblici e privati, ne è risultato agibile - al 25 aprile - il 54,8%; agibile con piccole modifiche il 16,1%; temporanenamente inagibile il 3,4%; inagibile il 21,3%; con rischio esterno il 2,8%. Ispezionati 13.190 edifici privati (abitazioni), 468 pubblici, 36 ospedali, 1001 caserme e 403 scuole.

L'ordinanza del sindaco dovrà stabilire, fra l'altro, le modalità per contattare gli sfollati. E prima di rientrare, i residenti dovranno comunque far controllare gli impianti del gas per riattivare gli allacci. Si tratterà quindi di un ritorno graduale, non in massa. Questo, per l'immediato. Quanto al futuro, Cialente intende chiedere al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di riflettere su quanto previsto nel decreto Abruzzo in merito alla somma da destinare alla ricostruzione delle singole abitazioni nel centro storico: "Non vogliamo niente di più del dovuto, ma dobbiamo capire che con somme insufficienti rischiamo lo spopolamento dei centri storici, non solo in città, ma anche nei borghi".

Ha assunto infatti le proporzioni di una diaspora lo spostamento degli aquilani, dopo il sisma che ha cambiato la prospettiva di vita di intere famiglie, ora inserite nell'elenco dei 64.768 sfollati: in 29.136 alloggiano in hotel e case private della costa, gli altri sono sparsi fra le 173 tendopoli allestite in prossimità delle aree devastate dal sisma e presso parenti o amici fuori regione.

Intanto a Onna sono in corso i preparativi per la visita di Papa Benedetto XVI, in programma mercoledì 28. Ratzinger visiterà alcuni campi dove sono ospitati i terremotati e poi si recherà nella scuola della Guardia di finanza.

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29/04/2009 19:49

L'Aquila, ecco la lista dei crolli annunciati. Uno studio del 2006: 137 palazzi a rischio


L'AQUILA. Ecco la lista dei crolli annunciati, ecco l'elenco dei 137 palazzi pubblici dell'Aquila con «criticità strutturali», molti dei quali erano fragili come cartapesta e sono stati rasi al suolo dalla scossa del 6 aprile. E' l'elenco del rischio previsto già dal 2006. La Regione lo ha oscurato sul proprio sito, il Centro lo ha recuperato, la procura lo acquisisce per l'inchiesta sull'allarme prima ignorato e poi insabbiato.

E' all'ultimo posto della lista la Casa dello studente: 8 morti e cuore dell'inchiesta del procuratore Rossini e del sostituto Picuti.

LA MAPPA Gli edifici a rischio sisma e i danni subiti

ECCO LA PROVA. Nell'elenco «oscurato» si legge chiaramente che l'immobile di via XX Settembre presentava: «Criticità strutturali del cemento armato».

In un altro file, ripescato nel sito della Regione, compare anche una cifra: un milione e 470 mila euro. Era l'ingente somma consigliata per adeguare l'immobile: per farlo diventare a prova di sisma.

SI SAPEVA DA TRE ANNI. La fragilità del palazzo era nota già tre anni fa quando la società Abruzzo Engineering, ex Collabora Engineering, riconsegna alla Regione un vasto e costoso studio, richiesto dalla Protezione civile Abruzzo, sul «Sistema informatico per la gestione degli edifici e delle opere infrastrutturali strategiche», cioè su immobili pubblici frequentati da moltitudini di cittadini.

Erano palazzi da tenere sotto controllo, da tutelare, come la Casa dello studente che, nel sito, compare com'era prima del crollo, con i suoi 4 piani rasi al suolo dal terremoto delle 3.32.

ANCHE DUE FOTO. Era una bella giornata di sole quando il tecnico della società Abruzzo Engineering, all'epoca presieduta da Lamberto Quarta, ex segretario dell'ex presidente della Regione, Ottaviano Del Turco, scatta le due fotografie che pubblichiamo nella tabella di questa pagina e che la procura acquisirà insieme con le altre centinaia di informazioni contenute nel sito dei crolli annunciati, e tornate alla luce grazie all'indagine del Centro.

Informazioni come il file su palazzo Carli, di piazza Rivera, anch'esso ridotto a un cumulo di macerie. Anch'esso catalogato con gravi «criticità strutturali».

I LAVORI CONSIGLIATI. Abruzzo-Collabora Engineering suggerisce, nel caso di palazzo Carli, di eseguire interventi di consolidamento per 5 milioni e 280 mila euro. Oppure l'ospedale San Salvatore che, nella tabella, riassumiamo per motivi di spazio in una sola riga, ma che nel documento di oltre 400 pagine ripescato da un server, che fino a tre giorni fa era inaccessibile, viene passata ai raggi X. Reparto per reparto, ciascuno dei quali ha lo stesso verdetto: criticità strutturali del cemento armato.

LA CIFRA RECORD. Sommando, sempre reparto per reparto, i costi dei lavori consigliati per l'ospedale si arriva alla cifra record di 50 milioni di euro. Con accanto una postilla che non è di poco conto, perché lo studio quantifica anche l'importo finanziabile per l'adeguamento della struttura, un importo pari a oltre la metà della somma che si sarebbe dovuto spendere. Ma a vederlo ora l'ospedale, con l'insegna precipitata, le crepe a forma di croce di Sant'Andrea su tutte le facciate e quelle 13 colonne tirate su con cemento depotenziato, ci si chiede perché il costoso studio sia rimasto un file oscurato.

Lo stesso discorso vale per tutte le sedi di facoltà universitarie, come l'edificio di via Assergi raso al suolo; la facoltà di Economia, crollata per metà; Ingegneria e Scienze della Formazione oppure Lettere, che aveva sede nel palazzo Camponeschi, sparita tra le macerie. Anche se in questi ultimi tre casi si scopre che lo studio commissionato alla società mista, pubblico e privato, che in Abruzzo si occupa di ambiente e territorio, ha il volto di una Cassandra distratta perché accanto alla frase «criticità del cemento armato» non c'è scritto «sì», anche se poi vengono consigliati lavori per 15 milioni di euro.

LE ALTRE GAFFE. Identica è la contraddizione che riguarda altre due strutture pubbliche ferite, spazzate via dal sisma: il palazzo del Governo e la Provincia. Il terremoto non ha dato scampo a entrambi, la prefettura è diventata l'immagine simbolo della devastazione. Ma se vai a leggere tra le righe della lista dei crolli annuciati scopri che in nessuno dei due casi venivano evidenziate «criticità strutturali».

E' una sorta di giallo nel giallo, anzi nella catastrofe. Così come viene totalmente ignorato dalla studio di Abruzzo Engineering il palazzo di giustizia, il primo a essere stato sequestrato dalla procura dell'Aquila.

IL CAPITOLO DE AMICIS. E' la scuola della strage evitata, leggendo la relazione scritta nel 2006 che la riguarda diventa anche la scuola del miracolo, della tragedia scampata per chissà quanti anni.

Sotto il titolo «Edilizia scolastica e rischi territoriali» infatti si legge: «Al momento del sopralluogo sulla struttura portante si è rilevato una fessura estesa per il 30 per cento del complesso scolastico e un livello massimo del danno valutato di grave entità (...) Si consiglia pertanto di tenere la scuola De Amicis sotto attento e costante controllo per evidenziare le evoluzioni delle lesioni». Sì, è stato proprio un miracolo.

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05/05/2009 15:45

L'Aquila e il decreto abracadabra
di A.Caporale, da Repubblica.it

E' stato ribattezzato "decreto abracadabra" per le innumerevoli devianze creative con le quali accompagna il processo di ricostruzione dell'Aquila e dei paesini circostanti. La luna di miele tra gli abruzzesi e Silvio Berlusconi ha subito una prima e significativa increspatura. La lettura approfondita del decreto legge, e la verifica che i soldi all'Abruzzo in gran parte (4,7 miliardi di euro) saranno racimolati dall'indizione di nuove lotterie, dagli interventi sul lotto, e dai sempreverdi provvedimenti anti-evasione, soldi veri niente, e che in più le risorse saranno spalmate su un periodo lunghissimo (da oggi al 2033) hanno creato fremiti di rabbia dapprima isolati e poi sempre più partecipati.

Il tam tam ("Berlusconi ci inganna!") è iniziato, e non è una novità, sui blog. Prima Facebook e poi i partiti. Prima i conclavi nelle tende poi le riunioni istituzionali. Una giovane donna, Rosella Graziani, che sa far di conto, ha messo a frutto tutto il tempo ritrovato e fino alla settimana scorsa inutilizzato per radiografare il decreto legge e poi bollarlo in una lettera pubblica: "Mai nella storia dei terremoti italiani avevamo assistito a una ingiustizia tanto grande e a un tale cumulo di menzogne che ha ricoperto L'Aquila più di quanto non abbiano fatto le macerie".

Quali le menzogne e dove l'inganno? I soldi veri, il cash disponibile che Tremonti rende immediatamente spendibile si aggira sul miliardo di euro. Tolte le spese per l'emergenza, restano 700 milioni di euro destinati alla costruzione delle casette temporanee. E qui il primo punto: 400 milioni saranno spesi per edificarle nel 2009 e 300 milioni nel 2010. Se ne dovrebbe dedurre che la totalità delle case provvisorie sarebbero, è bene riusare il condizionale, realizzate totalmente entro l'anno prossimo. Dunque qualcuno avrebbe un tetto a settembre, qualcuno a ottobre, qualche altro a gennaio, o nella primavera che verrà. E' così? E' il dubbio, maledetto, che affligge e turba.

Secondo punto: le casette sono sì temporanee ma il decreto le definisce "a durevole utilizzazione". Durevole. Moduli abitativi condominiali, magari lindi e comodi, a due o tre piani. In legno. Ecocompatibili, risparmiosi, caldi. Perfetti. Possono durare decenni.
E dunque: sarebbero provvisori ma purtroppo paiono proprio definitivi. E, questa è una certezza, sono le uniche costruzioni ad avere pronta una linea di finanziamento. Piccole e sparse new town. New town aveva detto Berlusconi, no? E le case vere? Quelle di pietra?

Qui la seconda questione campale: sembra, a scorrere gli allegati al decreto, che Berlusconi non possa concedere più di 150 mila euro per la ricostruzione dell'abitazione principale. E per di più questi soldi sarebbero veri fino a un certo punto, perciò la definizione di decreto abracadabra. 50 mila euro li concederebbe - cash - il governo; 50 mila li tramuterebbe in credito di imposta (anticipata dalla famiglia terremotata e ammortizzata in un arco temporale di 22 anni); altri cinquantamila sarebbero coperti con un mutuo a tasso agevolato a carico però del destinatario del contributo.

Non si sa bene ancora se sarà così strutturato il fondo. Le norme del decreto possono subire fino al prossimo giovedì emendamenti e correzioni. Quel che comunque sembra chiaro è che la somma ipotizzata (150 mila euro) ammesso che venga confermata, sarà sufficiente per una casa di tipo popolare e di nuova costruzione, ma totalmente sottodimensionata per finanziare i lavori di recupero e restauro conservativo. Nel centro storico dell'Aquila ci sono 800 edifici pubblici e 320 edifici privati, sottoposti a vincoli per il loro pregio.

Recuperi dispendiosi economicamente e, secondo questo decreto, sostanzialmente a carico dei privati.
Così ieri i sindaci delle aree terremotate si sono ritrovati in conclave e hanno iniziato in un borbottio che è poi sfociato in un documento di dura protesta. "Vogliamo vedere nero su bianco i soldi per la ricostruzione e non solo quelli per le casette transitorie. L'Aquila va costruita dov'era e com'era. Così non sarà: a leggere il decreto i tempi sono dilatati fino al 2033, una data ridicola", ha dichiarato la presidente della Provincia Stefania Pezzopane.

Ai dubbi che già gonfiano i primi timori si aggiunge poi l'offesa istituzionale subita dagli enti locali. Il governo, promotore della prima legge costituzionale a vocazione federalista, ha accentrato ogni potere di spesa negando finanche al sindaco dell'Aquila, città epicentro del terremoto e capoluogo di regione, le funzioni commissariali esecutive. Penserà a tutto, come al solito, Guido Bertolaso...

(5 maggio 2009)
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09/05/2009 14:45

Terremoto, Franceschini attacca "Il dl non mantiene le promesse"

L'AQUILA - Il leader del Pd Dario Franceschini attacca il governo sulle misure per la ricostruzione delle aree terremotate dell'Abruzzo. "Il decreto così com'è non funziona. Non vengono mantenute le promesse", afferma intervenendo all'Aquila alla inaugurazione della sede del Pd insediata in una tenda di Viale Corrado IV. Poi, entrando nel dettaglio: "Non ci sono le risorse né per l'emergenza né per la ricostruzione. Degli otto miliardi di euro annunciati, un miliardo è per il primo anno e 5,8 sono spalmati fino al 2032. L'Aquila deve essere ricostruita nei borghi e nel centro storico perché la gente vuole tornare nella città. Gli abruzzesi hanno diritto a non essere presi in giro". Il leader democratico avverte anche la maggioranza che sul decreto "non va messa la fiducia, non ci provino". Anche perché, l'obiettivo dell'opposizione è quello di controllare che le promesse vengano mantenute e non quello di fare polemica.

Durante l'incontro con i delegati locali Franceschini osserva: "Si dovevano costruire scuole e trovare una sistemazione provvisoria per gli studenti attualmente vengono svolte lezioni solo in alcuni campi dove vi sono le attrezzature necessarie. Oggi con questo caldo la temperatura è insopportabile per noi che siamo in piazza, sarà malsana per coloro che vivono da oltre un mese nelle tendopoli". "Speriamo - aggiunge il segretario del Pd - che nei prossimi giorni il governo riesca a trovare una sistemazione alloggiativa idonea".

La sede del Pd è stata denominata "Ricostruzione democratica" ed è stata intitolata a Vittorio Giorgi, dirigente sindacale originario di Pizzoli scomparso pochi giorni dopo il terremoto. Il segretario provinciale del Pd, Michele Fina, ha sottolineato che nonostante il partito avesse a disposizione altre sedi in altri centri, si è deciso di ripartire dall'Aquila perché c'è un solo luogo e c'è solo un capoluogo per la ricostruzione. "Speriamo che questo messaggio possa arrivare chiaro anche alle istituzioni che devono far rimanere all'Aquila tutte le sedi istituzionali che c'erano prima del terremoto". Fina ha anche sottolineato che "L'Aquila deve essere ricostruita com'era e dagli aquilani".

La delegazione Usa. Un gruppo di circa 50 rappresentanti delle autorità Usa hanno visitato questa mattina la caserma della Guardia di Finanza dell'Aquila, sede del G8 in programma a luglio. La delegazione, secondo fonti della Protezione civile, è rimasta "piacevolmente sorpresa dalla struttura" ed ha "apprezzato il buon livello dell'organizzazione". Arrivati la mattina intorno alle 9, i rappresentanti americani hanno visionato l'area che ospiterà il vertice, le sale degli incontri bilaterali, la possibile sistemazione delle delegazioni. E' stato anche fatto un briefing con il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso. La delegazione ha anche visitato alcune tendopoli e il centro dell'Aquila. Quella di oggi è la prima delegazione ufficiale dei paesi del G8 in visita all'Aquila, dopo la decisione di spostare il summit dalla Maddalena. Nelle prossime settimane ci saranno le visite delle altre delegazioni dei paesi che parteciperanno al vertice.

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13/05/2009 18:48

Terremoto, emendamento al decreto il contributo per le case sale al 100%

Il contributo per la ricostruzione e la riparazione delle case demolite dal terremoto coprirà per intero le spese necessarie. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, il governo corregge il tiro: concederà ai terremotati d'Abruzzo lo stesso trattamento già offerto ai cittadini dell'Umbria o del Friuli anche loro colpiti dal sisma.

"Solo per alloggi antisismici". Un emendamento del governo al decreto legge per l'Abruzzo stabilisce che "il contributo è determinato in ogni caso in modo tale - è scritto in uno dei nove emendamenti del governo al dl terremoto - da coprire integralmente le spese occorrenti per la riparazione, la ricostruzione nello stesso comune, o l'acquisto di un alloggio equivalente che rispetti le misure antisismiche".

Resta dibattito sui fondi. La prima stesura del decreto quadro non era precisa. Un allegato annunciava genericamente "un contributo pubblico fino a 150 mila euro, 80 mila per la ristrutturazione di immobili già esistenti". L'emendamento chiarisce i confini del contributo anche se lascia aperto il dibattito sulla strategia per raccogliere i fondi.

Credito d'imposta e prestiti agevolati. L'emendamento presentato dal governo lascia inalterata l'erogazione dei contributi a fondo perduto che funzionerà "anche con le modalità del credito di imposta e di finanziamenti agevolati". Come dire che sul totale dei 150 mila euro, il contributo statale effettivo sarà al massino di 50 mila euro. Altri 50 mila saranno concessi sotto forma di credito d'imposta (dunque sarà un risparmio su somme da versare in futuro, non una somma incassata oggi da chi ne ha bisogno) e gli ultimi 50 mila saranno erogati attraverso un mutuo agevolato, sempre a carico della famiglia che deve ricostruire, che dunque potrà farlo solo se ha già risparmi pre-esistenti.

I mutui passano allo Stato. La stesura del nuovo decreto precisa che lo Stato potrà subentrare nei mutui delle persone che hanno subito danni dal terremoto per un importo massimo di 150.000 euro. In cambio l'ipoteca sull'immobile passerà dall'istituto di credito a una finanziaria pubblica.

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30/05/2009 01:13

Berlusconi di nuovo all'Aquila "Per sfollati pensiamo a crociere"

L'AQUILA - "Per l'estate stiamo organizzando una serie di vacanze nel mare Adriatico e stiamo vedendo anche delle crociere sul Mediterraneo dove intendiamo mandare famiglie intere e ragazzi". E' l'annuncio dato dal premier Silvio Berlusconi, durante il suo tredicesimo sopralluogo all'Aquila, agli sfollati che a causa del sisma hanno perso l'abitazione. Il capo del governo ha inoltre reso noto che per garantire la corretta spesa dei 45 milioni di euro raccolti con le donazioni sono stati nominati cinque garanti: il senatore democratico Franco Marini, l'ex presidente della Corte costituzionale Cesare Mirabelli, il professore Natalino Irti, il magistrato Cesare d'Ambrosio e l'ex giudice della Corte costituzionale Fernanda Contri. E ha manifestato la disponibilità del governo a modificare il decreto legge per la ricostruzione attualmente all'esame del Parlamento.

La ricostruzione. "Negli alberghi possono rimanere tutte le famiglie con case ancora inagibili. Quelle che hanno case agibili, pensiamo che debbano rientrare in 15 giorni di tempo per lasciare gli alberghi e per consentire alle famiglie in tenda di andare in albergo". Il premier fissa così le scadenze. "La Protezione Civile sarebbe stata in grado di dare un alloggio a tutti. Chi vive nelle tende - afferma il presidente del Consiglio - lo fa per propria volontà, perché si sente radicato nel territorio e vuole restare vicino alla propria abitazione". Ma dal 15 settembre le tende cominceranno a sparire: "La speranza è che entro la fine di novembre non ci siano più tende, nemmeno una in piedi. Sarebbe un record non solo italiano, ma mondiale".

Berlusconi ha annunciato anche che il 4 giugno firmerà l'ordinanza per l'agibilità delle case. Verranno divise in tre categorie: quelle immediatamente agibili; quelle agibili con qualche lavoro; quelle recuperabili solo in parte. "Chi avrà subito danni significativi - dice Berlusconi - farà una perizia giurata e, dopo l'ok tecnico, potrà rivolgersi al sindaco e provvedere autonomamente alla riparazione dei danni, essendo stato indennizzato".

Dopo le insistite richieste degli amministratori e dei cittadini il governo ha stabilito anche che "la ricostruzione delle seconde abitazioni nei centri storici sarà al 100% a carico dello Stato. Per quelle che sono fuori dai centri storici, faremo un inventario e decideremo se poter intervenire per la totalità o per i due terzi".

L'ospedale. Il Cavaliere, che ha trascorso una mezz'ora con gli sfollati ospitati nella località di Sant'Elia, frazione dell'Aquila, si è anche recato con il capo della Protezione civile Guido Bertolaso all'ospedale del capoluogo abruzzese che oggi ha riaperto le sue strutture al 60 per cento. "In 47 giorni si può ben parlare di un record - dice il premier commentando l'apertura di alcuni padiglioni della struttura, chiusa dopo il sisma del 6 aprile - Siamo perfettamente in regola con i tempi annunciati". Tra i reparti che sono di nuovo operativi c'è il punto nascita che ha riaperto con la sala parto, l'ostetricia e la terapia intensiva neonatale. Il premier ha quindi fatto un giro per i padiglioni del San Salvatore parlando con numerosi medici: "Non ci sono più persone nell'ospedale da campo e avremo 247 posti letto: posti in più rispetto a esigenze reali, l'importante è che gli aquilani possono stare qui per curarsi senza andare altrove".

Scuole. "Vogliamo consentire l'apertura dell'anno scolastico a settembre per tutte le scuole" annuncia Berlusconi garantendo "che tutti gli edifici saranno sicuri al 100%".

Lauree. Nel capoluogo abruzzese, il presidente del Consiglio aveva in programma anche la consegna delle lauree ad honorem agli studenti di ingegneria morti nel sisma. Ma Berlusconi nella caserma della Guardia di finanza di Coppito non c'era, malgrado la sua presenza fosse stata annunciata ieri in un comunicato di Palazzo Chigi. Il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, ha spiegato che il premier ''era stato trattenuto da impegni improvvisi a Roma'', e dunque era partito per l'Aquila in ritardo. Le famiglie di alcuni dei ragazzi morti per il terremoto, inoltre, avevano anche espresso la loro contrarietà alla consegna delle lauree: "Non ha nessun valore morale e affettivo", hanno detto.

Contestazione. Al suo arrivo all'Aquila, Berlusconi è stato anche contestato da uno sfollato che gli ha gridato: "Presidente fatti processare, rispondi alle domande!". Non sono peraltro mancati gli applausi, nei confronti del premier, da quanti lo attendevano per la cerimonia inaugurale. Inoltre tre striscioni sono stati stesi da una dozzina di manifestanti uori del perimetro della caserma della Guardia di finanza: "Arriverà presto il freddo! meno parole, più fatti". "Rivogliamo la nostra vita, subito sistemazioni decorose", "cacciate i soldi, forti e gentili ma fessi no".

Intimidazioni. Il premier, rispondendo a una domanda su timori di intimidazioni da parte di magistrati per la ricostruzione in Abruzzo come denunciato da Bertolaso a proposito dell'emergenza rifiuti in Campania, garantisce: "Non mi risulta che ci siano intimidazioni e comunque non ci saranno".

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...crociere? ma una casa no????...
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31/05/2009 22:53

...e mentre Silvio da Arcore promette crocere per gli sfollati...


Alla mensa ritorna il caffè
la tendopoli vince una battaglia



L'AQUILA - Doveva essere un giorno bellissimo, questo. "Maila fa la Cresima. Già da mesi stavamo preparando la festa. Una grande 'rosticciata' nel giardino di casa nostra o in un ristorante. Tutti i nostri amici invitati. E invece...". Maila riceve il sacramento dentro una caserma, quella della Finanza. Ormai tutta la vita dell'Aquila si svolge in questa che sarà la caserma del G8. Non ci sono altri spazi, in città. Nessuna chiesa è agibile e allora il vescovo celebra qui.

Maila arriva sotto un temporale, camicetta nera, pantaloni rosa. "Solo stamattina - raccontano Fabiana ed Eugenio, la mamma e il papà della ragazzina - abbiamo mandato un sms agli amici e ai parenti. "Oggi Maila fa la Cresima. Festeggeremo non appena i tempi saranno migliori per tutti". Qualcuno si è un po' arrabbiato, perché è stato avvertito all'ultimo momento. Ma l'abbiamo fatto apposta. Come si può fare una festa in giorni come questi? Se inviti i parenti e gli amici, questi si sentono in dovere di spendere: per vestirsi bene, per il regalo a Maila... Non ci è sembrato giusto mettere in difficoltà i parenti. Qui quasi tutti siamo senza lavoro, siamo senza casa. E allora faremo una festa quando i tempi saranno cambiati e noi non vivremo più sotto una tenda".

La "commare" (così qui chiamano la madrina) di Maila è la zia Cristina. "Le abbiamo regalato un palmare. Qui in tenda aveva rotto il suo cellulare, aveva perso la rubrica con i numeri di tutti i suoi amici, era disperata". Stasera si mangerà in mensa, come tutte le sere. Ma dopo ci sarà la torta. "Inviteremo alcune sue amiche, conosciute in tendopoli. E' l'unica festa che riusciamo a fare".

Anna Rita, la nonna, 54 anni, ha ripreso il suo lavoro a Roma. "Tornerò in azienda mercoledì, dopo il ponte del 2 giugno. Ma mi bastano il sabato e la domenica qui in piazza'Armi per stare male tutta la settimana". Stanno male tutti, in queste tende bruciate dal sole e subito dopo annegate dalla pioggia. Anna Rita non nasconde la sua disperazione. "Dicono che a settembre ce ne andremo tutti, ma io faccio fatica a crederci. E poi mi faccio una domanda: chi saremo, quando usciremo da qui? La tristezza diventa ogni giorno più profonda, ti scava dentro. Forse riuscirà a rovinarci, a farci diventare persone diverse". Ha in mano un ritaglio di giornale. C'è scritto che questa tendopoli è "Il ghetto dei disgraziati". "Non possono permettersi di scrivere cose come queste. Queste parole ci offendono. Qui c'è tanta brava gente, che fino a ieri lavorava e pagava le tasse e che adesso non ha più nulla. Se questo è un "ghetto" la colpa non è nostra ma di chi ha organizzato questa enorme tendopoli".

Sono tante le cose che non funzionano. "Ci sono i tossicodipendenti che prima erano seguiti dal Sert e che adesso vagano per il campo. Ci sono gli ospiti del Centro di igiene mentale che è stato distrutto. Ci vorrebbe più assistenza, per queste persone. La vita in tenda è terribile per noi, immaginiamo per chi è più sfortunato. Ci sono i pedofili, i violenti, i ladri. E invece di aiutare i più deboli, c'è chi lavora per trasformare questo accampamento in una Alcatraz".

E' battagliera, la mamma di Cristina e Fabiana. "L'altro giorno trovo questo cartello affisso alla mensa. "Da domani 29 maggio non sarà più possibile distribuire il vino". E ci hanno tolto anche il caffè, bloccando la macchinetta automatica. E allora ho detto no. Mi sono messa a parlare con gli altri, lì davanti alla mensa, e abbiamo deciso di raccogliere le firme di protesta. Il cartello è sparito, in mensa si può ancora bere il bicchiere di vino. E con 20 centesimi ti puoi comprare un caffè al distributore automatico. Ma lo sa cosa vuol dire, per chi si alza presto per andare a lavorare, non poter nemmeno bere un caffè?".

Il clima di collaborazione dei primi giorni, e anche il rapporto con i volontari organizzati dalla Protezione civile, sono ormai un lontano ricordo. "Nei primi giorni arrivava di tutto, anche molti vestiti. Noi abbiamo una certa dignità, non ci è mai piaciuto arraffare ciò che viene messo a portata di mano. E così abbiamo lasciato che altri, tanti, si servissero prima di noi. Così, a quasi due mesi dal terremoto, ci troviamo ancora con gli abiti dell'inverno. I volontari cambiano ogni settimana. Ci sono quelli bravi e quelli che invece ti fanno pesare ogni cosa, come se noi fossimo dei privilegiati che vogliono vivere a spese dello Stato, e non dei disgraziati che hanno perso tutto".

Il lavoro a Roma non cancella l'angoscia. "Mi basta un nulla per stare male. L'altra sera, a casa di una zia, stavo facendo la doccia quando ho sentito un rumore fortissimo. Era in camion della spazzatura che scaricava un cassonetto, ma a me è sembrato subito un nuovo colpo del terremoto. Basta una finestra che sbatte, e il cuore mi va in gola. E poi, al venerdì sera, torno qui. La terra non smette mai di tremare. Anche stanotte ho sentito due scosse, mi sono messa a piangere per la paura. Mio marito Claudio mi sgrida, dice che devo essere più forte. Ma io so che fino a quando le scosse non cesseranno, nessuno se la sentirà di tornare a casa e questo resterà per mesi e mesi un accampamentio immenso. Quanto dovremo aspettare, noi che abbiamo la casa da demolire? Ci faranno una casetta di legno, anche piccola piccola, che ci permetta di uscire da qui? Non sappiamo a chi fare queste domande. Quelli del Comune non si fanno mai vedere. Io non vedo l'ora di ritrovare la mia vita di due mesi fa, quando mi sentivo utile. Non vedo l'ora di preparare un soffritto alle figlie, ai generi e alle nipotine, e la pasta al forno, come facevo tutte le domeniche. E invece, stasera, per la "festa" di Maila, andremo a mangiare nella mensa di tela".

(31 maggio 2009)

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16/06/2009 19:42

A Roma la rabbia dei terremotati "Ci sentiamo umiliati e traditi"


ROMA - E' arrivata a Montecitorio per il sit-in dimostrativo, la marcia degli sfollati delle tendopoli dell'Aquila, che protestano proprio nel giorno in cui la Camera deve approvare il decreto legge sull Abruzzo.

Slogan e proteste. Senza bandiere di partito e scandendo vari slogan tra cui "forti e gentili sì, fessi no!", "100% ricostruzione, partecipazione e trasparenza" e "Buffoni, buffoni", 1000 aquiliani dei Comitati dei cittadini sono arrivati a Roma con 20 pullman partiti questa mattina alle 9 e 30 da Collemaggio. Presente anche un grande striscione con la scritta: "Case, scuole, Università. Subito. Contro la speculazione ricostruzione dal basso''. Ad imitazione delle tendopoli, alcuni ragazzi montano tende da campeggio sotto l'obelisco che domina la piazza. Sono scesi in piazza anche gli studenti dell'Onda che chiedono che a occuparsi della ricostruzione non sia Impregilo poiché fu proprio "la stessa azienda a costruire l'ospedale che poi crollarono".

Le richieste. Gli organizzatori hanno chiesto garanzie sulla riparazione dei danni causati dal terremoto, la riapertura del centro storico, risorse adeguate per risarcire gli imprenditori che hanno avuto le imprese distrutte o danneggiate e un maggiore coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte della ricostruzione.

Il Pd presente. Alla manifestazione erano presenti alcuni parlamentari del Pd e dei radicali, Legambiente,il sindaco di L'Aquila, Massimo Cialente, il presidente della Provincia Stefania Pezzopane e molti dei sindaci delle città colpite dal terremoto, che hanno chiesto che le promesse vengano messe "nero su bianco". La vicepresidente della Camera, Rosy Bindi ha raggiunto il sit-in dei terremotati per esprimere la sua solidarietà e ha detto: "Non sono più venuta perché in campagna elettorale non volevo strumentalizzare le vostre difficoltà. Ma, dopo i ballottaggi - ha detto la Bindi -, vi assicuro che verrò una volta alla settimana nelle tendopoli de L'Aquila e a Pescara dagli sfollati". Poi ha aggiunto: "E' finito il tempo delle passerelle e della false promesse. Il governo deve mettere risorse vere per la ricostruzione e dare certezze a tutti sul futuro delll'Aquila e di tutti gli altri centri colpiti dal terremoto. Avete pienamente ragione - ha concluso la vicepresidente della Camera - e sarebbe una vergogna se anche in questo caso il governo decidesse di porre la fiducia, rifiutando di accogliere le vostre richieste e di cambiare il decreto legge".

Critico anche il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini: "Abbiamo assistito ad una passerella di ministri a L'Aquila e in Abruzzo. Oggi in aula c'è solo il sottosegretario Menia. Avrei gradito che la presenza del governo fosse adeguata al dramma che abbiamo vissuto".

Il presidente della regione, Gianni Chiodi, ha invece invitato gli aquilani "ad avere piena fiducia nell'operato del governo, che sta cercando di venire incontro a tutte le esigenze e alle necessità legate alla fase della ricostruzione".

Blackout del Tg1. Ma evidentemente i motivi della protesta non erano abbastanza importanti per il Tg1 che ha mostrato un servizio sulla ricostruzione della casa dello studente per opera della regione Lombardia del governatore Roberto Formigoni. Per il Pd ha protestato Lanfranco Tenaglia: "Nel giorno in cui si sta svolgendo la marcia degli sfollati delle tendopoli dell'Aquila, conclusa con un sit-in a Montecitorio - ha detto - il Tg1 sceglie di parlare del terremoto in Abruzzo con un servizio sulla ricostruzione della Casa dello studente, certamente una buona notizia ma riferita con stile celebrativo, e con tanto di intervista, al presidente della regione Lombardia Formigoni. Gli avvenimenti in corso a Roma sono stati invece del tutto ignorati".

Dal governo nessuna marcia indietro. La lunga giornata dei terremotati d'Abruzzo non ha però sortito gli effetti sperati. Perché in Aula, nonostante l'opposizione abbia praticamente ridotto di oltre un terzo (da circa 500 a poco più di 130 gli emedamenti al dl), le parole del sottosegretario all'Ambiente, Roberto Menia hanno lasciato chiaramente intendere che l'esecutivo non vuole fare marcia indietro e che si punta ad approvare il testo "così com'è" uscito dal Senato. Mentre in Aula sia Casini, sia Soro hanno chiesto ''maggiori garanzie'' sulla copertura dei costi per la ristrutturazione delle seconde case, non è passato ''l'emendamento simbolo di questo terremoto'', come lo ha definito il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, che estendeva i benefici anche alle case dei non residenti.

"Ci sentiamo umiliati e traditi". Cialente e il presidente della Provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane, sono stati ricevuti dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, per un colloquio che è stato molto apprezzato dagli amministratori locali. All'uscita dallo studio di Fini, Cialente ha però tuonato conro l'esecutivo. ''In questo momento ci sentiamo umiliati e traditi dal governo. E' la prima volta che viene fatta una distinzione tra case di residenti e di non residenti in un caso di calamità naturale. Se il governo non cambia strategia la ricostruzione della città non ci sarà, ci saranno solo le 15mila casette. E questo significa la morte dell'Aquila, che sarebbe una sconfitta per il Paese''.

Bloccata via del Corso. Nel tardo pomeriggio una parte di manifestanti ha lasciato piazza Montecitorio con l'intenzione di proseguire la protesta di fronte al Quirinale, ma sono stati bloccati su via del Corso, in direzione di piazza Venezia, dove c'è stato un minuto di silenzio in memoria delle vittime del terremoto. Alcuni hanno anche cercato di avvicinarsi a palazzo Grazioli, dove è presente il premier Silvio Berlusconi. I manifestanti si sono poi allontanati. Al momento via del Plebiscito è ancora bloccata.

Domani Berlusconi all'Aquila. Il corteo, lentamente, si è avvicinato a piazza Venezia. Qui, una catena umana di tutti i manifestanti venuti dall'Abruzzo, mano per mano, ha circondato la piazza dove sono parcheggiati i pullman che li riporteranno all'Aquila e nelle altre città abruzzesi. Domani pomeriggio il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sarà all'Aquila per un nuovo sopralluogo. Una visita che dovrebbe coincidere col voto finale della Camera.

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16/06/2009 20:00

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