il nano silvio!!

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06/05/2009 12:50

Brinda anche tu con "papi"!








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06/05/2009 18:53

Brinda anche tu con "papi"!












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06/05/2009 20:10

Grandissimo!!! Non posso aggiungere altro!
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15/05/2009 01:16

"Incoerenze di un caso politico"
da repubblica.it

Repubblica ha chiesto, nei giorni scorsi, di rivolgere al presidente del Consiglio dieci domande sulle incoerenze e le omissioni di una storia che molti definiscono “di Veronica” o “di Noemi” e nessuno azzarda a definire per quel che è o appare: un “caso Berlusconi”. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, lunedì, ha chiesto due giorni per dare una risposta. Quella risposta non è arrivata. Per non dissimulare, come vuole il nuovo conformismo dell’informazione italiana, ciò che dovrebbe essere chiarito, pubblichiamo oggi le domande che avremmo voluto rivolgere al premier e le contraddizioni che abbiamo ritenuto di riscontrare tra le sue dichiarazioni e quelle degli altri protagonisti della vicenda.

Il rosario di incoerenze che si incardina sulla questione politica posta da farefuturo e dalla signora Lario (come Berlusconi seleziona le classi dirigenti) sollecita di rivolgere a Berlusconi dieci domande:

1. Quando e come Berlusconi ha conosciuto il padre di Noemi Letizia, Elio?

2. Nel corso di questa amicizia, che il premier dice «lunga», quante volte si sono incontrati e dove e in quale occasioni?

3. Ogni amicizia ha una sua ragione, che matura soprattutto nel tempo e in questo caso – come ammette anche Berlusconi – il tempo non è mancato. Come il capo del governo descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto Letizia?

4. Naturalmente il presidente del Consiglio discute le candidature del suo partito con chi vuole e quando vuole. Ma è stato lo stesso Berlusconi a dire che non si è occupato direttamente della selezione dei candidati, perché farlo allora con Letizia, peraltro non iscritto né militante né dirigente del suo partito né cittadino particolarmente influente nella società meridionale?

5. Quando Berlusconi ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?

6. Quante volte Berlusconi ha avuto modo di incontrare Noemi e dove?

7. Berlusconi si occupa dell’istruzione, della vita e del futuro di Noemi. Sostiene finanziariamente la sua famiglia?

8. E’ vero, come sostiene Noemi, che Berlusconi ha promesso o le ha lasciato credere di poter favorire la sua carriera nello spettacolo o, in alternativa, l’accesso alla scena politica e questo «uso strumentale del corpo femminile», per il premier, non «impoverisce la qualità democratica di un paese» come gli rimproverano personalità e istituzioni culturali vicine al suo partito?

9. Veronica Lario ha detto che il marito «frequenta minorenni». Al di là di Noemi, ci sono altre minorenni che il premier incontra o «alleva», per usare senza ironia un’espressione della ragazza di Napoli?

10. Veronica Lario ha detto: «Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. E’ stato tutto inutile». Geriatri (come il professor Gianfranco Salvioli, dell’Università di Modena) ritengono che i comportamenti ossessivi nei confronti del sesso, censurati da Veronica Lario, potrebbero essere l’esito di «una degenerazione psicopatologica di tratti narcisistici della personalità». Quali sono le condizioni di salute del presidente del Consiglio?



A Varsavia Berlusconi dice: «[Benedetto] lo conosco da anni, è un vecchio socialista ed era l’autista di Craxi»
(Ansa, 29 aprile, 16:34)

Quando la circostanza è subito negata da Bobo Craxi («Cado dalle nuvole. L’autista di mio padre si chiamava Nicola, era veneto, ed è morto da qualche anno», Ansa, 29 aprile, 16:57), Palazzo Chigi con un imbarazzato ritardo, smentisce a sua volta: «Si rileva che il presidente Berlusconi non ha mai detto che il signor Letizia fosse autista dell’on, Bettino Craxi»
(Ansa, 30 aprile, 12:30)

Dal suo canto, Benedetto Letizia non vuole ricordare in pubblico come e dove e quando ha conosciuto Berlusconi. «Volete sapere come ho conosciuto Berlusconi? Va bene, ve lo dico, però allora vi racconto anche come ho conosciuto tutte le persone che conosco, anzi vi racconto tutto quello che ho fatto da quando sono nato ad oggi…»
(Corriere della Sera, 10 maggio)

In qualche altra occasione, il rifiuto di Letizia a raccontare il primo incontro con il futuro premier è ancora più categorico: «Non ho alcuna intenzione di farlo»
(Oggi, in edicola dal 6 maggio)

Un ricordo vivo del primo incontro tra Berlusconi e Letizia sembra averlo Arcangelo Martino, un ex assessore socialista al comune di Napoli, oggi vicino al partito del presidente del Consiglio. «Fra il 1987 e il 1993 sono stato grande amico di Bettino Craxi. Tutti i mercoledì andavo a trovarlo a Roma all’hotel Raphael, una consuetudine. Mi accompagnava sempre qualcuno del mio staff e quel qualcuno era quasi sempre Elio Letizia (…) Parecchie volte è capitato che al Raphael ci fosse Silvio Berlusconi. È lì che ho presentato i due che poi hanno fatto amicizia»
(Corriere della Sera, 10 maggio)

Il ricordo di Arcangelo Martino è sconfessato con nettezza ancora una volta da Bobo Craxi. «Escludo categoricamente che il signor Letizia fosse un habitué dell’hotel Raphael (…) Lo stesso Martino credo che sia passato qualche volta a salutare mio padre»
(Repubblica, 11 maggio)

Chiara anche la smentita di uomini che furono accanto al leader socialista: Gianni De Michelis («Mai sentito nominare Letizia»); Gennaro Acquaviva («Mai sentito nominare Letizia, neanche dai napoletani»); Giulio Di Donato («Questo signor Letizia, nel panorama napoletano e campano dei socialisti, non esisteva, a mia memoria»). Ancora più efficace la contestazione di Stefano Caldoro: «Proprio nei primi anni novanta, abitavo al Raphael tutte le volte che mi fermavo a Roma. Si scherzava sulla intraprendenza di Martino (…) ma escludo categoricamente di aver mai visto e sentito che questo Letizia venisse presentato a Craxi. Perché mai l’avrebbero dovuto presentare? Non era un dirigente, non era un esponente del sociale, non era un militante attivamente impegnato. Altrimenti, me lo sarei ricordato»
(ancora Repubblica, 11 maggio 2009)


Sul numero e le modalità degli incontri tra il presidente del consiglio Silvio Berlusconi e il padre di Noemi, Benedetto Letizia, non sono emerse a oggi né dichiarazioni dei diretti interessati né evidenze documentali.


3) Ogni amicizia ha una sua ragione, che matura soprattutto nel tempo e in questo caso – come ammette anche Berlusconi – il tempo non è mancato. Come il capo del governo descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto Letizia?

Sulla natura dell’amicizia con il padre di Noemi il presidente del Consiglio non ha a oggi fornito chiarimenti approfonditi.


4) Naturalmente il presidente del Consiglio discute le candidature del suo partito con chi vuole e quando vuole. Ma è stato lo stesso Berlusconi a dire che non si è occupato direttamente della selezione dei candidati, perché farlo allora con Letizia, peraltro non iscritto né militante né dirigente del suo partito né cittadino particolarmente influente nella società meridionale?

Berlusconi dichiara il 4 maggio alla Stampa: «Suo padre [Benedetto Letizia], che conoscevo da tempo, mi ha telefonato per chiedermi se lasciavo fuori Martusciello (Flavio, consigliere regionale del PdL) dalle liste per le Europee, io gli ho spiegato che avrei cercato di mettere sia l’ex-questore Malvano (Franco, già candidato a sindaco di Napoli) sia Martusciello e che stavo per arrivando a Napoli per dare una spinta ai contratti per i nuovi termovalorizzatori che sono frenati dalla burocrazia. A quel punto lui mi ha interrotto e mi ha detto: “Stavi venendo a Napoli? Io stasera festeggio il diciottesimo compleanno di Noemi, perché non vieni con un brindisi, lo facciamo in un locale poco distante dall’aeroporto. Ti prego vieni sarebbe il più bel regalo della mia vita”. Così ci sono andato…».
(La Stampa, 4 maggio)

A Porta a Porta, il giorno successivo (5 maggio) il presidente del Consiglio dichiara invece: «Le candidature per le Europee non sono state gestite direttamente dal premier. Ad occuparsene sono stati i tre coordinatori del PdL Bondi, La Russa e Verdini che “da migliaia di segnalazioni sono giunti a 500 schede” per individuare i 72 candidatisi sono orientati secondo le indicazioni del congresso, spazio ai giovani e alla donne. Tra questi candidati nessuna è qualificabile come velina» Resoconto delle parole del premier a Porta a porta tratto dal Giornale, 6 maggio. La versione integrale in video è riportata sul sito della Rai. La puntata di Porta a Porta dura un’ora e 56 minuti, la parte relativa a questa dichiarazione inizia dal minuto 6:24.


5) Quando ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?

Su questo punto il presidente del Consiglio ha fornito una risposta indiretta durante un’intervista a France2. Berlusconi spiega le circostanze della frequentazione con Noemi Letizia, affermando che si tratta di un’antica amicizia di natura politica con il padre, quando il giornalista interrompe per chiedere: “…dunque non è una ragazza che voi conoscevate personalmente?” Berlusconi risponde “No”, e poi aggiunge: “Ho avuto l’occasione di conoscerla con i suoi genitori. Questo è tutto”.
(France 2, 6 maggio: il video dura circa 30 minuti, la parte relativa a Noemi è al minuto 9)

La versione di Silvio Berlusconi pare essere contraddetta da Noemi: «[Berlusconi, papi] mi ha allevata (…) È un amico di famiglia. Dei miei genitori (…) non mi ha fatto mai mancare le sue attenzioni. Un anno [per il mio compleanno], ricordo, mi ha regalato un diamantino. Un’altra volta, una collanina. Insomma, ogni volta mi riempie di attenzioni. (…) Lo adoro. Gli faccio compagnia. Lui mi chiama, mi dice che ha qualche momento libero e io lo raggiungo. Resto ad ascoltarlo. Ed è questo che desidera da me. Poi, cantiamo assieme. (…) Quando vado da lui ha sempre la scrivania sommersa dalle carte. Dice che vorrebbe mettersi su una barca e dedicarsi alla lettura. Talvolta è deluso dal fatto che viene giudicato male, gli spiego che chi lo giudica male non guarda al di là del proprio naso. Nessuno può immaginare quanto papi sia sensibile. Pensi che gli sono stata vicinissima quando è morta, di recente, la sorella Maria Antonietta. Gli dicevo che soltanto io potevo capire il suo dolore. (…) [Da grande vorrò fare] la showgirl. Mi interessa anche la politica. Sono pronto a cogliere qualunque opportunità. (…) Preferisco candidarmi alla Camera, al parlamento. Ci penserà papi Silvio».
(Corriere del Mezzogiorno, 28 aprile)


A tale proposito Noemi ha dichiarato al Corriere del mezzogiorno il 28 aprile «[Berlusconi, papi] mi ha allevata (…) È un amico di famiglia. Dei miei genitori (…) non mi ha fatto mai mancare le sue attenzioni. Un anno [per il mio compleanno], ricordo, mi ha regalato un diamantino. Un’altra volta, una collanina. Insomma, ogni volta mi riempie di attenzioni. (…) Lo adoro. Gli faccio compagnia. Lui mi chiama, mi dice che ha qualche momento libero e io lo raggiungo. Resto ad ascoltarlo. Ed è questo che desidera da me. Poi, cantiamo assieme. (…) Quando vado da lui ha sempre la scrivania sommersa dalle carte. Dice che vorrebbe mettersi su una barca e dedicarsi alla lettura. Talvolta è deluso dal fatto che viene giudicato male, gli spiego che chi lo giudica male non guarda al di là del proprio naso. Nessuno può immaginare quanto papi sia sensibile. Pensi che gli sono stata vicinissima quando è morta, di recente, la sorella Maria Antonietta. Gli dicevo che soltanto io potevo capire il suo dolore. (…) [Da grande vorrò fare] la showgirl. Mi interessa anche la politica. Sono pronta a cogliere qualunque opportunità. (…) Preferisco candidarmi alla Camera, al parlamento. Ci penserà papi Silvio».
(Corriere del Mezzogiorno, 28 aprile)

Silvio Berlusconi ha raccontato all'intervista con France2 il 6 maggio:

«On a demontré que j'etais ami de ses parents, (...) et que la fille n'avait pas eu aucune occasion de me frequenter toute seule, mais elle etait venue me connaître seulment trois ou quatre fois - moi je me souviens trois fois, quelcun dit quatre fois, ma secretaire - toujour avec sa mère ou son père des quelles je suis ami depuis plusieurs années percqu'il me soutien comme homme de la politique à Naples - il est dans mon parti et c'est une connaisance qui viens de plusieurs années».

«Abbiamo dimostrato che ero amico dei suoi genitori (...) e che la ragazza non ha avuto alcuna occasione di frequentarmi da sola, ma è venuta a conoscermi solamente tre o quattro volte - io mi ricordo tre volte, qualcuno dice quattro volte... la mia segretaria - sempre con sua madre o suo padre dei quali sono amico da diversi anni perché lui mi appoggia come uomo politico a Napoli - è nel mio partito ed è una conoscenza che risale a diversi anni fa».


) Lei si occupa di Noemi e del suo futuro e sostiene economicamente la sua famiglia?

A parte la notizia del regalo in occasione del 18° compleanno di Noemi Letizia, il presidente del Consiglio non ha a oggi fornito chiarimenti su questo punto. Da parte sua Noemi ha dichiarato al Corriere del mezzogiorno il 28 aprile «[Berlusconi, papi] mi ha allevata (…) È un amico di famiglia. Dei miei genitori (…) non mi ha fatto mai mancare le sue attenzioni. Un anno [per il mio compleanno], ricordo, mi ha regalato un diamantino. Un’altra volta, una collanina. Insomma, ogni volta mi riempie di attenzioni. (…) Lo adoro. Gli faccio compagnia. Lui mi chiama, mi dice che ha qualche momento libero e io lo raggiungo. Resto ad ascoltarlo. Ed è questo che desidera da me. Poi, cantiamo assieme. (…) Quando vado da lui ha sempre la scrivania sommersa dalle carte. Dice che vorrebbe mettersi su una barca e dedicarsi alla lettura. Talvolta è deluso dal fatto che viene giudicato male, gli spiego che chi lo giudica male non guarda al di là del proprio naso. Nessuno può immaginare quanto papi sia sensibile. Pensi che gli sono stata vicinissima quando è morta, di recente, la sorella Maria Antonietta. Gli dicevo che soltanto io potevo capire il suo dolore. (…) [Da grande vorrò fare] la showgirl. Mi interessa anche la politica. Sono pronta a cogliere qualunque opportunità. (…) Preferisco candidarmi alla Camera, al parlamento. Ci penserà papi Silvio».
(Corriere del Mezzogiorno, 28 aprile)


8) E’ vero, come sostiene Noemi, che Berlusconi ha promesso o le ha lasciato credere di poter favorire la sua carriera nello spettacolo o, in alternativa, l’accesso alla scena politica e questo «uso strumentale del corpo femminile», per il premier, non «impoverisce la qualità democratica di un paese» come gli rimproverano personalità e istituzioni culturali vicine al suo partito?

Su questo punto Noemi Letizia ha dichiarato al Corriere del Mezzogiorno il 28 aprile « [Da grande vorrò fare] la showgirl. Mi interessa anche la politica. Sono pronta a cogliere qualunque opportunità. (…) Preferisco candidarmi alla Camera, al parlamento. Ci penserà papi Silvio».
(Corriere del Mezzogiorno, 28 aprile)

Il presidente del Consiglio non ha fino ad oggi fornito chiarimenti su questo aspetto della vicenda.


9) Veronica Lario ha detto che il marito «frequenta minorenni». Al di là di Noemi, ci sono altre minorenni che il premier incontra o «alleva», per usare senza ironia un’espressione della ragazza di Napoli?

Su Repubblica il 3 maggio 2009, in riferimento alla richiesta di divorzio, è apparso il seguente virgolettato attribuito a Veronica: "(…) . Sono convinta che a questo punto non sia dignitoso che io mi fermi qui. La strada del mio matrimonio è segnata, non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni".
(Repubblica, 3 maggio)

A Porta a Porta Berlusconi ha dichiarato: “È una menzogna che io frequenti minorenni”
(Porta a Porta, 5 maggio)


10) Veronica Lario ha detto: «Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. E’ stato tutto inutile». Geriatri (come il professor Gianfranco Salvioli, dell’Università di Modena) ritengono che i comportamenti ossessivi nei confronti del sesso, censurati da Veronica Lario, potrebbero essere l’esito di «una degenerazione psicopatologica di tratti narcisistici della personalità». Quali sono le sue condizioni di salute?


Le dichiarazioni di Veronica Lario sono apparse su Repubblica il 3 maggio 2009.

Sul punto il presidente del Consiglio non ha a oggi fornito chiarimenti.
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15/05/2009 12:45

Palazzo Chigi: "Da Repubblica campagna denigratoria"

ROMA - "Invidia e odio nei confronti di un presidente del Consiglio che ha raggiunto il massimo storico della fiducia dei cittadini: sono palesi i motivi della campagna denigratoria che la Repubblica e il suo editore stanno conducendo da giorni contro il presidente Berlusconi". E' quanto sostiene una nota dell'ufficio stampa della presidenza del Consiglio dei ministri, dopo la pubblicazione dell'inchiesta sugli aspetti contraddittori del caso Noemi, che ha dato il via alla decisione di Veronica Lario di chiedere il divorzio.

"Attacchi di così basso livello, in vista delle prossime elezioni europee e amministrative, confermano non solo l'assoluta mancanza di argomenti politici concreti di quel giornale e della sua parte politica, ma anche una strategia mediatica diffamatoria tesa a strumentalizzare vicende esclusivamente private - conclude la nota - a fini di lotta politica".

In mattinata arriva la replica del Pd: "L'attacco che arriva dai durissimi comunicati di Palazzo Chigi contro Repubblica - dice Paolo Gentiloni - va ben al di là di ogni polemica, fino a sconfinare nella minaccia. Il presidente del Consiglio non può usare queste parole, non può lanciare accuse di questa gravità e con toni tanto aspri quando proprio ai suoi più stretti collaboratori spetta il compito delle politiche e del sostegno alla stampa. Si deve abituare alla presenza di giornali che scrivono anche cose scomode: la libertà di stampa è un diritto garantito dalla costituzione".

Il senatore Latorre (sempre Pd) sostiene: "La libertà di stampa è garantita dalla Costituzione. L'attacco di Berlusconi a Repubblica introduce ulteriori elementi tossici nella nostra democrazia. Anche quando l'informazione è stata critica, noi non ci siamo mai permessi di provare a imbavagliarla". E Rosy Bindi chiede semplicemente a Berlusconi "di rispondere ale domande poste da Repubblica". Secondo Jacopo Venier (Pdci) la nota di Palazzo Chigi "è un punto di non ritorno della democrazia. I giornali sono stati messi all'indice".

In serata la nota della Federazione Nazionale della Stampa: "Le domande dei giornalisti per quanto scomode non sono assimilabili ne considerabili come militanza politica. Chi è investito di pubbliche responsabilità è chiamato a rispondere. Se non lo fa, la pubblica opinione deve averne conto e fare anche su questo liberamente le sue considerazioni".

'A giudizio della Fnsi - prosegue la nota - e' stupefacente inoltre che il capo del governo oltre a non rispondere, replichi con insulti e allusioni. Invocando una sorta di potere supplementare, che non gli appartiene, per indirizzare messaggi a giornalisti e a un editore, in questo caso quello di Repubblica, assumendo il criterio che le loro funzioni in un giornale siano la stessa cosa. Evidentemente l'abitudine a vivere un permanente enorme conflitto di interessi, lo porta fuori strada".

E sulla vicenda prende posizione anche il Comitato di redazione di Repubblica: "I giornalisti - scrivono i rappresentanti della redazione - hanno il diritto/dovere di porre domande. Domande a cui si possono dare risposte diverse, anche critiche. O si può anche non rispondere. Ma è inammissibile che si risponda, invece, con insulti e minacce ai giornali, ai giornalisti e agli editori. "Ed è ancora più inaccettabile che lo faccia una figura istituzionale, come è il presidente del Consiglio. Diventa, nei fatti, un attacco diretto alla libertà di stampa e alla sua funzione democratica. E questo deve preoccupare i cittadini e tutte le istituzioni. Per quel che ci riguarda, continueremo a fare domande, senza farci condizionare da nessuno".



Il direttore di Repubblica Ezio Mauro ha risposto alla nota di Palazzo Chigi con questo editoriale.

Una risposta al premierdi EZIO MAURO
È MOLTO facile rispondere alle parole di Silvio Berlusconi pronunciate ieri contro "Repubblica", che nell'inchiesta-documento di Giuseppe D'Avanzo gli aveva rivolto dieci domande per chiarire gli aspetti più controversi del caso politico nato attorno alle candidature delle veline nelle liste Pdl, alla denuncia di "ciarpame politico" di Veronica Lario, alla festa di compleanno della giovane Noemi alla presenza del Premier, nel ruolo indiscusso di "Papi". Molto più difficile, per il Cavaliere, rispondere alle domande del nostro giornale. Anzi, impossibile. Berlusconi non sa rispondere, davanti alla pubblica opinione, perché con ogni evidenza non può. Ciò che ha detto su questa storia, nei lunghi monologhi mai interrotti da una vera richiesta di chiarimento, cozza fragorosamente con ciò che hanno raccontato gli altri protagonisti, e soprattutto con quel che la moglie sa e ha denunciato. Meglio dunque tacere, rifiutare la verità, la trasparenza e il confronto, il che per un uomo pubblico equivale alla fuga. Una fuga accompagnata ovviamente da insulti per il nostro giornale, perché il rumore (domani amplificato dai manganelli di carta al suo servizio) copra il vuoto, la mancanza di coraggio e la scelta necessitata dell'ambiguità.

Ma l'uomo in fuga è il Presidente del Consiglio. Dunque questa incapacità o impossibilità di fare chiarezza, cercando la verità, è immediatamente un fatto politico, un handicap della leadership, una macchia istituzionale qualsiasi cosa nasconda, fosse anche soltanto l'incapacità di accettare un contraddittorio sui lati che restano poco chiari di una vicenda che ha fatto il giro dei giornali e dei siti di tutto il mondo. Una storia nella quale l'unica cosa che non c'entra proprio nulla è la privacy.

Berlusconi è infatti l'uomo che ha unito pubblico e privato fino a confonderli, con la sua biografia trasformata in programma elettorale per gli italiani e spedita nelle case di 50 milioni di elettori all'inizio della sua avventura politica: mentre oggi, quindici anni dopo, continua a vendere sul rotocalco di famiglia gli ex voto elettorali della sua infanzia aureolati nella patina reale del fotoromanzo, con l'immagine adolescente della Prima Comunione poche pagine prima del brindisi anziano di Casoria.

Le domande di "Repubblica" volevano appunto bucare questa nuvola nazional-popolare dove si sta cercando di trasportare nottetempo il caso Berlusconi, lontano dalla responsabilità istituzionale e politica di dire il vero agli italiani. Nascevano semplicemente, come abbiamo detto a Palazzo Chigi proponendo un confronto diretto col Premier, dalla constatazione che a due settimane dall'inizio della vicenda troppe cose rimanevano da spiegare, anche perché nessuna vera richiesta di chiarimento era stata rivolta al Cavaliere, e la sede televisiva del "rendiconto" - quella del suo personale notaio a "Porta a Porta" - si era in realtà rivelata la sede di un lungo monologo: per accusare la moglie ed esigerne le scuse, invece di rispondere alla sua denuncia (la politica che seleziona veline diventa "ciarpame senza pudore", "mio marito frequenta minorenni", "mio marito non sta bene, ho implorato coloro che gli stanno accanto di aiutarlo") rovesciando la realtà davanti agli italiani.

Questa mancanza di chiarezza e di confronto, con domande precise e risposte nette, ha ingarbugliato le cose. Tra il racconto del Premier e i racconti degli altri protagonisti di questa vicenda si sono allargate incongruenze evidenti, pubbliche, inseguite da spiegazioni postume che aprivano nuovi fronti controversi e dunque suscitavano altre domande. In tutto il mondo civile, dove esiste una pubblica opinione e la funzione autonoma della stampa, le contraddizioni del potere e la mancanza di chiarezza sono lo spazio naturale del giornalismo, del suo lavoro d'inchiesta, del suo sforzo documentale e infine delle sue domande.

Questo abbiamo provato a fare, senza dare giudizi e senza una tesi finale da dimostrare. Ci interessa il percorso tra le contraddizioni di un uomo pubblico in una vicenda pubblica, mettendo a confronto versioni e racconti che vanno tra loro in dissonanza, per domandare infine al protagonista di spiegare perché, proponendo la sua verità dei fatti.

Oggi dobbiamo prendere atto che il Presidente del Consiglio, invece di rispondere alle domande, scappa dalle vere questioni aperte che chiamano in causa la sua credibilità, e lo fa insultando, cioè cercando di parlar d'altro. "Invidia e odio", a suo parere, sono i motivi della "campagna denigratoria che "Repubblica" e il suo editore stanno conducendo da giorni" contro il Presidente. Che c'entra l'editore con l'inchiesta di un giornale? Non esistono scelte autonome da parte di un quotidiano nella cultura proprietaria del Premier? Cosa bisogna dunque pensare delle domande che proprio ieri il "Giornale" berlusconiano rivolgeva in prima pagina a Di Pietro? E soprattutto, cosa c'entrano con un'inchiesta giornalistica i sentimenti dell'odio e dell'invidia? Può il Cavaliere concepire, per una volta, che si possa indagare sui suoi atti e persino criticarli senza odiarlo, ma semplicemente giudicandolo? Può rassegnarsi a pensare che esiste ancora qualcuno, persino in questo Paese, che non lo invidia affatto, né a Roma né ad Arcore né a Casoria? Può infine ammettere che dieci domande non costituiscono una denigrazione, soprattutto se le si può spazzare via dal tavolo con la semplice forza della verità?

Il Cavaliere denuncia infine che "attacchi di così basso livello" giungano in prossimità del voto europeo: ma i tempi e soprattutto il livello di questa vicenda non li abbiamo scelti noi, nemmeno la location di Casoria, le luci delle fotografie festose e i comprimari, i monili, la favola bella dei genitori che si baciano in esclusiva per "Chi", la ragazza incolpevole di tutto ma soprattutto sicura che approderà negli show televisivi o in Parlamento, l'uno o l'altro intercambiabili, l'importante è sapere che "deciderà Papi". Non abbiamo deciso noi che tutto questo valesse prima la critica della Fondazione "Farefuturo" di Fini e poi lo strappo di un divorzio pubblico come l'offesa ricevuta, dunque politico come tutto ciò che accade al Cavaliere: da parte di una moglie che il grande rotocalco con cui si impagina oggi l'Italia dipinge come incapace di autonomia, fragile e sola, dunque preda di suggeritori mediatici e politici, unica spiegazione che ripristini la sacralità mistica del carisma intaccato dall'interno, quando una donna ha deciso (prima e unica, in un quindicennio) di rompere il cerchio magico dell'intangibilità sciamanica del Capo.

Per il Cavaliere, chi lo critica non può avere autonomia. Per lui, l'adesione è amore e fede, dunque la critica è tradimento e follia, le domande - non essendo contemplate e per la verità neppure molto praticate, nel conformismo del 2009 - diventano "odio e follia", in un discorso pubblico fatto di vibrazioni, dove tutto è emotivo.

Che cosa concludere? La storia che ha fatto il giro del mondo resta tutta da chiarire, perché il Presidente del Consiglio sa solo minacciare, ma non può spiegare. Dunque continueremo a fare domande, come fossimo in un Paese normale, per quei cittadini che chiedono di sapere perché vogliono capire, rifiutando di entrare nel grande fotoromanzo italiano che sta ingoiando quel che resta della politica.

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17/05/2009 01:19

La Signora Letizia parla col Times "'Papi' si prenderà cura di Noemi"

LONDRA- Le imprese di Silvio Berlusconi continuano a fare discutere all'estero. La stampa inglese aveva già dato ampio risalto alla notizia del divorzio del presidente del Consiglio con Veronica Lario e adesso è passata ad occuparsi della vicenda legata alla presenza del Cavaliere al compleanno di Noemi Letizia, la ragazza che ha candidamente ammesso di chiamare Berlusconi "papi".

A farlo è il quotidiano londinese Times - non proprio di tendenze progressiste - con un'intervista del corrispondente in Italia Richard Owen al padre e alla madre della 18enne Noemi Letizia. Nel brano pubblicato sia nell'edizione cartacea che in quella online, il padre della ragazza afferma di essere "un impiegato del Comune di Napoli" con un "reddito annuale di non più di 12 mila euro all'anno". Il giornalista a questo punto si chiede come sia possibile che la famiglia Letizia viva a Portici, tradizionale quartiere della classe media napoletana, e come mai Noemi vesta con abiti firmati e venga scorrazzata per le strade della città in una lussuosa Mercedes.

Sull'importanza data dai media - italiani e non - alla vicenda il padre di Noemi è sicuro che si tratti di "bugie e sensazionalismo per vendere i giornali". A quanto pare il consenso nei confronti di Berlusconi - che l'Economist poco tempo fa aveva definito "nordcoreano" - sembra scricchiolare.

Ma il signor Letizia era davvero l'autista di Craxi come sostiene Berlusconi? La risposta arriva secca: "No". E allora? "Spesso - dice Letizia - a Berlusconi vengono attribuite dalla stampa a lui avversa delle cose che lui non ha mai detto". Puntuale la replica del giornalista del Times che cita la dichiarazione del Cavaliere all'Ansa delle 16 e 34 del 29 aprile...

La madre di Noemi invece ripropone la versione del Berlusconi che "ama stare a contatto con la gente" e che per questo è venuto in contatto "anche con loro". "Spero - ha aggiunto la signora Palumbo in Letizia, un fugace passato in alcune televisioni private - che Berlusconi, che io ho conosciuto negli anni Ottanta, si prenderà cura di Noemi e riuscirà a dare a mia figlia la carriera che io non sono riuscita ad avere".

In chiusura alcune citazioni del repertorio berlusconiano. Una su tutte: "Non ho bisogno di governare per avere potere. Ho case dappertutto, barche stupende, una moglie (ormai ex) stupenda e una famiglia bellissima. Io, in politica, mi sto sacrificando per il Paese".

repubblica.it
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19/05/2009 00:14

Il Times dalla parte di Repubblica
"Berlusconi vuole intimidire il dissenso"


ROMA - Il Times di Londra dedica oggi un editoriale non firmato, come è tradizione della stampa anglosassone quando l'articolo riflette l'opinione della direzione del giornale, sulla questione delle dieci domande poste da "Repubblica" a Silvio Berlusconi.

L'editoriale del giornale, di cui è proprietario Rupert Murdoch, è intitolato "Public Duty and Private Vendetta" (Dovere pubblico e vendetta privata"), con questo sommario: "L'attacco di Silvio Berlusconi contro un giornale italiano è una campagna per intimidire il dissenso". Ecco il testo dell'editoriale:

"Silvio Berlusconi, il primo ministro italiano, si lamenta di essere vittima di una diffamazione. Egli ha attaccato la Repubblica dopo che il giornale lo ha sfidato a spiegare la sua relazione con un'aspirante modella di 18 anni, Noemi Letizia, che si rivolge a lui chiamandolo 'Papi'. Secondo il signor Berlusconi, questo è un complotto della sinistra per minare la sua autorità. La lamentela del signor Berlusconi è sfrontatamente insensata. Egli ha invitato a deriderlo promuovendo come candidati per le elezioni europee delle giovani donne il cui glamour personale supera la conoscenza politica. Questa ultima impresa ha spinto sua moglie, che soffre da lungo tempo, a chiedere il divorzio.

Le domande poste da la Repubblica - sul coinvolgimento del signor Berlusconi nella selezione delle candidate, e sul fatto se egli abbia promesso di aiutare la signorina Letizia a perseguire una carriera in politica o nello spettacolo - non sono intrusioni nella vita privata. Esse si collegano al ruolo pubblico del signor Berlusconi come uomo politico e come magnate dei media. I contorti affari politici del signor Berlusconi sono ulteriormente confusi dal suo dominio dei media. Egli controlla tre canali televisivi nazionali.

La sua campagna contro la Repubblica sembra un sinistro tentativo di intimidire il dissenso per proteggere una reputazione privata. E' particolarmente di cattivo gusto che egli abbia usato la propria posizione nei media per criticare la propria moglie, insinuando che ella è mentalmente instabile. Queste sono le azioni di un uomo ricco e potente che tratta la politica e i media come feudi. Il signor Berlusconi ha apparentemente scarsa comprensione delle divisioni tra interesse privato e dovere pubblico. Il giornale che lo critica sta facendo un'opera di pubblico servizio per una popolazione malamente governata".

repubblica.it
[Modificato da cuix 19/05/2009 00:15]
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19/05/2009 11:32

"Berlusconi, rispondi!" Diecimila iscritti su Facebook

ROMA - Diecimila iscritti in meno di tre giorni, tutti con le idee molto chiare: ricevere da Berlusconi le risposte alle domande poste al premier dall'inchiesta di Repubblica. Quello che era nato come un gruppo di amici indignati, oggi è una delle pagine più calde di Facebook.

Con oltre diecimila iscritti, seicento messaggi postati nella bacheca, venti argomenti di discussione e sessanta link tra video, interviste e documenti, il gruppo "Berlusconi, rispondi!!!" continua a crescere a ritmo di circa tremila iscritti al giorno. E da semplice luogo di denuncia diventa una piazza propositiva.

"Vogliamo che il presidente del Consiglio risponda alle dieci domande di Repubblica". Ma non solo. I diecimila hanno invitato tutti gli iscritti a inoltrare le dieci domande alla segretria del premier e chiedono di mantenere alta l'attenzione sull'argomento. Molti hanno inoltrato alla redazione di Repubblica.it la proposta di mantenere in homepage le dieci domande fino a quando Berlusconi non risponderà.

"Sono un cittadino italiano, pago le tasse fino all'ultimo
centesimo, ho diritto al voto, sono incensurato - scrive nella bacheca del gruppo Raffaele Abbate - poichè Silvio Berlusconi è anche il mio presidente del Consiglio ho il pieno diritto di conoscere quali sono le sue risposte alle dieci domande sulla vicenda". E ancora. "Non c'è niente di più semplice! Dieci domande scomode attendono dieci risposte - riflette Maurizio Scarpa - se le dieci risposte non arrivano ma arriva una pesante invettiva contro chi le ha formulate nasce il naturale sospetto che le dieci domande abbiano una risposta ancora più scomoda delle domande stesse".

Nell'area dedicata alle discussioni gli utenti si confrontano sulla natura del rapporto che lega il premier alla famiglia Letizia, ma anche sui risultati del sondaggio condotto da IPR Marketing per conto di Repubblica.it sul gradimento del governo Berlusconi ad un anno dal suo insediamento. Tra i link inseriti, oltre a materiale satirico, gli iscritti cercano di ricostruire la vicenda attraverso gli articoli apparsi sulla stampa nazionale ed internazionale.

Ed il respiro del gruppo è molto più che italiano: fra i diecimila, numerosi sono gli stranieri e i cittadini italiani residenti all'estero. C'è anche chi si appella alla saggezza popolare e invita Berlusconi a seguire il vecchio detto delle nonne "domandare è lecito, rispondere è cortesia".

repubblica.it

Rispondera' mai? [SM=g1336783]
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19/05/2009 23:49

Quando la politica tornerà fatta da gente pulita i cittadini torneranno ad avvicinarsi alla politica stessa...
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19/05/2009 23:56

Re:
Mezcal82, 19/05/2009 23.49:

Quando la politica tornerà fatta da gente pulita i cittadini torneranno ad avvicinarsi alla politica stessa...




...quindi ho paura mai...oggi hanno pure condannato Mills (suo avvocato) perchè corrotto dal Silvio nazionale eppure il nostro presidente e' sempre li' seduto al suo posto...non credo da altre parti l'avrebbe passata liscia...

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19/05/2009 23:58

Re: Re:
cuix, 19/05/2009 23.56:




...quindi ho paura mai...oggi hanno pure condannato Mills (suo avvocato) perchè corrotto dal Silvio nazionale eppure il nostro presidente e' sempre li' seduto al suo posto...non credo da altre parti l'avrebbe passata liscia...





Infatti nell'addetto post ho inserito il link al post giusto.. strucaci sopra!
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20/05/2009 00:16

Re: Re: Re:
Mezcal82, 19/05/2009 23.58:




Infatti nell'addetto post ho inserito il link al post giusto.. strucaci sopra!




...visto...oramai su questi argomenti ci leggiamo nel pensiero...
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24/05/2009 01:26

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24/05/2009 21:16

"Così papi Berlusconi entrò nella vita di Noemi"
NAPOLI - Il 14 maggio Repubblica ha rivolto al presidente del consiglio dieci domande che apparivano necessarie dinanzi alle incoerenze di un "caso politico". Veronica Lario, infatti, ha proposto all'opinione pubblica e alle élites dirigenti del Paese due affermazioni e una domanda che hanno rimosso dal discreto perimetro privato un "affare di famiglia" per farne "affare pubblico". Le due, allarmanti certezze della moglie del premier - lo ricordiamo - descrivono i comportamenti del presidente del Consiglio: "Mio marito frequenta minorenni"; "Mio marito non sta bene".

Al contrario, la domanda posta dalla signora Lario - se ne può convenire - è crudamente politica e mostra le pratiche del "potere" di Silvio Berlusconi, pericolosamente degradate quando a rappresentare la sovranità popolare vengono chiamate "veline" senza altro merito che un bell'aspetto e l'amicizia con il premier, legami nati non si sa quando, non si sa come. "Ciarpame politico" dice la moglie del premier.
Silvio Berlusconi non ha ritenuto di rispondere ad alcuna delle domande di Repubblica.

E, dopo dieci giorni, Repubblica prova qui a offrire qualche traccia e testimonianza per risolvere almeno alcuni dei quesiti proposti. Per farlo bisogna raggiungere Napoli, una piccola fabbrica di corso San Giovanni e poi un appartamento, allegramente affollato di amici, nel popolare quartiere del Vasto a ridosso dei grattacieli del Centro Direzionale. Sono i luoghi di vita e di lavoro di Gino Flaminio.

Gino, 22 anni, operaio, una passione per la kickboxing, è stato per sedici mesi (dal 28 agosto del 2007 al 10 gennaio del 2009) l'"amore" di Noemi Letizia, la minorenne di cui il premier ha voluto festeggiare il diciottesimo anno in un ristorante di Casoria, il 26 aprile. Gino e Noemi si sono divisi, per quel breve, intenso, felice periodo le ore, i sogni, il fiato, le promesse. "Quando non dormivo da lei a Portici - è capitato una ventina di volte - o quando lei non dormiva qui da me, il sabato che non lavoravo mi tiravo su alle sei del mattino per portarle la colazione a letto; poi l'accompagnavo a scuola e ci tornavo poi per riportarla indietro con la mia Yamaha. Lei qualche volta veniva a prendermi in fabbrica, la sera, quando poteva".

Gino Flaminio è in grado di dire quando e come Silvio Berlusconi è entrato nella vita di Noemi. Come quel "miracolo" (così Gino definisce l'inatteso irrompere del premier) ha cambiato - di Noemi - la vita, i desideri, le ambizioni e più tangibilmente anche il corpo, il volto, le labbra, gli zigomi; in una parola, dice Gino, "i valori". Il ragazzo può raccontare come quell'ospite inaspettato dal nome così importante che faceva paura anche soltanto a pronunciarlo nel piccolo mondo di gente che duramente si fatica la giornata e un piatto caldo, ha deviato anche la sua di vita. Quieto come chi si è ormai pacificato con quanto è avvenuto, Gino ricorda: "Mi è stato quasi subito chiaro che tra me e la mia memi non poteva andare avanti. Era come pretendere che Britney Spears stesse con il macellaio giù all'angolo...".

È utile ricordare, a questo punto, che il primo degli enigmi del "caso politico" è proprio questo: come Berlusconi ha conosciuto Noemi, la sua famiglia, il padre Benedetto "Elio" Letizia, la madre Anna Palumbo?
A Berlusconi è capitato di essere inequivocabile con la Stampa (4 maggio): "Io sono amico del padre, punto e basta. Lo giuro!". Con France2 (6 maggio), il capo del governo è stato ancora più definitivo. Ricordando l'antica amicizia di natura politica con il padre Elio, Berlusconi chiarisce: "Ho avuto l'occasione di conoscere [Noemi] tramite i suoi genitori. Questo è tutto".

Un affetto che il presidente del consiglio ha ripetuto ancor più recentemente quando ha presentato Noemi "in società", per così dire, durante la cena che il governo ha offerto alle "grandi firme" del made in Italy a Villa Madama, il 19 novembre 2008: "È la figlia di miei cari amici di Napoli, è qui a Roma per uno stage" (Repubblica, 21 maggio). All'antico vincolo politico, accenna anche la madre di Noemi, Anna: "[Berlusconi] ha conosciuto mio marito ai tempi del partito socialista".

Berlusconi, qualche giorno dopo (e prima di essere smentito da Bobo Craxi), conferma. "[Elio] lo conosco da anni, è un vecchio socialista ed era l'autista di Craxi". (Ansa, 29 aprile, ore 16,34). Più evasiva Noemi: "[Di come è nato il contatto familiare] non ricordo i particolari, queste cose ai miei genitori non le ho chieste". (Repubblica, 29 aprile). Decisamente inafferrabile e chiuso come un riccio, il padre Elio (ha rifiutato di prendere visione di quest'ultima ricostruzione di Repubblica). Chiedono a Letizia: ci spiega come ha conosciuto Berlusconi? "Non ho alcuna intenzione di farlo" (Oggi, 13 maggio).

Gino ascolta questa noiosa tiritera con un sorriso storto sulle labbra, che non si sa se definire avvilito o sardonico. C'è un attimo di silenzio nella stanza al Vasto, un silenzio lungo, pesante come d'ovatta, rispettato dagli amici che gli stanno accanto; dalla sorella Arianna; dal padre Antonio; dalla madre Anna. È un silenzio che si fa opprimente in quella cucina, fino a un attimo prima rumorosa di risate e grida. La madre, Anna, si incarica di spezzarlo: "Quando un giorno Gino tornò a casa e mi disse che Noemi aveva conosciuto Berlusconi, lo presi in giro, non volli chiedergli nemmeno perché e per come. Mi sembrava ridicolo. Berlusconi dalle nostre parti? E che ci faceva, Berlusconi qui? Ripetevo a Gino: Berlusconi, Berlusconi! (gonfia le guance con sarcasmo). Un po' ne ridevo, mi sembrava una buffonata di ragazzi".

Gino la guarda, l'ascolta paziente e finalmente si decide a raccontare:
"I genitori di Noemi non c'entrano niente. Il legame era proprio con lei. È nato tra Berlusconi e Noemi. Mai Noemi mi ha detto che lui, papi Silvio parlava di politica con suo padre, Elio. Non mi risulta proprio. Mai, assolutamente. Vi dico come è cominciata questa storia e dovete sapere che almeno per l'inizio - perché poi quattro, cinque volte ho ascoltato anch'io le telefonate - vi dirò quel che mi ha raccontato Noemi. Il rapporto tra Noemi e il presidente comincia più o meno intorno all'ottobre 2008. Noemi mi ha raccontato di aver fatto alcune foto per un "book" di moda. Lo aveva consegnato a un'agenzia romana, importante - no, il nome non me lo ricordo - di quelle che fanno lavorare le modelle, le ballerine, insomma le agenzie a cui si devono rivolgere le ragazze che vogliono fare spettacolo. Noemi mi dice che, in quell'agenzia di Roma, va Emilio Fede e si porta via questi "book", mica soltanto quello di Noemi. Non lo so, forse gli servono per i casting delle meteorine. Il fatto è - ripeto, è quello che mi dice Noemi - che, proprio quel giorno, Emilio Fede è a pranzo o a cena - non me lo ricordo - da Berlusconi. Finisce che Fede dimentica quelle foto sul tavolo del presidente. È così che Berlusconi chiama Noemi. Quattro, cinque mesi dopo che il "book" era nelle mani dell'agenzia, dice Noemi. È stato un miracolo, dico sempre. Dunque, dice Noemi che Berlusconi la chiama al telefono. Proprio lui, direttamente. Nessuna segretaria. Nessun centralino. Lui, direttamente. Era pomeriggio, le cinque o le sei del pomeriggio, Noemi stava studiando. Berlusconi le dice che ha visto le foto; le dice che è stato colpito dal suo "viso angelico", dalla sua "purezza"; le dice che deve conservarsi così com'è, "pura". Questa fu la prima telefonata, io non c'ero e vi sto dicendo quel che poi mi riferì Noemi, ma le credo. Le cose andarono così perché in altre occasioni io c'ero e Noemi, così per gioco o per convincermi che davvero parlava con Berlusconi, m'allungava il cellulare all'orecchio e anch'io sentii dalla sua voce quella cosa della "purezza", della "faccia d'angelo". E poi, una volta, ha aggiunto un'altra cosa del tipo: "Sei una ragazza divina". Berlusconi, all'inizio, non ha detto a Noemi chi era. In quella prima telefonata, le ha fatto tante domande: quanti anni hai, cosa ti piacerebbe fare, che cosa fanno tua madre e tuo padre? Studi? Che scuola fai? Una lunga telefonata. Ma normale, tranquilla. E poi, quando Noemi si è decisa a chiedergli: "Scusi, ma con tutte queste domande, lei chi è?", lui prima le ha risposto: "Se te lo dico, non ci credi". E poi: "Ma non si sente chi sono?". Quando Noemi me lo raccontò, vi dico la verità, io non ci credevo. Poi, quando ho sentito le altre telefonate e ho potuto ascoltare la sua voce, proprio la sua, di Berlusconi, come potevo non crederci? Noemi mi diceva che era sempre il presidente a chiamarla. Poi, non so se chiamava anche di suo, non me lo diceva e io non lo so. Lei al telefono lo chiamava papi tranquillamente. Anche davanti a me. Magari stavamo insieme, Noemi rispondeva, diceva papi e io capivo che si trattava del presidente. Quando ho assistito ad alcune telefonate tra Berlusconi e Noemi, ho pensato che fosse un rapporto come tra padre e figlia. Una sera, Emilio Fede e Berlusconi - insieme - hanno chiamato Noemi. Lo so perché ero accanto a lei, in auto. Ora non saprei dire perché il presidente le ha passato Emilio Fede, non lo so. Pensai che Fede dovesse preparare dei "provini" per le meteorine, quelle robe lì". (Ieri, a tarda sera, durante Studio Aperto, Fede ha affermato di aver conosciuto la nonna di Noemi. Repubblica ha chiesto a Gino se, in qualche occasione, Noemi avesse fatto cenno a questa circostanza. "Mai, assolutamente", è stata la risposta del ragazzo).

"Comunque, quella sera, sentii prima la voce del presidente e poi quella di Emilio Fede - continua Gino - Non voglio essere frainteso o creare confusione in questa tarantella, da cui voglio star lontano. Nelle telefonate che ho sentito io, Berlusconi aveva con Noemi un atteggiamento paterno. Le chiedeva come era andata a scuola, se studiava con impegno, questa roba qui. Io però ho cominciato a fuggire da questa situazione. Non mi piaceva. Non mi piaceva più tutto l'andazzo. Non vedevo più le cose alla luce del giorno, come piacevano a me. Mi sentivo il macellaio giù all'angolo che si era fidanzato con Britney Spears. Come potevo pensare di farcela? Gliel'ho detto a Noemi: questo mondo non mi piace, non credo che da quelle parti ci sia una grande pulizia o rispetto. Mi dispiaceva dirglielo perché io so che Noemi è una ragazza sana, ancora infantile che non si separa mai dal suo orsacchiotto, piccolo, blu, con una croce al collo, "il suo teddy". Una ragazza tranquilla, semplice, con dei valori. Con i miei stessi valori, almeno fino a un certo punto della nostra storia".

Intorno a Gino, questo racconto devono averlo già sentito più d'una volta perché ora che il ragazzo ha deciso di raccontare a degli estranei la storia, la tensione è caduta come se la famiglia, i vicini di casa, gli amici già l'avessero sentita in altre occasioni o magari a spizzichi e bocconi. C'è chi si distrae, chi parlotta d'altro, chi parla al telefono, chi si prepara a uscire per il venerdì notte. Gino sembra non accorgersene. Non perde il filo e a tratti pare ricordare, ancora una volta, a se stesso come sono andate le cose.

"Ho cominciato a distaccarmi da Noemi già a dicembre. Però la cosa che proprio non ho mandato giù è stata la lunga vacanza di Capodanno in Sardegna, nella villa di lui. Noemi me lo disse a dicembre che papi l'aveva invitata là. Mi disse: "Posso portare un'amica, un'amica qualunque, non gli importa. Ci saranno altre ragazze". E lei si è portata Roberta. E poi è rimasta con Roberta per tutto il periodo. Io le ho fatto capire che non mi faceva piacere, ma lei da quell'orecchio non ci sentiva. Così è partita verso il 26-27 dicembre ed è ritornata verso il 4-5 gennaio. Quando è tornata mi ha raccontato tante cose. Che Berlusconi l'aveva trattata bene, a lei e alle amiche. Hanno scherzato, hanno riso... C'erano tante ragazze. Tra trenta e quaranta. Le ragazze alloggiavano in questi bungalow che stavano nel parco. E nel bungalow di Noemi erano in quattro: oltre a lei e a Roberta, c'erano le "gemelline", ma voi sapete chi sono queste "gemelline"? Penso anche che lei mi abbia detto tante bugie. Lei dice che Berlusconi era stato con loro solo la notte di Capodanno. Vi dico la verità, io non ci credo. Sono successe cose troppo strane. Io chiamavo Noemi sul cellulare e non mi rispondeva mai. Provavo e riprovavo, poi alla fine mi arrendevo e chiamavo Roberta, la sua amica, e diventavo pazzo quando Roberta mi diceva: no, non te la posso passare, è di là - di là dove? - o sta mangiando: e allora?, dicevo io, ma non c'era risposta. Per quella vacanza di fine anno, i genitori accompagnarono Noemi a Roma. Noemi e Roberta si fermarono prima in una villa lì, come mi dissero poi, e fecero in tempo a vedere davanti a quella villa tanta gente - giornalisti, fotografi? - , poi le misero sull'aereo privato del presidente insieme alle altre ragazze, per quello che mi ha detto Noemi... Al ritorno, Noemi non è stata più la mia Noemi, la mia alicella (acciuga, ndr), la ragazza semplice che amavo, la ragazza che non si vergognava di venirmi a prendere alla sera al capannone. A gennaio ci siamo lasciati. Eravamo andati insieme, prima di Natale, a prenotare per la sua festa di compleanno il ristorante "Villa Santa Chiara" a Casoria, la "sala Miami" - lo avevo suggerito io - e già ci si aspettava una "sorpresa" di Berlusconi, ma nessuno credeva che la sorpresa fosse proprio lui, Berlusconi in carne e ossa. Ci siamo lasciati a gennaio e alla festa non ci sono andato. L'ho incontrata qualche altra volta, per riprendermi un oggetto di poco prezzo ma, per me, di gran valore che era rimasto nelle sue mani. Abbiamo avuto il tempo, un'altra volta, di avere un colloquio un po' brusco. Le ho restituito quasi tutte le lettere e le foto. Le ho restituito tutto - ho conservato poche cose, questa lettera che mi scrisse prima di Natale, qualche foto - perché non volevo che lei e la sua famiglia pensassero che, diventata Noemi Sophia Loren, io potessi sputtanarla. Oggi ho la mia vita, la mia Manuela, il mio lavoro, mille euro al mese e va bene così ché non mi manca niente. Certo, leggo di questo nuovo fidanzato di Noemi, come si chiama?, che non s'era mai visto da nessuna parte anche se dice di conoscerla da due anni e penso che Noemi stia dicendo un sacco di bugie. Quante bugie mi avrà detto sui viaggi. A me diceva che andava a Roma sempre con la madre. Per dire, per quella cena del 19 novembre 2008 a Villa Madama mi raccontò: "Siamo stati a cena con il presidente, io, papà e mamma allo stesso tavolo". Non c'erano i genitori seduti a quel tavolo? Allora mi ha detto un'altra balla. Quella sera le sono stati regalati una collana e un bracciale, ma non di grosso valore. E il presidente ha fatto un regalo anche a sua madre. Sento tante bugie, sì, e comunque sono fatti di Noemi, dei suoi genitori, di Berlusconi, io che c'entro?".

Le parole di Gino Flaminio appaiono genuine, confortate dalle foto, dalla memoria degli amici (che hanno le immagini di Noemi e Gino sui loro computer), da qualche lettera, dai ricordi dei vicini e dei genitori, ma soprattutto dall'ostinazione con cui il ragazzo per settimane si è nascosto diventando una presenza invisibile nella vita di Noemi. Repubblica lo ha rintracciato con fatica, molta pazienza e tanta fortuna nella fabbrica di corso San Giovanni dove tutti i suoi compagni di lavoro conoscono Noemi, la storia dell'amore perduto di Gino. Compagni di lavoro che - fino alla fine - hanno provato a proteggerlo: "Gino? E chi è 'sto Gino Flaminio?" e Gino se ne stava nascosto dietro un muro.

La testimonianza del ragazzo consente di liquidare almeno cinque domande dalla lista di dieci che abbiamo proposto al capo del governo. La ricostruzione di Gino permette di giungere a un primo esito: Silvio Berlusconi ha mentito all'opinione pubblica in ogni passaggio delle sue interviste. Nei giorni scorsi, come quando disse a France2 di aver "avuto l'occasione di conoscere [Noemi] tramite i suoi genitori". O ancora ieri a Radio Montecarlo dove ha sostenuto di essersi addirittura "divertito a dire alla famiglia, di cui sono amico da molti anni, che non desse risposte su quella che è stata la nostra frequentazione in questi anni". Come di cartapesta è la scena - del tutto artefatta - disegnata dalle testate (Chi) della berlusconiana Mondadori.

Il fatto è che Berlusconi non ha mai conosciuto Elio Letizia né negli "anni passati", né negli "ambienti socialisti". Mai Berlusconi ha discusso con Elio Letizia di politica e tantomeno delle candidature delle Europee (Porta a porta, 5 maggio). Berlusconi ha conosciuto Noemi. Le ha telefonato direttamente, dopo averne ammirato le foto e aver letto il numero di cellulare su un "book" lasciatogli da Emilio Fede. Poi, nel corso del tempo, l'ha invitata a Roma, in Sardegna, a Milano.
Le evidenti falsità, diffuse dal premier, gli sarebbero costate nel mondo anglosassone, se non una richiesta di impeachment, concrete difficoltà politiche e istituzionali. Nell'Italia assuefatta di oggi, quella menzogna gli vale un'altra domanda: perché è stato costretto a mentire? Che cosa lo costringe a negare ciò che è evidente? È vero, come sostiene Noemi, che Berlusconi ha promesso o le ha lasciato credere di poter favorire la sua carriera nello spettacolo o, in alternativa, l'accesso alla scena politica (Corriere del Mezzogiorno, 28 aprile)? Dieci giorni dopo, ci sono altre ragionevoli certezze. È confermato quel che Veronica Lario ha rivelato a Repubblica (3 maggio): il premier "frequenta minorenni". Noemi, nell'ottobre del 2008, quando riceve la prima, improvvisa telefonata di Berlusconi ha diciassette anni, come Roberta, l'amica che l'ha accompagnata a Villa Certosa. La circostanza rinnova l'ultima domanda: quali sono le condizioni di salute del presidente del Consiglio?



Il pressing del Pd su Berlusconi
"Ha il dovere di dire la verità"

ROMA - Dopo l'intervista a Gino Flaminio, ex fidanzato di Noemi Letizia, che ricostruisce come la ragazza ha conosciuto Silvio Berlusconi, smentendo diverse dichiarazioni del premier sulla vicenda, il Pd torna a chiedere chiarezza. A cominciare dal segretario, Dario Franceschini: "Un uomo politico ha il dovere di rispondere e il dovere di dire la verità. Non è possibile che la libera stampa continui a fargli delle domande, continui a dimostrare dove lui ha mentito e lui continui a tacere. Non c'è un paese al mondo in cui un uomo politico potrebbe permettersi di continuare a non rispondere a quelle domande, perché la trasparenza è uno dei criteri per reintrodurre la serietà nella vita politica".

Analoghe le dichiarazioni di Massimo D'Alema: "Berlusconi mente nelle vicende private come in quelle pubbliche. Questo non è accettabile. Decideranno
gli italiani se a loro questo comportamento piace o no. Nei paesi civili, di solito, un presidente del Consiglio che mente non piace agli elettori...".

"L'ho già detto, ma leggendo il servizio di D'Avanzo e Sannino su Repubblica, il Parlamento e i cittadini italiani devono disinteressarsi del gossip e mettere a fuoco la questione di Stato che sta emergendo con sempre maggiore nitidezza. - afferma il vicepresidente dei senatori del Partito democratico Luigi Zanda -
"In una democrazia parlamentare rappresentativa la parola del capo del governo non può mai essere messa in dubbio e quindi Silvio Berlusconi deve spiegare le numerose contraddizioni che emergono tra le sue affermazioni e la realtà dei fatti. Se non considera necessario chiarire agli italiani come stanno le cose, lo faccia almeno per i governi dei Paesi dei quali l'Italia è alleata e con i quali collabora sul piano economico e militare. Nelle relazioni internazionali l'affidabilità è tutto".

E intanto Benedetto Elio Letizia, padre di Noemi, annuncia, in un comunicato dettato all'agenzia Ansa dal suo legale, l'avvocato Giulio Costanzo, la decisione di querelare Repubblica e Gino Flaminio. Secondo Letizia, "il racconto reso dal signor Flaminio, apparso oggi sul quotidiano la Repubblica e relativo a mia figlia Noemi, è gravemente diffamatorio, perché le attribuisce cose mai fatte nè dette nè pensate. Ciò che si legge è un nuovo momento di mera notorietà che il quotidiano la Repubblica, strumentalizzando, ha voluto concedere al signor Flaminio, a danno nuovamente dell'immagine di mia figlia Noemi".

"Ovvio - conclude Letizia - che il signor Flaminio, nonché il quotidiano la Repubblica, dovranno rispondere di tutto in tribunale. Abbiamo già chiesto, infatti, ai nostri legali di redigere e sporgere querela. Naturalmente saranno chiamati a rispondere anche tutti coloro che dovessero riprendere in tutto o in parte questa incredibile narrazione".

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27/05/2009 13:58

Berlusconi "un pericolo per l'Italia" l'affondo del Financial Times

LONDRA - "Un pericolo" per l'Italia. Due grandi giornali inglesi, il Financial Times e l'Independent, usano stamane la stessa espressione parlando di Silvio Berlusconi, alla luce delle vicende che hanno recentemente coinvolto il primo ministro e del suo rifiuto di rispondere alle domande che gli ha posto la Repubblica.

Dopo i numerosi servizi dei corrispondenti da Roma della stampa britannica, e due editoriali molto critici verso Berlusconi apparsi sul Times di Londra, quotidiano filoconservatore, e sul Guardian, quotidiano filolaburista, oggi a occuparsi del caso sono il quotidiano della City, considerato l'organo di informazione più autorevole d'Europa, e l'Independent, che dedica alla questione un ampio ritratto del premier italiano su due intere pagine.

Silvio Berlusconi "non è chiaramente un altro Mussolini" e il suo potere non comporta il rischio di un ritorno al fascismo, "ma è un pericolo per l'Italia e un maligno esempio", afferma l'editoriale non firmato, dunque espressione dell'opinione della direzione del giornale, collocato al primo posto frai tre commenti del giorno nella pagina "Op-Ed" (opinioni ed editoriali) del Financial Times, subito al di sotto del motto del Ft, "Without fear and without favor", ossia senza timori reverenziali e senza fare favori a nessuno. "Mentre vengono poste pesanti domande sulla sua relazione con un'adolescente che sogna di diventare una star, domande che sua moglie è stata la prima a sollevare, Berlusconi si è rivolto contro il suo più ostinato interrogante, il quotidiano di centro-sinistra la Repubblica, ha lanciato velate minacce tramite un suo associato e ha cercato di invalidare le domande sostenendo che sono viziate da un pregiudizio politico. Egli ha mostrato simile belligeranza verso i magistrati che lo hanno giudicato corruttore dell'avvocato inglese David Mills, definendoli militanti di sinistra, sebbene il parlamento lo abbia reso immune dall'essere processato. E insoddisfatto anche di un così utile parlamento, ha detto che dovrebbe essere drasticamente ridotto a 100 deputati, mentre il potere del premier dovrebbe essere accresciuto".

Il pericolo rappresentato da Berlusconi, prosegue l'editoriale del quotidiano finanziario, è di "svuotare i media di serio contenuto politico, rimpiazzandolo con l'intrattenimento, di demonizzare i nemici e rifiutare di accettare la legittimazione di ogni critica indipendente". Il pericolo è "mettere una fortuna al servizio della creazione di un'immagine di massa, composta da affermazioni di successi ininterrotti e sostegno di popolo". Che Berlusconi sia così dominante è "in parte colpa di una sinistra titubante, di istituzioni deboli e talvolta politicizzate, di un giornalismo spesso subalterno. Ma più di tutto è colpa di un uomo molto ricco, molto potente e sempre più spietato. Non un fascista, ma un pericolo, in primo luogo per l'Italia, e un esempio maligno per tutti".

Il lungo articolo dell'Independent, firmato dall'ex corrispondente da Roma, Peter Popham, ricostruisce punto per punto tutti gli sviluppi della "Berlusconi's story", chiedendosi se un leader coinvolto in così tanti scandali, controversie e processi, possa finire per perdere il potere a causa di una vicenda apparentemente minore, come la partecipazione al compleanno di una ragazza diciottenne, riportata inizialmente in un trafiletto di giornale da Repubblica, ma poi gonfiata dalla decisione di Veronica Lario di chiedere per questo il divorzio, sostenendo che suo marito ha incontri "con minorenni", che "non sta bene" e che "ha bisogno di aiuto". L'implicita allusione dell'Independent è allo scandalo Watergate, anch'esso iniziato con una piccola notizia di cronaca, un apparente tentativo di furto nel quartier generale del partito democratico americano, ma poi terminato con le dimissioni di Richard Nixon. Il quotidiano londinese conclude che oggi Berlusconi è di fronte al "rischio reale" di perdere consensi alle prossime elezioni europee, particolarmente dopo le critiche espresse da alte autorità della Chiesa cattolica per il suo comportamento. La questione dei suoi rapporti con Noemi Letizia, afferma il giornale, "non è triviale". Vivere in Italia oggi è "come essere intrappolati in un campo di lava che sta lentamente ma inesorabilmente scivolando giù da un pendio". Gli scandali di Mani Pulite, anziché portare alla nascita di una rivitalizzata "Seconda repubblica", hanno condotto a una "Età di Silvio e al lento ma costante degrado delle istituzioni democratiche della nazione". Se il primo ministro può "mentire così spudoratamente" sulla sua relazione con una teen-ager, allora l'Italia "è in pericolo".

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27/05/2009 20:07

Vi state chiedendo come il governo ha stanziato i 7 miliardi per le misure straordinarie a favore dei lavoratori?

Guardate le vostre detrazioni INPS nella prossima busta paga e capirete dove arrivano i soldi...

FIGLI DI PUTTANA BASTARDI DI MERDA, MINISTRO SE TI TROVO TI INCULO GIURO CHE TI INCULO BASTARDO LADRO!!!!!!!!!!

VIENI QUI CAZZO, ORA CHE HO APPENA FINITO 12 ORE DI LAVORO SENZA STRAORDINARI PER PRENDERE UN NULLA.... BASTARDIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!

Per altro queste cazzo di detrazioni per chi versa in trattamento separato non servono ad un cazzo perché ai fini del calcolo della pensione rientrano solo pagando una cifra assurda per l'integrazione...

CI STATE FOTTENDO I SOLDI E LA VITA STRONZI DI MERDA!

ALTRO CHE ELEZIONI, ANDATE TUTTI A FARE IN CULO!
[Modificato da Mezcal82 27/05/2009 20:10]
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30/05/2009 21:28

Consegnate ai carabinieri di Cagliari foto del Capodanno 'hot' di Berlusconi

ROMA - Sono in mano ai carabinieri di Cagliari le foto scattate lo scorso Capodanno a Villa Certosa, in Sardegna, durante la festa organizzata da Silvio Berlusconi, alla quale avrebbero partecipato decine di ragazze tra cui Noemi Letizia. A consegnarle spontaneamente ai militari nel pomeriggio è stato lo stesso fotografo Antonello Zappadu. Lo ha detto il fratello Tore, il quale ha riferito anche di una perquisizione dei carabinieri nella casa di Olbia dove Antonello Zappadu spesso risiede.

La decisione della Procura "fa seguito ad una esplicita richiesta che noi avevamo avanzato - dice il parlamentare del Pdl e legale di Berlusconi, Niccolò Ghedini - e dovrebbe chiudere la vicenda, anche se naturalmente la decisione spetterà all'autorità giudiziaria". Le foto sarebbero state scattate da una terrazza e non autorizzate secondo la procura di Roma. Un esposto è stato presentato da Berlusconi anche al Garante della Privacy.

Intanto il premier è tornato ad attaccare la stampa. "Tutti i giornali della sinistra fanno da scendiletto al Pd - ha detto nel corso di un intervento telefonico ad una iniziativa elettorale e Vicenza - siamo stati attaccati dall'opposizione con una campagna elettorale che ancora una volta si è basata sull'insulto, sull'aggressione personale, sulla giustizia ad orologeria, sulle calunnie volgari".

Quanto alle foto, il sequestro è stato ordinato dal procuratore Giovanni Ferrara e dal pm Simona Maisto che hanno iscritto sul registro degli indagati, per violazione della privacy e tentata truffa, il fotografo Antonello Zappadu, autore delle foto e di un altro servizio relativo anche alla festa di Capodanno del 2008. Secondo quanto si è appreso, a denunciare Zappadu è stato Ghedini.

Il fotografo ha spiegato che "sono 200-300 e non 700, che è invece il numero più o meno degli scatti, molti dei quali poi cancellati", ha detto mentre si recava al comando provinciale dei carabinieri di Cagliari. Le foto, ha spiegato, si possono dividere in tre serie e ha sottolineato che in quelle per le quali il Pm ipotizza la violazione della privacy, i volti dei soggetti sono stati alterati per renderli irriconoscibili.

"La prima serie, su cui mi sembra di capire si accentra l'inchiesta, riguardano Villa Certosa e i volti di tutte le persone, tranne quella del premier, sono stati alterati da pixel. Tra queste immagini vi sono alcune che ritraggono presenze che, a me, sono parse di minorenni. E a maggior ragione le ho rese irriconoscibili proprio per rispettare le norme sulla privacy e il codice di tutela dei minori", ha detto Antonello Zappadu.

"La seconda serie - ha proseguito il fotografo - attiene a immagini scattate all'aeroporto Costa Smeralda, cioè in luogo pubblico e quindi senza alcuna violazione delle privacy. Sono foto di persone, ospiti del presidente del Consiglio, che scendono da aerei dell'aeronautica militare, tra di essi c'è il cantante Apicella. Si tratta di arrivi, negli ultimi due anni, quasi settimanali, con sbarco il venerdì sera o sabato mattina e partenza lunedì".

"L'ultima serie riguarda foto scattate nella zona di un residence, il Country di Porto Rotondo, e ritrae - ha concluso Zappadu - diverse ospiti di Berlusconi, alcune in bikini e topless. Anche in questo caso sono ricorso al pixel per cancellare i visi e renderle irriconoscibili".

Poi, più tardi, il fratello e portavoce Tore, rettifica di non avere idea se le ragazze nelle foto fossero minorenni o meno. "Sono anche miope, come faccio a dirlo", afferma con una battuta. "Ma se, come dicono i diretti interessati, in quelle immagini non c'è nulla, perché allora tanto clamore", si chiede ancora Tore Zappadu.

In precedenza al Corriere della sera, il fotografo aveva detto che alcuni scatti erano stati fatti durante la vacanza dell'allora primo ministro della Repubblica Ceca, Mirek Topolanek e dalla sua delegazione, a Villa Certosa, nel 2008; altre che invece documentano eventi mondani che si sono svolti nella tenuta di Porto Rotondo. All'attenzione dei magistrati, una mail nella quale Zappadu, proponendo l'acquisto delle foto a Panorama per un milione e mezzo di euro, avrebbe spiegato al settimanale che c'era un'altra proposta di acquistare il servizio da parte del settimanale Gente, circostanza falsa secondo i primi accertamenti e che motiva l'accusa di tentata truffa.

Ghedini: "Parole senza fondamento". "Le dichiarazioni del fotografo Zappadu sono destituite di ogni fondamento", dice Nicolò Ghedini, avvocato del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che preannuncia "iniziative giudiziarie". "Le immagini fotografiche - afferma - ritraggono situazioni di assoluta normalità e non vi erano affatto minorenni, salvo che non si vogliano ricomprendere fra questi i giovanissimi figli del primo ministro Ceco, Topolanek e del suo seguito".

Il Pd all'attacco. "Quali sono le leggi che regolano
l'utilizzo dei voli di stato? Esistono norme che ne dispongono l'utilizzo per spostamenti privati?", chiedono i senatori del Pd Francesco Sanna e Paolo Nerozzi annunciando la presentazione di un'interrogazione al presidente del Consiglio "sull'utilizzo, testimoniato da alcune delle foto sequestrate dalla procura di Roma, - dicono i senatori - di un volo della Presidenza del Consiglio da parte del cantante Apicella per raggiungere villa Certosa".

"Sulla base di quali leggi e di quali norme la Procura di Roma ha deciso di effettuare il sequestro anche delle fotografie fatte in luoghi pubblici dal fotografo Antonello Zappadu?", incalzano altri due senatori del Pd, Albertina Soliani e Roberto Di Giovan Paolo, annunciando una interrogazione parlamentare al governo sulla vicenda del sequestro delle immagini. Rincara la dose Paolo Gentiloni: "Da sempre si cerca di trovare un equilibrio tra diritto di cronaca e tutela della privacy. In questo caso, tuttavia, nei confronti di un cronista sembra essersi scatenata una vera e propria caccia all'uomo. "Più che assistere ad un caso di tutela della privacy pare di trovarsi piuttosto di fronte all'introduzione del delitto di lesa maestà".

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02/06/2009 00:12

Il Times: "Cade la maschera del clown". E la Faz lo paragona al padre degli dei


LONDRA - Uno scandalo che non riguarda più solo gli italiani, ma anche i paesi partner dell'Italia, nell'Unione Europea, nella Nato, nel G8 che l'Italia si prepara ad ospitare. E' questo il severo giudizio di un editoriale del Times di Londra sulla vicenda che ruota da settimane attorno a Silvio Berlusconi, al suo rapporto con la 18enne Noemi Letizia, alle feste in Sardegna e al divorzio dalla moglie Veronica Lario. E non è solo il Times a occuparsi ancora una volta di questa storia, che la stampa inglese sta seguendo con particolare attenzione: ci sono nuovi articoli anche sul Financial Times, sul Daily Telegraph, sull'Independent. E uscendo dal Regno Unito, si occupano delle vicende del premier Liberation e la Frankfurter Allgemeine Zeitung.

Times. "Cala la maschera del clown", s'intitola l'editoriale del Times, il secondo su questa vicenda dopo quello altrettanto duro del 18 maggio, pubblicato al primo posto fra i tre commenti del giorno nella pagina degli editoriali. "La qualità del governo Berlusconi non è una questione privata", afferma il sottotitolo. "L'aspetto più sgradevole del comportamento di Silvio Berlusconi non è che è un pagliaccio sciovinista, né che corre dietro a donne di 50 anni più giovani di lui, abusando della sua posizione per offrire loro posti di lavoro come modelle, assistenti o perfino, assurdamente, come candidate al Parlamento europeo", comincia l'articolo. "Ciò che è più scioccante è il completo disprezzo con cui egli tratta l'opinione pubblica italiana. Il senile dongiovanni può trovare divertente agire da playboy, vantarsi delle sue conquiste, umiliare la moglie e fare commenti che molte donne troverebbero grottescamente inappropriati. Ma quando vengono poste domande legittime su relazioni scandalose e i giornali lo sfidano a spiegare legami che come minimo suscitano dubbi, la maschera del clown cala. Egli minaccia quei giornali, invoca la legge per difendere la propria 'privacy', pronuncia dichiarazioni evasive e contraddittorie, e poi melodrammaticamente promette di dimettersi se si scoprisse che mente".

Il Times riconosce che la vita privata di Berlusconi è appunto un affare privato, ma osserva che, come è si è dovuto rendere conto Bill Clinton, scandali e alti incarichi pubblici non vanno d'accordo. "Molti potrebbero dire che l'Italia non è l'America, che l'etica puritana degli Stati Uniti non ha mai dominato la vita pubblica italiana, e che pochi italiani si scandalizzano davanti ai donnaioli. Ma questo è un ragionamento insensato e condiscendente. Gli italiani comprendono quanto gli americani cosa è accettabile e cosa non lo è. E, come gli americani, giudicano spregevole il cover-up".

L'editoriale del quotidiano londinese nota quindi che pochi media in Italia possono fare simili affermazioni, senza timore di un castigo. "A suo merito, la Repubblica ha continuamente sollevato domande al primo ministro sulla sua relazione con Noemi Letizia, e alla maggior parte di queste domande non ci sono state risposte soddisfacenti. Quando e dove egli ha conosciuto la famiglia della ragazza? Mr. Berlusconi chiese di avere fotografie da un'agenzia di modelle per iniziare i contatti con la signorina Letizia? Che cosa c'è di vero sulle notizie di party con decine di giovani donne nella sua villa in Sardegna? Mr. Berlusconi ha promesso di spiegare tutto in parlamento. Ma non ha certo riassicurato i suoi critici con la sua iniziativa per bloccare la pubblicazione di 700 fotografie che potrebbero mostrare cosa succedeva a quei party. Né lo aiuta il suo sventurato ministro degli Esteri, che ha provato a difenderlo sottolineando che l'età per il consenso (a rapporti sessuali, ndr.) in Italia è 14 anni, come se ciò fosse rilevante".



Qualcuno potrebbe dire, si conclude l'editoriale, che tutto ciò non riguarda i forestieri. Ma gli elettori italiani, alla vigilia delle elezioni europee, dovrebbero riflettere sul modo in cui è guidato il loro governo, sui candidati selezionati per Strasburgo e sul livello di sincerità del premier. E la faccenda "riguarda anche altri", afferma il Times. "L'Italia ospita quest'anno il summit del G8, dove si discuterà di maggiore cooperazione nella lotta al terrorismo e al crimine internazionale. E' un importante membro della Nato. Fa parte dell'eurozona, che è confrontata dalla crisi finanziaria globale. Non sono soltanto gli elettori italiani a domandarsi cosa sta succedendo. Se lo chiedono anche i perplessi alleati dell'Italia".

Gli altri quotidiani britannici. Il Times pubblica anche una lunga corrispondenza dall'Italia, intitolata "Berlusconi blocca la pubblicazione di foto di giovani donne in bikini a un party nella sua villa". Un articolo sul Financial Times, invece, osserva che "l'ondata di gossip" e "l'odore di scandalo" intorno a Berlusconi distolgono l'attenzione dell'opinione pubblica italiana da questioni ben più gravi, come le cattive notizie sull'andamento dell'economia italiana.

Una corrispondenza sul Daily Telegraph afferma che "gli alleati di Berlusconi mettono nel mirino la moglie" per il divorzio, con la rivelazione che Veronica Lario avrebbe un partner da tempo, fatta da Daniela Santanché sul quotidiano Libero. E l'Independent riporta le pesanti critiche fatte dal premio Nobel per la letteratura Josè Saramago, che hanno spinto la casa editrice Einaudi, "parte dell'impero Modandori di Berlusconi", a non pubblicare il suo ultimo libro, che descrive tra l'altro il primo ministro come "un delinquente".

Germania. La Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), in un articolo firmato dallo storico corrispondente in Italia Heinz Joachim Fischer, fa paragoni mitologici: "A Silvio Berlusconi non basta presentarsi in Italia come un principe del rinascimento. Ora si prende a modello gli dei dell'antichità. Ad esempio il padre degli dei: Giove. Costui non era conosciuto solo per fulmini e saette, ma anche per le sue visite audaci presso le donne, tanto malfamate, quanto forse amate".

Fischer parte dalla festa di compleanno di Noemi Letizia a fine aprile: da allora "in Italia è scoppiato il caos" e la ragazza di Casoria è diventata "famosa" come l'europarlamentare tedesco Martin Schulz, colui al quale Berlusconi diede del "kapò nazista" durante un intervento a Strasburgo nel luglio 2003, dopo le critiche sul conflitto di interessi e i guai con la giustizia del capo di governo italiano.

Il paragone non è "fuorviante", sottolinea Fischer, perchè fu proprio Schulz, in una lunga intervista allo Spiegel, a criticare e a non trovare per niente divertente la strada aperta a giovani bellezze per fare carriera politica, anche nel parlamento europeo: "Berlusconi trasforma sistematicamente in gossip la politica italiana", disse allora il capogruppo del Partito socialdemocratico tedesco alle europee.

Francia. Il quotidiano Libération dedica la copertina alla vicenda: "Lo scandalo alle calcagna" e nelle due pagine interne: "Rivelando la tresca il quotidiano Repubblica ha fatto vacillare la popolarità del presidente del consiglio. E' una battaglia portata avanti nel nome di una certa concezione dell'interesse pubblico".

Spagna. Il quotidiano El Pais torna a trattare la questione in una corrispondenza da Roma: "L'opposizione italiana chiede a Berlusconi che spieghi in parlamento se abbia portato nell'organizzazione elettorale del partito i suoi invitati delle feste private in Sardegna" e si chiede: "Berlusconi utilizza gli aerei ufficiali dello stato Italiano per portare gli artisti, ballerine e veline a Villa Certosa? Ha fatto uso improprio dei beni dello stato? E' l'ultimo capitolo del Naomigate che ha trasformato l'Italia in un manicomio semplicemente portando allo scoperto l'abitudinaria mescolanza tra vita privata e pubblica di Berlusconi e la sua tendenza a conquistarsi amici e amiche dell'ambiente televisivo portandoli in quello politico".

Sferzante il pezzo della Vanguardia: "La campagna elettorale per le Europee continua in Italia, astrusa e noiosissima, incapace di competere quanto a contestazioni, incanto mediatico, spessore del tema con la vita personale della stella più sgargiante della politica italiana degli ultimi quindici anni: Silvio Berlusconi. Nelle cerchia del potere si parla più di questa commediola che delle vicende poltico-continentali a Bruxelles. A volte diverte. La maggior parte delle volte preoccupa ed esaurisce tanta banale frivolezza".

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02/06/2009 00:55

Mi sono fatto da solo
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04/06/2009 02:52

Voli di Stato, Berlusconi indagato. I magistrati: "Abuso d'ufficio"
Il cantante Mariano Apicella scende dall'aereo dell'Aeronautica militare

ROMA - Abuso d'ufficio. E' il reato ipotizzato dalla Procura di Roma nei confronti del premier Silvio Berlusconi indagato nell'ambito nell'inchiesta sull'impiego improprio degli aerei di Stato. L'iscrizione del presidente del Consiglio è un atto dovuto, è stato puntualizzato in ambienti giudiziari, e preluderebbe al trasferimento dell'indagine al Tribunale dei Ministri. Il codice di procedura penale stabilisce, infatti, che se un'inchiesta coinvolge un esponente del governo, la procura ha l'obbligo di trasferire il relativo fascicolo entro 15 giorni.

Ora gli inquirenti dovranno verificare l'eventuale uso illegittimo dei voli istituzionali da parte del premier per accompagnare veline, personaggi dello spettacolo e amici privati a feste e cerimonie in Sardegna, a Villa Certosa. Gli accertamenti sono scattati dall'esposto presentato dal Codacons che ha chiesto alla Corte dei Conti di valutare gli eventuali danni erariali.

Il procuratore Giovanni Ferrara ha già acquisito le norme che regolano l'uso degli aerei di Stato più restrittive all'epoca del governo Prodi rispetto a quelle varate dall'esecutivo Berlusconi nel 25 luglio 2008. Non verranno svolti, invece, atti istruttori come l'acquisizione delle liste dei passeggeri dei voli o l'audizione di testimoni.

Non verrà sentito quindi il fotografo Antonello Zappadu, che ha ritratto il cantante Mariano Apicella assieme a una ballerina di flamenco mentre scende dall'aereo presidenziale con a bordo Berlusconi. Secondo il fotoreporter, quella immagine sarebbe stata scattata il 24 maggio 2008. Allora era ancora in vigore il decreto del governo Prodi, che limitava l'uso degli aeromobili di Stato "esclusivamente alle personalità e ai componenti della delegazione della missione istituzionale".

La Procura sta invece visionando il materiale fotografico che il fotoreporter sardo ha consegnato nei giorni scorsi ai carabinieri, per capire se esistano altre immagini che possano documentare l'uso disinvolto degli "aerei blu" a favore di ospiti del premier che rischierebbero anche loro di essere indagati, in concorso, per abuso d'ufficio.

Tutta la documentazione verrà poi tramessa al Tribunale dei ministri con una richiesta di approfondimento delle indagini. Ma solo qualora fosse accertato il trasporto di persone su voli istituzionali organizzati senza la presenza del premier, si potrebbe configurare il reato più grave di peculato. In caso contrario, i pm romani potrebbero chiedere una archiviazione, come già avvenuto in altri casi analoghi.

Nel 2007 la procura di Roma aveva già esaminato la normativa sugli "aerei blu". I pm chiesero l'archiviazione per l'ex vicepresidente del Consiglio Francesco Rutelli e l'ex ministro della giustizia Clemente Mastella del governo Prodi dopo averli indagati per aver utilizzato un volo di Stato per portare ospiti e collaboratori al Gran Premio di Monza.

"Sono nella tranquillità più assoluta perché abbiamo seguito le regole - ha affermato in serata Berlusconi, parlando in tv a Porta a porta, poco prima che fosse diffusa la notizia dell'iscrizione del premier nel registro degli indagati - si tratta di cose molto meschine perché un premier è costretto per ragioni di sicurezza ad usare voli di Stato. E se qualche volta su questi aerei c'è qualche passeggero in più non costa una lira perché l'aereo è già impiegato in quel tragitto: è questione di praticità e pragmatismo".

E' traquillo anche l'avvocato del premier Niccolò Ghedini: "Sono certo che l'inchiesta verrà archiviata. Al momento comunque non ci è stato notificato alcun provvedimento giudiziario". E ancora: "L'eventuale iscrizione del primo ministro Berlusconi sarebbe comunque un atto formale che si concluderebbe subito, dopo primi accertamenti. Ritengo che il fascicolo sarebbe archiviato come già successo per altri casi valutati dal Tribunale dei Ministri".

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