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Religione? Tutta 'na farsa?

Ultimo Aggiornamento: 11/05/2010 14:42
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23/03/2010 21:34

Re:
cuix, 23/03/2010 19.19:

...perplesso...


Elezioni, Bagnasco precisa
"Aborto conta come casa e lavoro"


CITTA' DEL VATICANO - Il rispetto della vita umana e del matrimonio tra uomo e donna, ma anche il diritto al lavoro e alla casa, l'integrazione degli immigrati: sono tutti "valori che non possono essere selezionati secondo la sensibilità personale, ma vanno assunti nella loro integralita". Così si legge in un comunicato dei vescovi della Liguria, primo firmatario il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, in vista del voto delle regionali.

La nota tende a correggere in parte quanto emerso dall'appello elettorale lanciato ieri dal presidente della Cei in cui ha chiesto che "il voto cattolico sia contro l'aborto". Ieri Bagnasco ha indicato la difesa della vita, anche dal "delitto incommensurabile" dell'aborto, come un valore "non negoziabile" su cui basare le proprie scelte elettorali. In particolare ha speso durissime parole contro l'uso della pillola abortiva bocciando di fatto i candidati che si sono schierati a favore della Ru486, come Emma Bonino nel Lazio e Mercedes Bresso in Piemonte.

Inoltre ha fatto una distinzione tra valori non negoziabili (difesa vita, matrimonio, libertà religiosa ed educativa) su cui "s'impiantano e vengono garantiti - ha detto - altri indispensabili valori", tra cui, appunto, il diritto alla casa e al lavoro, l'integrazione degli immigrati, il rispetto del creato.

Nella lettera firmata con gli altri vescovi liguri, Bagnasco oggi ribadisce l'importanza dei valori legati alla bioetica, alla difesa della vita e del matrimonio fra un uomo e una donna ma ha sottolineato che non c'è una gerarchia, e che questi non possono essere divisi, nella valutazione dei cattolici in vista delle prossime elezioni, da quelli relativi ad aspetti sociali come l'accoglienza agli immigrati, il diritto alla casa e al lavoro.

"Si tratta - elencano i vescovi liguri - di valori chiaramente e ripetutamente ribaditi dal magistero conciliare, postconciliare e pontificio e che possono essere sinteticamente richiamati: fra tutti, il rispetto della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale; la tutela e il sostegno della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna; il diritto di libertà religiosa, la libertà della cultura e dell'educazione. E quindi il diritto al lavoro e alla casa; l'accoglienza degli immigrati, rispettosa delle leggi e volta a favorire l'integrazione; la promozione della giustizia e della pace; la salvaguardia del creato. Tali valori non possono essere selezionati secondo la sensibilità personale, ma vanno assunti nella loro integralità".

"Solo nel loro insieme esprimono una concezione dell'uomo, della comunità e del bene comune, che costituisce il centro della dottrina sociale della chiesa, e rivelano quel collegamento tra etica della vita ed etica sociale".

Cei: nessuna contraddizione tra ieri e oggi. I vescovi italiani sottolineano che "è impossibile ipotizzare toni divaricanti tra quanto detto ieri" nella prolusione del cardinale Angelo Bagnasco e quanto "scritto oggi nel comunicato dei vescovi liguri". In una nota la Cei ribadisce infatti che non ci può essere "solidarietà sociale" se "si rifiuta o sopprime la vita" e riafferma che "la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna" è "un valore non negoziabile" prioritario.
repubblica.it




Si certo infatti chi non ha casa e lavoro non deve abortire, deve partorire e lasciare il figlio negli orfanotrofi cattolici, così il bambino (unica vera vittima) vive un'infanzia di merda e loro hanno un bambino in più con cui divertirsi!
Quando questi 4 pagliacci la finiranno di mettersi sulla strada del nostro paese l'Italia potrà competere con tutti gli altri paesi al mondo!
Ricordatevi che il vostro credo una volta che viene imposto ad altri diventa violenza!
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25/03/2010 14:52

Usa, sacerdote abusò di 200 bambini "Ratzinger e Bertone occultarono il caso"


ROMA - I vertici del Vaticano, tra cui il futuro Papa Benedetto XVI, occultarono gli abusi di un prete americano, sospettato di aver violentato circa 200 bambini sordi di una scuola del Wisconsin. Lo scrive il New York Times, sulla base di alcuni documenti ecclesiastici di cui è venuto in possesso. La corrispondenza interna tra vescovi del Wisconsin e l'allora cardinale Joseph Ratzinger, scrive il New York Times, mostra che la priorità era, a quel tempo, quella di proteggere la Chiesa dallo scandalo.

La notizia arriva all'indomani delle dimissioni del vescovo irlandese John Magee, che ha lasciato l'incarico perché travolto da un'inchiesta su presunti casi di pedofilia. E in mattinata, a Roma, due cittadini americani vittime di preti pedofili, insieme ad attivisti dell'associazione statunitense Snap, che raccoglie coloro che denunciano abusi sessuali commessi da sacerdoti, hanno distribuito questa mattina volantini contro Papa Ratzinger proprio al confine tra l'Italia e la Città del Vaticano, cioè al limite tra piazza Pio XII e piazza San Pietro. Sui volantini, la vicenda del prete del Wisconsin del quale parla oggi il New York Times.

La vicenda in questione riguarda il reverendo Lawrence C. Murphy, che aveva lavorato nella scuola dal 1950 al 1977. Nel 1996, riferisce il quotidiano americano, l'allora cardinale Joseph Ratzinger non fornì alcuna risposta a due lettere che gli furono inviate dall'arcivescovo di Milwaukee, Rembert G. Weakland, mentre solo otto mesi più tardi il cardinale Tarcisio Bertone diede istruzioni, ai vescovi del Wisconsin, di avviare un processo canonico segreto che avrebbe potuto portare all'allontanamento di padre Murphy.

Ma Bertone, precisa il New York Times, fermò questo processo dopo che lo stesso padre Murphy scrisse al cardinale Ratzinger ricordando che il caso era sostanzialmente caduto in prescrizione. "Voglio solo vivere il tempo che mi resta nella dignità del mio sacerdozio. Chiedo il vostro aiuto in questa vicenda", chiese il sacerdote. Nei documenti, ottenuti dal quotidiano dai legali di cinque uomini che hanno fatto causa alla diocesi di Milwaukee, non c'è traccia della risposta di Ratzinger a questa lettera. Ma secondo quanto si legge, padre Murphy non ricevette mai alcuna punizione o sanzione e fu trasferito in segreto in alcune parrocchie e scuole cattoliche, prima di morire nel 1998.

Il portavoce del Vaticano, padre Federico Lombardi, con un comunicato citato dal NYT spiega che elementi determinanti nella decisione di non punire padre Murphy furono la sua salute precaria e l'assenza di nuove accuse nei suoi confronti. Il sacerdote ha certamente abusato di bambini "particolarmente vulnerabili" e violato la legge e si tratta di "un caso tragico", osserva Lombardi, sottolineando però che il Vaticano è stato messo a conoscenza del caso solo nel 1996, anni dopo la fine delle indagini. Sui motivi per i quali padre Murphy non sia mai stato punito riducendolo allo stato laicale, il portavoce ha risposto che "il diritto canonico non prevede punizioni automatiche".

repubblica.it


Non ho piu' parole....ho il sentore che stia per scoppiare qualcosa di grosso... [SM=g1336774]
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29/03/2010 20:11

Oggi uno dei più grandi esorcisti della "mafia cattolica" ha detto che la pedofilia è indotta dal demonio e che quindi l'uomo non è diretto colpevole.

Giustificare reati sui bambini con queste CAZZATE non merita nemmeno l'ascolto o la difesa, s'inculino i diritti internazionali dell'uomo perché queste persone non possono essere considerate uomini!
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29/03/2010 21:43

Re:
Mezcal82, 29/03/2010 20.11:

Oggi uno dei più grandi esorcisti della "mafia cattolica" ha detto che la pedofilia è indotta dal demonio e che quindi l'uomo non è diretto colpevole.

Giustificare reati sui bambini con queste CAZZATE non merita nemmeno l'ascolto o la difesa, s'inculino i diritti internazionali dell'uomo perché queste persone non possono essere considerate uomini!




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06/04/2010 22:31

Sodano: "Attacchi a Ratzinger come a Pio XII" - Bertone: "Papa forte, è il Papa del terzo millennio"


ROMA - Durante la settimana santa Benedetto XVI ha avuto "il sostegno di una piazza San Pietro colma e con molti giovani. E' un Papa forte, il Papa del terzo millennio". Al suo arrivo a Santiago il segretario di Stato Vaticano, cardinal Tarcisio Bertone, risponde così ai cronisti che gli hanno chiesto sul silenzio del Pontefice circa i casi di abusi durante la Pasqua. Mentre il cardinale Sodano, suo predecessori nel ruolo di "ministro degli Esteri" della Santa Sede sull'Osservatore Romano torna a difendere il Papa spiegando anche il suo inusuale messaggio di solidarietà a Ratzinger in apertura delle celebrazioni del giorno di Pasqua: "Le mancanze e gli errori di sacerdoti sono usate come armi contro la Chiesa. Dietro gli ingiusti attacchi al Papa ci sono visioni della famiglia e della vita contrarie al Vangelo. E' ormai un contrasto culturale il Papa incarna verità morali che non sono accettate".
Rilancia la tesi dall'attacco contro la Chiesa, Sodano. Che paragona le accuse sulla pedofilia agli attacchi che la Chiesa ha ricevuto in passato: "Prima ci sono state le battaglie del modernismo contro Pio X, poi l'offensiva contro Pio XII per il suo comportamento durante l'ultimo conflitto mondiale e infine quella contro Paolo VI per l'Humanae vitae".

Secondo Sodano, la comunità cristiana "si sente giustamente ferita quando si tenta di coinvolgerla in blocco nelle vicende tanto gravi quanto dolorose di qualche sacerdote, trasformando colpe e responsabilità individuali in colpa collettiva con una forzatura veramente incomprensibile". "Se qualche ministro è stato infedele - sottolinea Sodano - non si può e non si deve generalizzare. Certo, ne soffriamo, e Benedetto XVI ha chiesto scusa più volte. Ma non è colpa di Cristo se Giuda ha tradito. Non è colpa di un vescovo se un suo sacerdote si è macchiato di colpe gravi. E certo non è responsabile il Pontefice".

Il messaggio di Pasqua. ''Le mie parole erano inserite nella liturgia di Pasqua - ha spiegato ancora Sodano all'Osservatore - E' logico che nelle feste più significative dell'anno una famiglia si stringa intorno al proprio padre''. ''Ho quindi ritenuto che questa fosse un'occasione adatta - spiega il cardinale Sodano - per riaffermare i profondi vincoli di unità che stringono tutti i membri della Chiesa intorno a colui che lo Spirito Santo ha posto a guidare la comunità dei credenti. Da parte mia, come decano del collegio cardinalizio, ho ritenuto doveroso fare quell'intervento''. ''Sento un dovere di riconoscenza a Benedetto XVI per la dedizione apostolica con cui presta il suo quotidiano servizio alla Chiesa. Quelle parole sono nate anche da un'esigenza personale, dall'affetto profondo che porto al Vicario di Cristo''. ''Oltre a una testimonianza di vicinanza al Papa - aggiunge il cardinale Sodano - il mio è stato un invito alla serenità".


"Non ho bloccato il caso Murphy". "Non è vero, abbiamo documentato il contrario". Dal Cile, Bertone replica secco ai cronisti che gli chiedono conto dei documenti del settimanale tedesco Die Zeit, che lo accuserebbero di aver bloccato nel 1998 il caso del prete americano Lawrence Murphy. "Non è vero - ha ribadito il segretario di Stato, che è stato chiamato in causa dal New York Times per aver presumibilmente bloccato la procedura di allontanamento del prete pedofilo. "Abbiamo documentato il contrario e non parliamo di questo argomento ora, perché altrimenti rimaniamo qui tutto il giorno per verificare con precisione l'azione di me stesso e di sua eminenza, il cardinale Ratzinger, quale prefetto della Congregazione della dottrina della fede. Basta, basta su questo argomento".

In India un sacerdote condannato. Nel frattempo dopo padre Joseph Jeyapual accusato di una serie di abusi, un altro sacerdote, il reverendo Francis X. Nelson, s'è trasferito in India dopo aver scontato quattro mesi di carcere per aver molestato sempre una ragazzina nell'appartamento della nonna a Brooklyn. Lo rende noto il sito della Abc. Anche lui, come il caso scoperto ieri dal New York Times, nonostante la condanna per atti di pedofilia, non ha lasciato la Chiesa ma sta continuando a svolgere la sua attività pastorale nella sua nuova diocesi, a Kottar, nell'India meridionale. "Ha già pagato il suo pegno con la giustizia passando quattro mesi in galera. Ora non guida nessuna parrocchia ma sta aiutando persone alcolizzate" lo difende Peter Remigius arcivescovo di Kottar.

Germania. Il telefono dedicato dalla Chiesa cattolica tedesca alle denunce di vittime di preti pedofili in Germania continua a essere contattato da più gente di quanto previsto: da martedì a giovedì della settimana scorsa, prima della pausa pasquale, vi sono stati 13.293 tentativi di chiamata da 2.670 utenze. Gli assistenti hanno condotto 394 colloqui al telefono e 91 via internet. Le segnalazioni, riferisce l'agenzia Dpa, riguardano abusi da parte di religiosi ma anche di laici in strutture cattoliche.

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13/04/2010 20:43

"Pedofilia-omosessualità", scontro Bertone-gay - Scritte oscene sulla casa natale del Papa


ROMA - Ieri, parlando dal Cile, il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone non ha solo annunciato nuovi provvedimenti anti-abusi dei sacerdoti. Ha anche pronunciato una frase che ha fatto insorgere le comunità gay, sia quelle locali che quelle italiane. Dopo aver detto che non c'è alcun collegamento tra la pedofilia e il celibato a cui sono sottoposti i preti, ha sostenuto che questo tipo di patologie ha invece un legame con l'omosessualità. Ed è bufera. Nello stesso giorno in cui, dalla Germania, arriva la notizia di scritte oscene trovate sulla casa natale di Benedetto XVI, in Baviera.

Le parole di Bertone. "Molti sociologi, molti psichiatri hanno dimostrato che non c'è relazione tra celibato e pedofilia - ha dichiarato il segretario di Stato - e invece molti altri hanno dimostrato, me lo hanno detto recentemente, che c'è una relazione tra omosessualità e pedofilia. Si tratta di una patologia che interessa tutte le categorie sociali, e preti in minor grado in termini percentuali". Il segretario di Stato di Benedetto XVI ha comunque ammesso che "il comportamento dei preti in questo caso, il comportamento negativo, è molto grave, è scandaloso". Bertone, che ha visitato le zone più colpite dal terremoto dello scorso 27 febbraio in Cile, ha anche insistito nel sostenere che la Chiesa non ha mai tentato di nascondere i casi di abusi o di frenare le indagini; e ha ricordato che papa Benedetto XVI ha incontrato alcune vittime, ha chiesto perdono "in ripetute occasioni" ed è disposto a continuare a farlo.

Le reazioni. Il Movimento cileno per le minoranze sessuali (Movikh) ha subito criticato le parole sull'omosessualità: "Bertone mente in modo palese ed inumano quando sostiene che ci sono studi che dimostrato l'esistenza di relazioni tra l'omosessualità e la pedofilia". Qui in Italia, il leader storico di Arcigay Aurelio Mancuso ha detto che "come sempre i cardinali stravolgono la realtà". ranco Grillini, esponente dell'Idv e leader di Gaynet, ha definito "gravissime" le affermazioni del numero due della Santa Sede. La deputata Pd Paola Concia ha espresso "indignazione: è davvero sconfortante che ancora oggi eminenti rappresentanti della Chiesa cattolica si lascino andare ad analisi così grossolane". Ancora più dura Gaylib, l'associazione omosex di centrodestra: "Il Vaticano dovrebbe chiedere perdono al mondo e alla storia presso l'assemblea generale dell'Onu". Infine i radicali, secondo cui il cardinale è stato "volgare e maldestro".

Il Papa e le vittime. Oggi il Vaticano fa sapere che Benedetto XVI è disposto ad incontrare le vittime degli abusi sessuali da parte di religiosi, ma "in un clima di raccoglimento e riflessione, non sotto una pressione di carattere mediatico". Lo ha detto il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, illustrando il programma del viaggio del Papa a Malta, sabato e domenica prossimi.

Le scritte oscene. Dalla Germania arriva la notizia che scritte oscene a sfondo sessuale "così offensive da non poter essere riportate" sono state trovate sui muri della casa natale di papa Benedetto XVI, nella cittadina bavarese di Marktl am Inn. Le scritte sono state fatte la notte scorsa con una bomboletta spray e sono state scoperte, secondo la polizia, da un passante alle sei di stamane. L'atto di vandalismo precede di soli tre giorni l'ottantatreesimo compleanno del Pontefice.

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11/05/2010 14:42

Il Papa: "Pedofilia, il perdono non si sostituisce alla giustizia"

LISBONA - Papa Benedetto XVI, in volo verso il Portogallo, sottolinea come, nello scandalo sulla pedofilia, "il perdono non sostituisce la giustizia. La penitenza, la preghiera, l'accettazione, il perdono che occorre dare, non soddisfano la necessità di giustizia, perché il perdono non sostituisce la giustizia". Ma è "realmente terrificante", dice Ratzinger rispondendo ai giornalisti, come la Chiesa oggi "soffra per gli attacchi dal suo interno". "Oggi le più grandi persecuzioni alla Chiesa non vengono da fuori, ma dai peccati che ci sono dentro la Chiesa stessa".



"Fatima lo aveva previsto". Fatima aveva previsto anche questo, secondo il Papa, che conversando con la stampa collega lo scandalo degli abusi alla profezia affidata dalla Vergine a suor Lucia nel cosiddetto Terzo Segreto. "Insieme alla sofferenza del Papa, che in prima istanza possiamo riferire all'attentato a Giovani Paolo II - premette Ratzinger - nel messaggio di Fatima ci sono indicazioni su realtà del futuro della Chiesa. Oltre ai momenti indicati nelle visioni, si parla della realtà di passione della Chiesa. Il Signore ha detto che la Chiesa sarà sofferente fino alla fine del mondo. E oggi questo lo vediamo in modo particolare".

Il Papa e "l'etica" della crisi economica. Secondo il Papa, la crisi economica ha una sua "componente morale che nessuno può non vedere", "gli avvenimenti sul mercato in questi ultimi due o tre anni hanno mostrato che la dimensione etica deve entrare all'interno dell'agire economico". "Vediamo adesso che un puro pragmatismo economico crea problemi - dice Ratzinger -. E' il momento di vedere che l'etica non è una cosa esteriore, ma interiore alla razionalità e al pragmatismo economico". Il Papa riconosce che "la fede cattolica, cristiana, era troppo individualistica", lasciava le "cose concrete, economiche al mondo", pensava solo alla "salvezza individuale, agli atti religiosi". "Anche qui dobbiamo entrare in un dialogo concreto - sottolinea il Papa -. Ho cercato nella mia enciclica 'Catitas in veritate', e tutta la tradizione della dottrina sociale della Chiesa va in questi senso, di allargare l'aspetto etico e della fede sopra l'individuo, alla responsabilità del mondo".
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